Olivier Theyskens, chi è il designer maestro del goth anni duemila
L'ultima a citarlo Lady Gaga, la prima Madonna. Nel mezzo infinite varianti goth e dark che oggi sono tornate ad ispirare.
Discreto e misurato anche come persona, lo stile di Olivier Theyskens sbocciato a inizio del nuovo millennio è la reference goth definitiva degli utlimi tempi a cui molti si rivolgono. Magari non in modalità didascalica, certamente nella sostanza. Se film come Nosferatu hanno riportato in auge il racconto horror e tenebroso ottocentesco, alla cronaca citazionista dell’estetica goth si aggiunge Lady Gaga che nel video di Abracadabra, uno scontro di luci e ombre impersonificate dall’artista, appare fasciata nella rivisitazione di un pezzo seminale dell’estetica Theyskens, designer nato a Bruxelles e naturalizzato parigino. Una camisole suturata da punti neri ermetici per lei mutuata in tutina dal costume designer Seth Pratt. Diffusa la notizia il nome Olivier Theyskens, ultimamente presente nel circuito francese ma troppo sotto traccia, ha cominciato a circolare in una sorta di risveglio della memoria collettiva.
Olivier Theyskens, chi è il designer maestro del New Goth
Classe ’77, un percorso di formazione mai terminato all’Ecole Nationale Supérieure des Arts Visuels di Le Cambre e una nonna preziosa da cui ha preso il know how sartoriale e la cura e la conservazione di pizzi, scampoli e nastri. Tanto è bastato a definire lo stile e l’essenza di Olivier Theyskens: una miscela romantica di struggente femminilità, dolce tormento e allure misteriosa. Gotica, oscura quanto vulnerabile ed esposta, che sin dai primi passi ha stregato critica e pubblico.
Quanti possono dirsi protetti da una buona stella nel complesso universo della moda? Pochi, ma Theyskens è membro di quel club esclusivo. Succede un fatto decisamente inaspettato quanto rivelatore del valore effettivo del talento del giovane designer. Abbandonati gli studi moda, nel 1997 Olivier Theyskens debutta a Parigi con la sua prima collezione autoprodotta per la primavera estate 1998. Confezionata con molta passione ma chiaramente priva di un piano di sviluppo, una distruzione e una rete vendita alle spalle, strumenti indispensabili per l'avvio e la sopravvivenza di un progetto moda come il suo. Veronica Louis Ciccone alias Madonna poco dopo quello show deciderà infatti di indossare il famoso abito giallo selezionato per lei dalla costumista americana Arianne Phillips in uno degli eventi tra i più rilevanti dell’agenda americana, i VH1 Fashion Awards del 1998. Un successo. Da qui la carriera e la vita del giovane Theyskens, che all'epoca aveva solo 21 anni, passerà al livello superiore, come in un videogame.
Il 24 febbraio 1998 Madonna è in tour promozionale in Italia con The Power of Good-Bye e passa anche sul palco dell’Ariston al Festival di Sanremo numero 48 condotto da Raimondo Vianello insieme a Veronica Pivetti ed Eva Herzigova. La divina si presenza per esibire il singolo Frozen, accompagnata da William Orbit e l’orchestra Rai, in uno spettacolare abito in jersey spalmato nero di Olivier Theyskens della collezione primavera estate 1998 e immancabili decorazioni Mehndi alle mani. Fu magnetica. A Novembre dello stesso anno Miss Ciccone nel programma televisivo tedesco Wetten, Dass..? allo Sporthalle di Linz, in Austria, ripete e conferma la scelta del Festival indossando un altro completo Olivier Theyskens autunno inverno 1998. Insomma, tra i due la sintonia è evidente.
Le direzioni creative di Olivier Theyskens
Il successo immediato di Theyskens velocizza la circolazione del suo nome facendolo atterrare molto presto sulle scrivanie dei piani alti di quei brand blasonati in cerca di rivitalizzazione, freschezza e novità. Nel 2002 Rochas lo nomina direttore creativo a cui il designer belga luciderà lo chichness svelto francese per quattro anni intensi. Terminata la collaborazione Theyskens passa a un altro brand francese dall'heritage consolidato come Nina Ricci. Lo seguirà sino al 2011 per lanciarsi in una nuova direzione creativa di un brand d'oltreoceano come Theory che durerà sino al 2016. Ma queste due esperienze sono solo parentesi in mezzo al flusso profondo sotterraneo che non ha mai smesso di scorrere in background, la sua linea eponima. E dopo due anni di pausa da tutto, il brand Olivier Theyskens è tornato sulle scene come progetto unico e personale e definitivo.
Quando il lavoro di un designer e di un brand raggiungono un primo traguardo importante come il ciclo di vent’anni è sufficientemente denso di avvenimenti, e quello di Theyskens lo è stato, allora le celebrazioni di una progettualità di nicchia sofisticata e curata come la sua sono davvero doverose. Dal debutto nel 1998 al 2018 la donna Theyskens si è evoluta dalle crinoline costruite, bustini e lembi di velo sovrapposti in una versione più asciutta e netta, il prestigioso museo MOMU Fashion Museum di Anversa ha dedicato a Theyskens She Walks in Beauty. Una mostra che copre i 20 anni di carriera e che prende spunto dalla poesia composta nel 1814 da Lord Byron su una vedova estremamente bella vestita di nero. "Ho pensato che fosse perfetto perché anche quando disegno le mie collezioni spesso i miei schizzi raffigurano figure in movimento, come se camminassero" ha detto il designer. A corollario citiamo anche il libro fotografico di Julien Claessens Olivier Thyesken: The Other Side of the Picture di Assouline uscito nel 2009, un viaggio visivo omaggio all'autenticità dell'artigianalità delle sue creazioni, abiti romantici, misteriosi e sontuosi.