Tech e Auto

Guzzi: una strada lunga un secolo

Presentato con un evento alla Fonderia Napoleonica Eugenia a Milano il prezioso volume "Moto Guzzi 100 anni" edito da Rizzoli. In attesa delle celebrazioni a Mandello Lario dal 6 al 12 settembre.

wheel machine motorcycle transportation vehicle motor

Un attore famoso, una scrittrice, tre appassionati giornalisti, un astronauta, un architetto di fama mondiale, un professore ad Harvard, un DJ, un grande designer. 10 ambassador internazionali con una passione in comune. Da Londra a Hollywood, da Tokio alla Sardegna, al Vermont, ognuno di loro per qualche ragione che si potrebbe anche chiamare “affinità elettiva” ha un cuore supplementare forgiato a Mandello del Lario. Su quel ramo del lago, riva orientale, dopo un po' di golfi e seni da Lecco, è nata e vive la Moto Guzzi, la palpitante due ruote col marchio dell'aquila, un pezzo di storia del nostro paese, una delle case motociclistiche più innovative, amate e famose al mondo, celebrata nei film dal neorealismo fino a 007. Un marchio che a distanza di cento anni dalla sua nascita continua a incarnare i valori dei pionieri suoi fondatori.

Dal 1921, ogni singola Guzzi che ha percorso le strade del mondo è infatti stata assemblata a mano, con cura artigianale e amore per il dettaglio e mai come per la Guzzi si può parlare di “Ghost in the Machine”, quell'entità che rende ogni singolo modello un pezzo unico, che è al contempo la somma delle sue parti ma anche un qualcosa in più, di diverso, di unico, magicamente in sintonia con ogni centauro italico e non che si troverà a cavalcarla: chiamalo stile, chiamala personalità. 

E ognuno avrà la sua storia magica da raccontare come i 10 autori che in queste pagine riccamente illustrate ci confidano il senso più intimo della loro passione. C'è la scrittrice Melissa Holbrook Pierson che non ha timore ha confessare come spesso in sella a una Guzzy (i gringo la chiamano così) si scopre a pensare pensieri di pura meccanica e meditative assenze; c'è il giornalista Marco Masetti che, bambino, ha lasciato un lembo di pelle attaccato al carburatore della sua prima Guzzi apparsa come un rosso fantasma felliniano sulle colline romagnole; c'è DJ Ringo che improvvisando in kamasutrico equilibrio sul cavalletto un sogno erotico (e il verbo "guzzare" si presta bene alla doppia lettura) teme ancora oggi che l'urlo della sua amante non fosse proprio di piacere; c'è Ewan McGregor in atteggiamento zen, fotografato mentre si dedica alla manutenzione della sua Guzzi; c'è l'astronauta Paolo Nespoli che rivela, lui che ha fatto entrambe le esperienze, che se non andrai mai nello spazio la cosa che più vi si avvicina è guidare una Guzzi, e anzi potresti pure credere, sue parole, senza tema di smentita, che è un viaggio ancora più coinvolgente.

Un libro da scorrere a tutta velocità, adatto a tutti, guzzisti e non, eccetto forse ai tanto elogiati amanti della lentezza (e qui Hunter S. Thompson, con l'abituale ferocia contro i conformisti dell'alternativo, vi spiegherà cosa è meglio: se essere sparati da un cannone o spremuti da un tubetto).

Tags

Articoli consigliati