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Esce The Magic of Suits: il video di Brunello Cucinelli

“The Magic of Suits” diretto da Virgilio Villoresi è un progetto che nasce dal desiderio di raccontare un sogno: il mondo dell’artigianalità e della sartoria firmata Brunello Cucinelli. La figura del sarto accompagna la creazione dell'abito sartoriale per lui e per lei, un capo iconico che racchiude al suo interno il significato più profondo dello stile Brunello Cucinelli. Abbiamo incontrato Virgilio Villoresi per parlare del behind the scenes della realizzazione di questo video speciale

Creazione di 'The Magic of suits' di Virgilio Villoresi per Brunello Cucinelli
Creazione di 'The Magic of suits' di Virgilio Villoresi per Brunello Cucinelli
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Come hai iniziato a costruire lo script? Cosa vuole raccontare ‘The Magic of Suits’ e come lo fa?

Il video potrebbe essere interpretato come una storia d’amore tra una coppia di figurini, volevo trasmettere una dimensione romantica e avvolta in una visione onirica. Lo scopo del video è quello di raccontare il mondo sartoriale di Brunello Cucinelli in una maniera diversa, originale, non volevo realizzare il classico video istituzionale -come se ne vedono in giro- . Attraverso le mie tecniche e la mia cifra stilistica la sartoria entra in una dimensione poetica.

Quali sono le tecniche che hai impiegato per realizzare il video?

La tecnica che ho impiegato principalmente è quella dello stop motion: una sequenza di scatti fotografici che, messi insieme, danno l’illusione del movimento; tra uno scatto e l’altro muovo l’oggetto che sto riprendendo. È un lavoro estremamente lungo perché per realizzare un secondo ci vogliono dai 15 ai 20 scatti. Questa tecnica l’ho mixata in maniera innovativa con la ripresa live action : il sarto infatti ero io. Mi riprendevo con una visione video normale ed in sincrono gli oggetti venivano animati in stop motion. Parliamo di un lavoro che possiamo definire di compositing. Spesso divento parte integrante dei miei lavori sia come "elemento" utilizzando le mani, sia come presenza scenica. Infatti in questo caso ho interpretato il sarto, che infatti non si vede mai in volto, al fine di entrare ancora più in contatto con la scena che stavo rappresentando.

Quanto tempo ha richiesto la realizzazione?

Sono stati circa 16 giorni di shooting, senza contare il mese presente per la realizzazione dei figurini animati. I figurini sono stati stampati su carta ed intagliati con il laser, sono reali, non realizzati in post produzione. Ho stampato oltre 600 intercalazioni, quindi ogni singolo movimento, e poi l’ho rifotografato in sequenza creando l’illusione che alcuni personaggi si animassero sul tavolo: quindi un approccio estremamente artigianale. Un lavoro molto intenso: il video dura un minuto e mezzo, fate conto che di solito per realizzare 40 secondi ci metto circa una settimana, cinque secondi al giorno.

Come è stato lavorare in tandem con l’azienda Brunello Cucinelli ma in particolare con Carolina?

Con Carolina Cucinelli e con l'azienda avevo già realizzato un altro bellissimo video, mi trovo davvero bene sia con lei che con l’azienda: siamo accomunati dalla voglia e dal desiderio di realizzare un capolavoro, questo lavoro va oltre il mero video aziendale di una collezione - in realtà in questi video infatti non sono presenti le collezioni- , si tratta di veri e proprio cortometraggi artistici. L’azienda mi mette nelle condizioni ideali per poter esprimere tutto il mio talento, dandomi totale carta bianca: ormai c'è un rapporto di reciproca stima. Tutto il team si fida molto di me, ovviamente all’inizio parliamo insieme dell’idea, poi io sviluppo la creatività e lo storyboard. Dopo averglielo presentato, lo modelliamo e poi sono presenti allo shooting. In certi momenti a me piace improvvisare e loro non sono affatto contrari. I piccoli guizzi sono quelli che fanno la differenza, proprio come in un abito.

Eri mai entrato in un laboratorio Cucinelli? Cosa ti ha colpito e quali sono quei elementi che poi hai voluto raccontare attraverso il corto?

Sono stato subito colpito dal fatto che il mondo sartoriale è realizzato completamente con le ‘mani’ ed anche il mio modo di lavorare è così, spesso lavoro con oggetti in miniatura, animo con le mie mani. Ecco cosa accomuna prettamente queste due dimensioni: loro realizzano i vestiti ed io faccio il mio cinema. Inoltre il lato artigianale stimola la fantasia.

Che cosa significa sartoriale per te?

La moda sartoriale per me è un invito artigianale al gioco della fantasia: fondamentalmente la sartoriali a livelli alti permette anche di concretizzare un sogno, una qualcosa che hai immaginato e che attraverso queste capacità puoi realizzare. Quando immagino un abito sartoriale penso a un capo realizzato con una profonda cura del dettaglio, una grande ricerca, frutto di una grande tradizione. Quello che ho percepito io è che aldilà delle scuole, ci sono determinate tecniche antiche che solo un maestro può insegnarti, un po' come si faceva una volta. Ecco cosa ho percepito nel laboratorio, nella ‘bottega’ di Cucinelli e lo trovo estremamente affascinante, è bello che una grande azienda come Cucinelli trasmetta queste sensazioni, al contrario magari di chi produce in maniera più industriale. Un’azienda a conduzione familiare che tiene al suo personale e ad ogni figura che vi è all’interno, alla storia del brand: questa per me è la vera sartoria.

Si può parlare secondo te di ‘poetica dell’animazione', qual è il tuo tratto distintivo?

Io sono molto legato alla danza, ero un ballerino e mia mamma insegnante di danza classica, ho un senso forte dell’armonia del movimento: per creare una poetica dell’animazione devi cercare di creare delle coreografie. Attraverso il movimento, la velocità, il ritmo, l’ampiezza si riesce a creare una poetica. Il ritmo è una cosa fondamentale come diceva Norman McLaren, è grazie a quello che crei l’emozione.

Quali sono i maestri o comunque i registi che ti hanno ispirato, che hanno contribuito a formarti e ti hanno fatto lavorare in questo modo così particolare?

Norman McLaren come ho citato poco fa è un maestro, perché riusciva sempre a trovare nuovi metodi, non si soffermava solo su una tecnica per realizzare un video, ogni opera era una modo per sperimentare qualcosa di nuovo: questo mi ha sempre affascinato. Poi diciamo tutto il panorama europeo come Jiří Trnka e i fratelli Quay. Poi c’è tutta la national film board del Canada che sicuramente non mi ha lasciato indifferente. Sono legato a tutto il cinema sperimentale, il cinema astratto, ad esempio uno degli autori massimi è Jordan Belson, un regista straordinario, che secondo me si ispirava agli strumenti ottici del pre-cinema. Ce ne sono tanti, di solito vado a periodi, di sicuro però questi sono i nomi di chi mi "accompagna" sempre. 

Secondo te c’è un filo invisibile che collega ‘L’incanto invisibile’ con ‘the Magic Suits’?

La ricerca dello stupore che accomuna anche tutti i miei video: la ricerca della meraviglia, ogni inquadratura penso a come possa essere funzionale per emozionare lo spettatore. Quindi sì, l’inclinazione alla meraviglia e al sogno, continunano ad esserci e hanno una valenza simbolico-onirica.

Che cosa vorresti che lo spettatore provasse guardando questo corto? Cosa vuoi andare a toccare o cosa ti auguri che lo spettatore dica vedendolo?

Mi piacerebbe che le persone vivano questo corto nello stesso modo in cui un bambino si emoziona di fronte uno spettacolo di magia, con un trasporto emotivo legato allo stupore. Mi sento molto ‘infantile’ da questo punto di vista, mi piace giocare  e quando creo mi diverto veramente come un bambino. Cerco di stupirmi da solo, fondamentalmente voglio trasmettere le sensazioni che ho provato nel girare questo video, augurandomi che il pubblico si emozioni tanto quanto me.

>> Scorri verso il basso per scoprire il making of del video The Magic of Suits diretto da Virgilio Villoresi

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Creazione di 'The Magic of suits' di Virgilio Villoresi per Brunello Cucinelli
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