Riccardo Canella e l’Oro di Venezia
Intervista all’Executive Chef di Oro, ristorante fine dining del Cipriani, a Belmond Hotel di Venezia.
Posato e riflessivo in sala, istintivo e passionale in cucina. Parla poco, o meglio, lascia che siano i suoi piatti a esprimersi per lui. Il palcoscenico è tutto per i colleghi della sala, mentre Riccardo Canella compare a tavola di tanto in tanto, raccontando le sfumature dei piatti più significativi nei menu degustazione “Divenire” e “Vegetum”. Percorsi che ha creato per Oro, ristorante fine dining all’interno del Cipriani, Belmond Hotel di Venezia.
Dopo un periodo di assestamento in cucina, Canella ha esordito a fine luglio nell’incantevole luogo di ristoro sull’Isola della Giudecca, a pochi minuti di navetta da Piazza San Marco. Tornato in Italia dopo una fruttuosa esperienza al Noma, indirizzo tristellato di Copenaghen, ha risposto alla chiamata del Cipriani, l’unica opzione che ha realmente preso in considerazione per rimettere piede in Veneto, sua terra natale.
L’avanguardia vegetale di Oro
Prima di accedere al ristorante Oro, concepito come un teatro celato da un’elegante tenda, gli ospiti possono passeggiare nei giardini Casanova, immergendosi nella dimensione naturale da cui Canella si ispira per le sue ricette.
“La componente vegetale è il filo conduttore della degustazione di otto portate di Vegetum, ma è molto presente anche nel menu Divenire. Rappresenta un terreno dove posso esprimermi al meglio e far emergere la verità degli ingredienti” racconta Canella. “Lavorare con i soliti noti come foie gras e manzo trovo che sia un po’ noioso”.
Così nei piatti si svelano profumi di rosa, mai troppo invadenti poiché calibrati con una precisione disarmante. “La mia cucina è una questione di equilibri sottili. È come un cerchio che si chiude e piano piano permette di plasmare l’identità di Oro”.
Istinto e gusto
Difficile da definire a parole, lo stile gastronomico di Riccardo coinvolge la dimensione multisensoriale stimolando la vista con colori brillanti di petali di fiori, l’udito con la croccantezza di un taco e il tatto con i piccoli morsi da gustare direttamente con le mani. L’olfatto è inebriato dai sentori di erbe spontanee che decorano e diventano parte integrante di un brodo di miso da bere con la cannuccia, mentre il gusto è sempre messo al primo posto.
“Nei menu di Oro c’è tanto di me, ma anche dei ragazzi del team. I piatti rappresentano una nuova idea cucina, che mi piace chiamare “palatale”. Un percorso di gusto con una profondità notevole, che però non deve lasciare appesantito chi lo degusta” svela Canella. “Mi piace andare a fondo con i piatti, per poi risalire in superficie e abbandonarsi alla leggerezza. Non sono venuto in Veneto per fare la cucina del Noma, ma per trovare la mia identità di matrice italiana, contestualizzandola nell’ambiente della Laguna”.
Materie prime del territorio, rigorosamente stagionali, vengono così combinate con il pescato dell’Adriatico e prodotti artigianali di eccellenza, lavorati con rispetto per donare un senso di familiarità nonostante l’evidente avanguardia creativa. L’istinto di Riccardo fa il resto. “Sono molto istintivo, ogni tanto mi devono rimettere in riga” scherza lo chef. “Mi piace bilanciare i piatti più tradizionali che prepariamo per gli altri punti di ristoro, con l’avanguardia di Oro. Arrivare al Cipriani è come quando giochi a basket e ti ritrovi nell’NBA: un gioco differente”.
Da Divenire a Vegeto
Tra i piatti indimenticabili di Oro, Smascherato è un cracker con miso di polenta, fiori e fudge vegetale e rappresenta il primo step per lasciarsi andare all’esperienza gastronomica guidata da Canella. Il Riso alloro e zafferano è una dedica a Venezia e si ispira ai celebri piatti di Marchesi e Alajmo: qui l’oro viene però nascosto da una polvere di alloro e pesto di polline.
Magistrale il rombo cotto lentamente sulla brace che si sta esaurendo, accompagnato da porcini, tartufo, crema di prezzemolo e cipolla brasata con olio di rosa. Una spugna di nocciola con marasca e polvere di alga, insieme al dessert Woodruff con botaniche selvatiche, sorbetto di ostrica, crema infusa di gorgonzola e olio al dragoncello, completano il percorso degustazione definendo la nuova cucina istintiva e di gusto di Oro. Tra i gioielli gastronomici più brillanti della Laguna.
Immagini courtesy Cipriani, a Belmond Hotel, Venice