Fendi, l'omaggio a Roma di Kim Jones con la sfilata primavera estate 2024
La sfilata primavera estate 2024 potrebbe essere - secondo voci di corridoio che d'ora in ora si fanno sempre più insistenti - l'ultima di Kim Jones come direttore creativo di Fendi. E il suo ultimo saluto alla maison romana è una celebrazione della bellezza di Roma, delle emozioni che offre agli occhi di un'osservatore acuto come Jones, che ha scomposto, e poi ricomposto sugli abiti, la sua visione della Città Eterna.
Fendi, la primavera estate 2024
«Camminando per le strade di Roma», ci dice prima della sfilata di Fendi il direttore creativo Kim Jones «ogni giorno mi dirigo dal mio hotel al Colosseo, accompagnato dalla musica che risuona nelle mie orecchie. È come se stessi vivendo la colonna sonora di un film immaginario, con personaggi vestiti in abiti Fendi che sfrecciano davanti ai miei occhi».
Per la primavera estate 2024 Kim Jones ha presentato una collezione donna che incarna e celebra l'arte sartoriale di Fendi, prendendo spunto dalle emozioni che ai suoi occhi suscita la vista della Città Eterna. Le iconiche borse - in questo caso l'aggettivo è d'obbligo - della maison, come la Baguette e la Peekaboo, sono diventate imponenti resti archeologici, come templi di Roma antica. Ma si sa, anche gli imperi più potenti cadono. E al termine potrebbe essere anche arrivato il tempo di Kim Jones da Fendi. Le voci di un avvicendamento con Alessandro Michele, ex direttore creativo di Gucci - osannnatissimo dai suoi fan, criticatissimo dai suoi detrattori -, si fanno sempre più insistenti. Da Naomi Campbell a Kate Moss, fino a Linda Evangelista, chi dice che il cambio alla direzione creativa di Fendi sia ormai cosa fatta, porta come ulteriore prova la presenza delle top model, amiche di lunga data del direttore creativo Kim Jones.
Ma aldilà dei gossip, veniamo alla collezione. Kim Jones ha portato in passerella un guardaroba dai colori tipicamente romani, dall'arancio al rosso, passando per le terre, gli azzurri, i beige. Le linee semplici slanciano la figura, i capispalla minimalisti - tra i quali spiccavano cappotti corti e spolverini - donano alla persona un glamour à la Dolce Vita, la logomania (che per fortuna è stata archiviata) viene esplosa ed ingigantita a formare dei motivi geometrici a contrasto.
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