Fashion

Dalle borse Bottega Veneta a Daniel Lee, storia di un brand dai destini intrecciati

No logo, please. Il lusso di Bottega Veneta, spiegato attraverso una timeline, offre la chiave d'accesso all'enigmatico universo di accessori e abiti cult

Dettaglio Intrecciato Borse Bottega Veneta
Bottega Veneta, storia di un brand di lusso

Le borse di Bottega Veneta sono dappertutto. Pizzicate con due dita oppure strette sottobraccio di chi ne apprezza qualità e sfacciata discrezione, meritano tutto il successo che hanno. La storia del brand di lusso, oggi nel portafoglio Kering di François-Henri Pinault, nasce nel 1966 nel vicentino come azienda specializzata in accessori di pelletteria. Una realtà già ai tempi votata al credo dell’alta artigianalità come criterio possibile per affermarsi sul mercato. Se Bottega Veneta oggi si può considerare un brand di moda del segmento lusso very cool è perché è guidato da un animo astuto e raffinato. Contemporaneamente non ostenta loghi ma possiede una personalità ingombrante, si sottrae alla sovraesposizione malsana del social ma sforna media digitali di conversazione. Non ultima la scelta di sfilare fuori calendario secondo un sistema di conteggio stagionale molto personale. A cominciare da Salon 01 a Londra, evento scelto per presentare la p/e 22 e Salon 02 a Berlino dell'aprile 2021, la collezione autunno inverno 2021/22 tenuta segreta sino a settembre. La collezione Salon 03, alias della primavera estate 2022, verrà presentata a Detroit il prossimo 21 ottobre, molto dopo la chiusura del Fashion Month. Se Bottega Veneta grazie a Deniel Lee sta riscrivendo la storia di un brand votato all'ermetismo attraverso gesti univoci in controtempo, ripercorrerne il suo passato non farà che mettere in luce magnifiche radici già allora predestinate.

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"When Your Own Initials are Enough"

Pubblicità Bottega Veneta in bianco e nero degli anni 80
L'intrecciato Bottega Veneta

Facciamo rewind. Nel 1966 Michele Taddei e Renzo Zengiaro creano un marchio specializzato in pelletteria fin da subito votato alla qualità artigianale. Lasciato subito il controllo a Laura Moltedo, ex moglie di Taddei, ciò che all’imprenditrice salta all’occhio come un difetto diventa il più grande trigger del successo del brand vicentino. La mancanza di macchinari adatti ad assemblare con successo i pellami spessi delle borse, per via di sole cucitrici dotate invece di aghi per la cucitura di tessuti, porta l’azienda a sperimentare nuove tecniche. Tagliare la nappa a strisce, tra i pellami il più morbido, per poi intrecciarla in un pannello unico, ha consentito di aggirare l’ostacolo e aprirsi a lavorazione esaltatrici naturali del valore dell’artigianalità. Quando si dice il genio italiano. Grazie alla pelle tessuto, il celebre Intrecciato, Bottega Veneta comincia a scalare il mondo. E le borse Bottega diventano pezzi cult. 

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Bottega Veneta autunno inverno 2000, Giles Deacon
Bottega Veneta autunno inverno 2000, Giles Deacon
Le collezioni Bottega Veneta autunno inverno 2000 sotto la guida di Giles Deacon

Gli anni 80 passano, in mezzo c'è American Gigolò con Richard Gere e Lauren Hutton, mentre con i 90's segue un calo fisiologico di popolarità che induce Laura Moltedo, all'inizio del nuovo millennio, a chiamare a raccolta il designer inglese Giles Deacon affinché disegni un total look votato al lusso minimalista. Durerà pochissimo. L'arrivo del tedesco Tomas Maier nel 2001, in qualità di Direttore Creativo di Bottega Veneta per volere di Tom Ford, coincide con l'acquisizione del brand da parte del Gruppo Kering, ex Gruppo Gucci. È l'inizio di un nuovo capitolo per il marchio dell'intrecciato. 

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Tomas Maier, Direttore Creativo di Bottega Veneta per 18 anni
Tomas Maier, Direttore Creativo di BV dal 2001 al 2018

Famiglia di architetti, nato ai margini della Foresta Nera, Tomas Maier studia a Parigi alla Chambre Syndicale de la Haute Couture dove prima di lui si perfezionarono Karl Lagerfeld e Yves Saint Laurent. Claude Brouet, sua mentore da Hermès, gli disse una volta, "Il Lusso non si scorge a miglia di ditanza anzi, lui non si mostra affatto". Detto fatto.

Borse Bottega Veneta, Maier crea la Cabat

Borsa Bottega Veneta Cabat primavera estate 2005, Tomas Maier
Borsa Bottega Veneta Cabat autunno inverno 2006, Tomas Maier
Borsa Bottega Veneta Cabat primavera estate 2015, Tomas Maier
Tomas Maier re-introduce nel 2005 la borsa Cabat, una shopping bag di solo intreccio. Qui P/E 2005, A/I 2006 e P/E 2015

Prima di debuttare con il total look Bottega Veneta Tomas Maier si concentra sul core-business del marchio, gli accessori, e lo fa con una lucidità e sintesi ineccepibile. Ed è di nuovo lusso, tanto lusso. Al netto di un'estetica solo in apparenza sobria e distaccata, ancora una volta non è un logo o un etichetta in bella mostra a fare da megafono all'innegabile fascino dei prodotti BV. E così Maier crea la shopper Cabat, un borsa a mano rimessa a fuoco per la sua funzionalità. Due giorni di lavorazione per assemblarla per 500 esemplari all'anno in vendita solo in boutique. Se non è lusso questo. 

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Bottega Veneta The Knot, la borsa pochette è la minaudière feticcio del bel mondo

Borsa Bottega Veneta KNOT, clutch primavera estate 2007, Tomas Maier
Borsa Bottega Veneta KNOT, clutch primavera estate 2014, Tomas Maier
Minaudière The Knot, pochette stondata con apertura a forma di nodo. P/E 2007 e P/E 2014

Gli archivi di un brand di moda con più di quarant'anni di vita sono un vero tesoro. Tomas Maier punta lo sguardo in una direzione fortunata, quella di una pochette datata 1978, per immetterla tra gli oggetti del desiderio dell'allora contemporaneo 2006. Nasce così la borsa The Knot, minaudière dagli angoli stondati, simile a una pillola, naturalmente decorata da intrecci e lavorazioni preziose, dotata di chiusura metallica di design a forma di piccolo nodo. Bingo. Il 2006 è anche l'anno in cui Maier, insieme al manager e CEO Patrizio di Marco, decidono di aprire quella che sarà un modello di eccellenza, la Scuola della Pelletteria Bottega Veneta, un mossa intelligente per non delocalizzare la produzione e allevare i propri artigiani della pelle di domani. Nel mentre i fatturati lievitano. Arriva però inesorabile il 2018 e con lui la fine di un'epoca luminosa e intrecciata di successi. Per Bottega Veneta è tempo di voltare pagina e iniziare a scrivere l'incipit un nuovo capitolo.

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Ritratto di Daniel Lee, nuovo Direttore Creativo di Bottega Veneta
Nel giugno 2018 Daniel Lee diventa il nuovo Direttore Creativo di Bottega Veneta

È riuscito a visitare solo il Giappone l'anno in cui aveva deciso di prendersi una pausa dal lavoro. Dopo le esperienze americane con Donna Karan e quelle parigine da Maison Margiela, Balenciaga e Céline, ancora con l'accento, al fianco di Phoebe Philo e di cui diventerà resposabile del ready-to-wear della maison, manca solo the next big thing. François-Henri Pinault gli fece una di quelle telefonate che non ammettono praticamente risposta, se non quella affermativa. Da fashion designer, sconosciuto al grande pubblico, schivo ma proattivo nelle retrovie degli atelier, Lee si appresta al più importante incarico della sua carriera professionale. Per gran parte del 2018 Daniel Lee chi è è stata la query più digitata sui motori di ricerca. Pochissimo Instagram, quasi nulla sulla sua vita. Ottimo inizio. La strategia nel marketing è tutto. 

Arriva The Pouch, la borsa di Bottega Veneta 6.0

Film American Gigolò con Richard Gere e Lauren Hutton, clutch Bottega Veneta
Lauren Hutton sfila per Bottega Veneta nel 2016, anno del 50esimo del brand
The Pouch, clutch bag di Bottega Veneta rivisitata da Daniel Lee nel 2019
La red clutch Bottega Veneta in American Gigolò, 36 anni dopo sottobraccio a Lauren Hutton, nel 2019 rivisitata da Lee

Daniel Lee arriva da Bottega nel giugno del 2018. La collezione primavera estate 2019 è praticamente fatta e lui si limita a guardare oltre e a disegnare quella successiva, l'invernale 19/20. Nel tempo in mezzo studia il lancio di prodotti bomba, prevalentemente accessori, come la clutch The Pouch. La più scomoda e anti funzionale nella storia delle pochette. E forse per questo vince. Il modello però non è nuovo. Dall'archivio BV spunta una borsa a mano intrecciata, più simile per capienza a un beauty case, di lusso of course, che a una pochette, naturalmente destinata a raccogliere parecchio successo. Dal guardaroba di Michelle Stratton - Lauren Hutton in American Gigolò del 1980, al sottobraccio della stessa sulla passerella p/e 2017 per il 50esimo del brand celebrato nel 2016, Daniel Lee decide che sarà una borsa pochette morbida e grande il nuovo ponte tra il passato e il presente di BV. Ipse dixit. Contestualmente il feed Instagram di Bottega Veneta viene resettato, azzerato per essere rimpinguato da una sola immagine, quella di una Pouch adagiata sul sedile posteriore di un'auto.

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Borsa Bottega Veneta, la padded cassette di Daniel Lee autunno inverno 2019
Dopo The Pouch anche Padded Cassette diventa la borsa a tracolla must-have di Bottega Veneta

La moda di Daniel Lee per Bottega Veneta si asciuga, trova curve e vestibilità nuove rispetto all'estetica più borghese adottata precedentemente dal brand. La mescolanza di genere, i volumi esagerati e una palette azzardata rendono ancora più iconico e riconoscibile il dna di un marchio che sta imparando a dialogare fitto-fitto con le generazioni più giovani. La borsa Paddle Cassette ne è un esempio chiarissimo. Anche le scarpe Bottega Veneta fanno parte di un restyling del concetto di lusso elegante moderno. Lee crea la linea scarpe Bottega Veneta Stretch, peraltro copiatisima senza pietà, dove i modelli di sandali a fascia e i sandali a listini attraggono più per l'estetica pop e surreale, che per una pomettente praticità. Le mule Lido, gli stivaletti con suola carrarmato Tire a Lug sono ingranaggi bel oliati della macchina Bottega Veneta by Daniel Lee.

Sandali stretch intrecciati Bottega Veneta primavera estate 2020
Sandali stretch in rete rossa Bottega Veneta resort 2021
Scarpe bottega veneta, i sandali stretch in rete nel verde ssignature del brand
Dopo le borse, le scarpe. Bottega Veneta lancia sul mercato sandali impossibili pronti a diventare cult
 

Appena dopo un anno e mezzo ai Fashion Awards 2019 il designer di Braford riceve qualcosa come 4 nomination, diventate poi premi, come miglior designer di accessori, miglior stilista di abbigliamento femminile, miglior stilista in generale, miglior brand. Tutto questo intrecciato alla strategia di chiudere definitivamente i social network del brand per sviluppare altri canali. Lasciare orfani clienti e fan di uno spazio dove sentirsi vicini al brand è un gesto ardito e rischioso ma si sa che in amor vince chi fugge e non tutto è perduto. Ormai @newbottega è l'account Instagram unofficial del marchio curato dalla super esperta Laura Rossi in grado di colmare il grande vuoto lasciato dalle rigorose scelte di marketing aziendale. Unico spiraglio, e che spiraglio, sono i progetti editoriali digitali chiamati Issue, magazine transmediali trimestrali, voluti da Lee per coinvolgere e condurre artisti e pensatori nell'universo moda di Bottega. Se non è un intreccio questo, what else. 

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