Fashion

Chanel: da Coco a Lagerfeld, fino a Blazy - la storia di una Maison rivoluzionaria

Scopri la storia di Chanel, dal genio di Coco al rilancio con Lagerfeld, fino alla nuova era di Matthieu Blazy. Cosa lega - stilisticamente parlando - il giovane designer belga alla Maison? Un viaggio tra rivoluzione, eleganza e innovazione senza tempo.

fall pmcarc rtw runway paris person adult female woman male man face head long sleeve sleeve
L'evoluzione stilistica della Maison Chanel dalla sua fondazione fino all'era Lagerfeld. In foto, la collezione ready-to-wear per l'autunno inverno 1985-1986

La storia della Maison Chanel è un racconto di rivoluzione nello stile e, in generale, nella cultura. Una storia, un fenomeno e un immaginario che ha letteralmente definito il concetto di lusso timeless. Attraverso una selezione di immagini iconiche tratte dai nostri archivi de L'Officiel (ma non solo), esploriamo l'evoluzione della Maison, dagli albori sotto la guida visionaria di Gabrielle "Coco" Chanel fino alla nuova era annunciata con Matthieu Blazy.


La rivoluzione femminile di Coco Chanel

Fondata nel 1910 a Parigi, Chanel iniziò come boutique di cappelli al 21 di rue Cambon. Coco Chanel rivoluzionò la moda femminile, liberandola dai corsetti e introducendo quello che oggi conosciamo come stile comfy, elegante ma moderno. Simboli come il tailleur in tweed, il little black dress e la borsa 2.55 divennero icone di uno stile senza tempo. La sua estetica minimalista e funzionale ridefinì l'immagine della donna, rendendola sempre più indipendente e sicura di sé.

L'influenza di Chanel non si limitò ai capi di abbigliamento: nel 1921, lanciò Chanel No. 5, il profumo più iconico al mondo, diventato il simbolo del lusso e dell'eleganza.

<< Scorri verso il basso per scoprire le immagini che ripercorrono la storia di Chanel >>

L'Officiel 1925 (N.44)
L'Officiel 1928 (N.81)
L'Officiel 1934 (N.150)
L'Officiel 1934 (N.157)
L'Officiel 1935 (N.165)
L'Officiel 1935 (N.171)
L'Officiel 1936 (N.175)

Gli anni '40: un periodo di inattivtà e controversie

La Seconda Guerra Mondiale segnò un periodo oscuro per Chanel. Nel 1939, Coco chiuse la Maison, ritenendo che non fosse appropriato proseguire con la moda durante la guerra. Durante l'occupazione tedesca di Parigi, si concentrò esclusivamente sul profumo Chanel No. 5. In quegli anni la designer viveva al Ritz Hotel, dove intrecciò una controversa relazione con un ufficiale della Gestapo, Hans Günther von Dincklage.

Questa scelta sollevò accuse di collaborazionismo, portandola a un breve arresto dopo la liberazione di Parigi. Per sfuggire alle polemiche, si trasferì in Svizzera, rimanendo lontana dalla scena pubblica per diversi anni.


Gli anni '50: il grande ritorno

Nel 1954, Coco Chanel tornò alla moda, rilanciando il suo brand con una nuova collezione. Criticata inizialmente in Francia, trovò successo all'estero, soprattutto negli Stati Uniti. Fu in questo periodo che nacquero i grandi classici, come il tailleur in tweed, reinterpretato con una visione moderna e pratica. Celebrità come Marilyn Monroe e Jackie Kennedy contribuirono a rafforzare l’immagine della griffe come sinonimo di eleganza.

L'Officiel 1955 (N.397)
L'Officiel 1957 (N.472)
L'Officiel 1958 (N.443)
L'Officiel 1968 (N.551)

Gli anni '70: la scomparsa di Coco Chanel

Coco Chanel lavorò instancabilmente fino alla sua morte, nel 1971. La Maison entrò in una fase di declino creativo, incapace di adattarsi ai rapidi cambiamenti del fashion system negli anni '70. Tuttavia, i grandi classici, come la borsa 2.55 e l'iconico profumo Chanel No. 5, continuarono a essere popolarissimi.


1983: la rinascita con Karl Lagerfeld

Il vero rilancio di Chanel arrivò con Karl Lagerfeld, che nel 1983 fu nominato direttore creativo. Lagerfeld trasformò il brand in una potenza globale, rispettando i codici della Maison ma rinnovandoli con un touch moderno e decisamente più strong. Sotto la sua guida, il logo a doppia C divenne un’icona, e i grandi classici, come il tailleur in tweed e la it-bag 2.55, furono reinterpretati per conquistare anche le nuove generazioni.

«L’eleganza è un atteggiamento. È un modo di camminare, di parlare, di muoversi», Karl Lagerfeld.

L'Officiel 1973 (N.604)
L'Officiel 1984, (N.689)

La rinascita di Chanel con Karl Lagerfeld negli anni '80

1 / 7
Chanel autunno inverno 1983-1984 ready-to-wear
Chanel autunno-inverno 1983-1984 ready-to-wear
Chanel autunno inverno 1983-1984 ready-to-wear
Chanel autunno inverno 1986 ready-to-wear
Chanel autunno inverno 1985-1986 ready to wear
Chanel primavera estate 1986 Haute Couture
Chanel autunno inverno 1986-1987 Haute Couture

«Non mi piace il passato. Mi piace solo il presente e il futuro», Karl Lagerfeld.

1 / 4
Inès de La Fressange per Chanel (Karl Lagerfeld), autunno inverno 1987-1988 Haute Couture
Inès de La Fressange per Chanel (Karl Lagerfeld), autunno inverno 1987-1988 Haute Couture
Carla Bruni per Chanel (Karl Lagerfeld), primavera estate 1989 ready-to-wear
Chanel autunno inverno 1988-1989 ready-to-wear

Lagerfeld fu anche pioniere nel saper unire moda, pop culture e jet set, portando Chanel a essere un simbolo di status globale. Dopo oltre tre decenni alla guida, e dopo la sua scomparsa nel 2019, Karl Lagerfeld ha lasciato un'eredità creativa straordinaria che continua a influenzare profondamente il mondo della moda.

La sua capacità di reinterpretare i codici del passato con un linguaggio unico ha ispirato alcuni dei designer più celebri della nostra epoca, tra cui Alessandro Michele, Jeremy Scott, Heidi Slimane, Pierpaolo Piccioli, e John Galliano, che hanno saputo raccogliere e trasformare la lezione di Lagerfeld nella loro visione personale.

Dagli anni '90 alla scomparsa di Lagerfeld

1 / 8
Claudia Schiffer per Chanel (Karl Lagerfeld), autunno-inverno 1992-1993 ready-to-wear
Claudia Schiffer per Chanel (Karl Lagerfeld), primavera estate 1993 Haute Couture
Claudia Schiffer per Chanel (Karl Lagerfeld), autunno inverno 1992-1993 Haute Couture
Christy Turlington per Chanel (Karl Lagerfeld), primavera estate 1992-1993 Haute Couture
Linda Evangelista per Chanel (Karl Lagerfeld), autunno inverno 1991-1992 ready-to-wear
Chanel primavera estate 1995 ready-to-wear
Naomi Campbell per Chanel (Karl Lagerfeld), primavera estate 1994 ready-to-wear
Mariacarla Boscono per Chanel (Karl Lagerfeld), primavera estate 2002 ready-to-wear
1 / 5
Chanel primavera estate 2008 Haute Couture
Chanel primavera estate 2014 Haute Couture
Kristen McMenamy per Chanel (Karl Lagerfeld), primavera estate 2011 Haute Couture
Chanel primavera estate 2013 ready-to-wear
Cara Delevingne per Chanel durante la prima sfilata senza Karl Lagerfeld, autunno inverno 2019-2020 ready-to-wear

Matthieu Blazy: il futuro di Chanel

Nel 2019, il testimone è passato a Virginie Viard, collaboratrice storica di Lagerfeld. Con un approccio più intimo e femminile, Viard ha guidato la casa di moda nel rispetto delle tradizioni. Le sue collezioni hanno raccontato un'eleganza sobria e le radici artigianali della Maison, e dialogato con le esigenze di una donna contemporanea.

Qualche giorno fa, invece, Chanel ha annunciato una nuova era con l’arrivo di Matthieu Blazy come direttore creativo. Il suo lavoro precedente, in particolare presso Bottega Veneta, si è distinto per una raffinata attenzione ai dettagli, tessuti pregiati e un'estetica estremamente riconoscibile. Sono moltissimi gli elementi che avvicinano il suo linguaggio stilistico a quello di Chanel: la Maison francese, da sempre, valorizza l’eccellenza artigianale, e Blazy, con la sua maestria nel raccontare la bellezza dei materiali, sembra il candidato ideale per proseguire questa tradizione.

Anche Blazy condivide una visione della moda che privilegia quella semplicità studiata e la funzionalità, trasformando ogni capo in un perfetto equilibrio tra forma e unicità. La sua estetica, contemporanea ma mai eccessiva, dialoga in modo armonioso con lo stile sobrio ed eterno di Chanel - è fresca e mai banale.

Sarà in grado Blazy di reinterpretare i codici della Maison di moda per antonomasia con la stessa allure visionaria di Lagerfeld, mantenendo viva l’essenza di Coco?

L'estetica di Matthieu Blazy

1 / 13
Bottega Veneta disegnata da Matthieu Blazy, primavera estate 2024
Bottega Veneta disegnata da Matthieu Blazy, autunno inverno 2024-2025
Bottega Veneta disegnata da Matthieu Blazy, primavera estate 2024
Bottega Veneta disegnata da Matthieu Blazy, primavera estate 2025
Bottega Veneta disegnata da Matthieu Blazy, autunno inverno 2023-2024
Bottega Veneta disegnata da Matthieu Blazy, autunno inverno 2024-2025
Bottega Veneta disegnata da Matthieu Blazy, autunno inverno 2024-2025
Bottega Veneta disegnata da Matthieu Blazy, autunno inverno 2023-2024
Bottega Veneta disegnata da Matthieu Blazy, primavera estate 2024
Bottega Veneta disegnata da Matthieu Blazy, primavera estate 2025
Bottega Veneta disegnata da Matthieu Blazy, primavera estate 2023
Bottega Veneta disegnata da Matthieu Blazy, primavera estate 2023
Bottega Veneta disegnata da Matthieu Blazy, primavera estate 2024

Anche Blazy condivide una visione della moda che privilegia quella semplicità studiata e la funzionalità, trasformando ogni capo in un perfetto equilibrio tra forma e unicità. La sua estetica, contemporanea ma mai eccessiva, dialoga in modo armonioso con lo stile sobrio ed eterno di Chanel. È fresca e mai banale.

Sarà in grado Blazy di reinterpretare i codici della Maison di moda per antonomasia con la stessa allure visionaria di Lagerfeld, mantenendo viva l’essenza di Coco?

Images by Getty Images / L'Officiel Archives

Tags

Articoli consigliati