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Future gardens tutti da scoprire in Sicilia

Si chiama Radicepura Garden Festival e vale la pena di visitarlo a Giarre, perché è una finestra spalancata sul futuro nostro e del pianeta

Nella foto Radicepura Garden Festival a Giarre
Radicepura Garden Festival a Giarre

Se la Sicilia è nel vostro cuore d’inverno come d’estate. Se amate la natura e vi state ponendo tante domande sul futuro del pianeta. Se siete dalle parti di Catania o state scegliendo la destinazione last second per il ponte dell’8 dicembre, il Radicepura Garden Festival di Giarre, è quel che fa per voi. 

Si tratta della terza edizione della Biennale del Giardino Mediterraneo, organizzata dalla Fondazione Radicepura, un’istituzione creata dalla famiglia Faro che in cinquant’anni di impegno alle pendici dell’Etna è diventata un punto di riferimento del settore con i 600 ettari di vivai, dove producono oltre 5mila varietà di piante mediterranee. Pur essendo giovane come manifestazione, è un appuntamento caro ai grandi esperti di gardening e progettazione del paesaggio. Ma la tappa è conisgliatissima anche ai più conclamanti pollici neri, quelli che si limitano a distinguere un geranio da una rosa.

Inaugurata lo scorso 27 giugno, sotto la direzione artistica di Antonio Perazzi - paessaggista, scrittore e acclamato green guru - la manifestazione ha in sè talmente tanti spunti creativi e di riflessione da poterla vivere al pari di un’installazione di arte contemporanea en plein air. Il tema scelto da Perazzi è Giardini per il Futuro, ovvero come i fiori e le piante riescano a trasformarsi in portatori di soluzioni e messaggi per l’ambiente. In totale sono 15 giardini e 4 installazioni, realizzati con le piante messe a disposizione da Piante Faro, e il tentativo è quello di definire le funzioni del giardino da qui in poi: un ruolo destinato a essere sempre più centrale, data la possibilità di riparare danni ambientali o di diventare ulteriore fonte di cibo in un mondo dove le siccità scateneranno, purtroppo, sempre più carestie. Che le piante siano un ottimo strumento nella lotta a fame, povertà e inquinamento è assodato. Quello che ha preso corpo a Giarre è proprio un insieme di risposte possibili, di azioni facilmente riproponibili nella collettività che in qualche modo tutelano umanità e pianeta. Il tutto prendendo spunto dalla meravigliosa forza e semplicità delle piante mediterranee. 

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Radicepura Garden Festival a Giarre

Ci sono i 7 giardini vincitori della Call for Ideas legata al tema che si era chiusa nell dicembre scorso con oltre 500 iscrizioni in arrivo da 24 paesi diversi. Sette visioni di gardini per il futuro che spaziano da Garden of the Anthropocene, visione super concettuale del trio di sudafricane Katy Rennie, Amber Myers e Josie Dalberg le quali hanno adottato un approccio in cui in controllo del progettista si riduce al minimo: dei parallelepipedi di terriccio in cui miscele di semi erano stati inseriti all’interno, sono state lasciate libere di crescere spontaneamente. Per arrivare al Giardino lineare di Lucia Angelini, architetta e progettista bergamasca che ha puntato l’attenzione sugli spazi verdi cittadini per esempio ai lati delle vie, proponendo una sequenza di linee vegetali resistenti e replicabili che sfruttano l'infrastruttura urbana per strutturarsi. Ma si vedono anche alcuni tra i giardini progettati nelle precedenti edizioni e rimasti a testimonianza, come quello firmato proprio dal direttore artistico Perazzi in passato.

Certo gli esperti riconoscono la particolare varietà di un fiore o la rarità di certi arbusti, però davvero l’unico requisito fondamentale per godersi l’esperienza è la curiosità. A differenza di un quadro o di una scultura, le piante, una volta installate, hanno bisogno di tempo per crescere e svilupparsi ulteriormente, perciò ci si trova sempre di fronte a un’opera non finita. Radicepura diventa quindi uno rigoglioso esercizio di libertà e di immaginazione, in cui il visitatore diventa osservatore di come la natura reagisca in maniera mai del tutto controllabile alla proposta di giardino fatta dal progettista. Ed è il motivo per cui, anziché segnalare l’appuntamento all’inizio del festival, abbiamo scelto di parlarne ora. I battenti di Radicepura chiuderanno ufficialmente il 19 dicembre, ma quelle piante e i progetti per cui sono state interrate restano. Camminare nei terreni che ospitano questa biennale green significa provare a capire come si svilupperà il tutto nel domani. E per chi non riuscisse a passare prima, a partire dal 20 dicembre sarà comunque possibile visitare i giardini e il parco su prenotazione scrivendo all’indirizzo mail festival@radicepurafestival.com.

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