Le voyage à Nantes
Un tempo importante città portuale, oggi è uno spazio per l’arte, un parco giochi per esprimere creatività. Con opere che si scoprono seguendo le green line.
Tra antichi palazzi, cresce una foresta spontanea (“Jungle intérieure”, Evor) mentre ai lati delle rotaie del tram, piccoli esseri dalle fattezze strampalate ti fissano con i loro occhietti sgranati (“The Humans” di Olaf Breuning). Alcuni strani animali marini, poi, invadono la fontana di Place Royale (“Pacific” di Maen Florin) e, poco più in là, una ragazzina scenda dal piedistallo in “Eloge de la transgression”, di Philippe Ramette.
Si potrebbe dire che questo "elogio alla trasgressione" è, allo stesso tempo, il titolo di una delle opere di quest'anno ma anche il mood di Le Voyages à Nantes, la manifestazione che ogni anno trasforma la città francese in un enorme parco giochi per artisti, che qui possono dar vita alla loro creatività e, in alcuni casi, lasciarla in situ.
E così, anche per i turisti, diventa un gioco seguire la traccia verde che si snoda tra marciapiedi, incroci, ponti e strade e che porta sempre a qualcosa di nuovo e inaspettato. Le opere si confondono con alcune di quelle delle passate edizioni, e ovviamente al contesto cittadino, che, come è facile intuire, è anche quello parte integrante dell’esperienza.
Nantes si trova sull’estuario della Loira, che ancora scorre sotto gran parte della città, e che dal Medioevo le permise di essere il più importante porto bretone, come testimoniano ancora gli antichi palazzi che fecero costruire marinai e mercanti arricchitisi con il Colonial Trade, che portava in Europa cotone, cacao, caffè e nelle Americhe gli schiavi (qui ricordati con l'importante Mémorial de l'abolition de l'esclavage).
Una storia, quella del porto e dei cantieri navali, che è arrivata fino ai giorni nostri, al 1987 – ne rimangono simboli quali le imponenti gru sull'Ile de Nantes - e il cui smantellamento ha trasformato, grazie a una vera e propria rivoluzione culturale e artistica, il tessuto urbano della città e ha stimolato l'immaginazione di architetti, paesaggisti e poeti urbani.
Attualmente ci sono circa 130 le opere sparse per la città, di cui fanno parte tram colorati (Le Jardin Mobiles, Florian Viel), aree giochi, belvedere (Belvédére de l'Hermitage, Tadashi Kawamata, in estate aperto fino alle ore 22), università (di architettura. Belle Arti, Grafica... qui di fronte In a silent Way di Nathalie Talec), grandi magazzini, insegne dei negozi, passaggi stradali, cimiteri (Miror de s temps, Pascal Convert), camere d'albergo e collezioni private (Collection des masques Peignon).
E non serve nemmeno girare con la guida alla mano - ma magari con il Pass Nantes per trasporti e visite, sì - e lasciarsi condurre dall'istinto in giro per la città. Dalle vie dello shopping (dove c'è European Thousand-Arms Classical Sculpture, Xu Zhen, l'opera simbolo di quest'anno, al medioevale Quartier Bouffay, dov'è il Castello dei Duchi di Bretagna, camminando poi sul lungo fiume, o arrivare (in macchina) - sono 210 i km di passeggiate in riva all'acqua - fino alle opere sull'Estuario.
Una sosta è d'obbligo a Machines de Île . Idealmente accompagnati da Jules Verne, nato a Nantes, a cui è ispirato, si entra in un mondo di fantasia e di poetica-meccanica. Tra Le Carrousel des Mondes Marins, in cui si cavalcano strane creature marine, a La Galerie, dove sono in scena ecosistemi forestali, con camaleonti, ragni e aironi giganti, fino al Grand Éléphant sul quale i turisti da 12 metri di altezza si spostando lentamente insieme a una mole di 48,4 tonnellate. Una emozione a cui non resistono nemmeno gli adulti.
Nanes può essere una destinazione facile per un long weekend: si raggiunge dall'Italia con voli diretti low cost, da Milano ad esempio con easyJet o con 23 corse quotidiane del TGV da Parigi.