A life of chance
33 anni, di Chicago, californiano d’adozione, ha scelto l’Italia per far decollare 1017 Alyx 9SM. Dall’amicizia con Kanye West e Kim Jones al tour di Lady Gaga, fino all’ultima collaborazione per Moncler Genius. Oggi vive a Ferrara, con la famiglia per stare più vicino ai fornitori. La sua missione: produrre capi interamente sostenibili
Conosciuto per il suo gusto tecnico, per l’estetica “urban”, l’utilizzo di hardware nelle collezioni e l’approccio sostenibile, Matthew M Williams di 1017 Alyx 9SM, è il primo ad ammettere che la sua sia una vita incredibile. Una storia che comincia a Chicago, dove è nato, che continua a Pismo Beach, California, dove è cresciuto e che tocca Ferrara dove vive per produrre la sua linea. Dal suo rapporto creativo con Lady Gaga all’amicizia con Kanye West e con il direttore creativo di Dior, Kim Jones, alle varie collaborazioni che ha disegnato con Nike, Mackintosh, (ultima quella presentata durante la settimana della moda a Milano in febbraio per Moncler Genius): è tutto frutto di un’intuizione, piuttosto che di una strategia.
«Lavoro con brand che realizzano prodotti che non potremmo mai creare con le nostre sole forze», spiega Williams dal suo ufficio in Emilia - Romagna, dove oggi ha casa con la sua famiglia, una scelta fatta per lavorare a stretto contatto con i fornitori italiani, ma soprattutto per stare accanto al suo business partner, il padrino dell’Italian streetwear, Slam Jam, Luca Benini. «Ci piace molto l’Italia. La qualità della vita è incredibile». A Milano, lo scorso febbraio, durante le sfilate ready-to-wear, negli spazi rivisitati dei Magazzini Raccordati, il designer, padre di tre bambini (Cairo 10 anni, Alyx 5, Valetta 1) ha svelato, la sua interpretazione del dna di Moncler con un exhibition-event che ha coinvolto tra gli altri Pierpaolo Piccioli, Simone Rocha e Craig Green. «Moncler è sinonimo di capi duraturi e di alta qualità. 1017 Alyx 9SM ha lo stesso obiettivo che si ritrova in questa collezione concepita attraverso il nostro approccio contemporaneo. Per Moncler Genius ho voluto creare capi inediti, facendo al contempo in modo che la mia estetica si sposasse fino in fondo con quella di Remo Ruffini», dice Williams.
La carriera del designer inizia a 21 anni, con il completo pensato per Kanye West (che ha vestito durante i Grammys 12 anni fa). E da quel momento la svolta: il cantante decide di proseguire la collaborazione con il giovane creativo di Chicago. Le partnership aumentano: Alexander McQueen, Kim Jones per Dior e Lady Gaga (l’ex fidanzata) per cui ha disegnato gli outfit per il suo primo world tour nel 2009. Kim Jones, «un amico da dieci anni», ha realizzato, invece, il tuxedo per il suo matrimonio e l’abito da sposa per sua moglie. Di Kanye West apprezza l’etica sul lavoro e la passione: «Kanye, ci ha dato l’opportunità di creare attraverso diversi canali qualcosa di nuovo, di viaggiare e di conoscere gli intellettuali di oggi. Sono stato fortunato ad avere un maestro come lui che ci ha lasciati liberi di progettare e che ci ha dato fiducia», ammette il designer. La sua prima passerella nel calendario ufficiale della settimana della moda di Parigi è arrivata nel 2017 con Alyx, dal nome di sua figlia. L’anno seguente, si trasforma in 1017 Alyx 9SM (1017 è la data del suo compleanno - 17 ottobre - e 9SM la location del primo atelier a Saint Mark’s Place, New York).
Oggi il focus è sulla sostenibilità e sulle collaborazioni innovative con alcuni dei “game changers” internazionali tra i più interessanti del momento, con l’obiettivo di cambiare l’opinione del settore. «Abbiamo cominciato prima di tanti altri e prima che diventasse un tema di discussione. Inizialmente con la produzione di T-shirt di jersey per poi adottatare una procedura che si chiama “recover” in cui i pezzi tagliati sono recuperati, riutilizzati e intrecciati con la plastica (riciclata). Il designer ha dato vita a numerose sinergie: ha lavorato con Mackintosh concependo una serie di impermeabili. Insieme hanno realizzato anche una limited edition con la creatività del fotografo Nick Knight utilizzando i tessuti della Tessitura Majocchi (un’azienda in provincia di Como, famosa per i macchinari high-tech e per il suo impegno nell’utilizzo di materiali sostenibili) venduta solamente nel flagship store di Mackintosh, a Londra.
Al momento stanno lavorando a una nuova collezione che si basa su un materiale che non utilizza acqua per il processo della tintura. La colorazione avviene attraverso una procedura chiamata “copertura” per risparmiare le tonnellate d’acqua, che sono solitamente necessarie in questa fase. Matthew M Williams ha recentemente lanciato una capsule collection di tre pezzi realizzata con materiali riciclati per Sardin, un e-commerce in cui è possibile acquistare capi prodotti da “clean” brands (sensibili alle modalità di fabbricazione dei vestiti, sostenibili e conscious). «Penso che sia importante rendersi conto che al momento non esista un vero e proprio regolamento che permetta di capire se un look sia realmente sostenibile o meno», sostiene Williams.
Non basta intavolare una discussione sull’impatto degli agenti chimici e sull’inquinamento; il creativo cerca di diffondere un messaggio. «Cinquant’anni fa, una persona possedeva soltanto cinque abiti ed erano sufficienti. Adesso non si sa bene cosa fare di tutti questi vestiti che si trovano nei nostri armadi. Mi piace l’idea di realizzare capi che possano durare per sempre, non solo per la loro alta qualità, ma soprattutto per il lavoro necessario per la produzione e per rispetto dell’ambiente». Quando pensa al futuro immagina un mondo dove non ci sarà bisogno di avere troppo. «È un pensiero fisso. Faccio parte del problema o sono dalla parte di chi cerca e può trovare una soluzione? Vorrei almeno essere un buon esempio per tutti coloro che sperano di lanciare un marchio interamente sostenibile».