Fendi rewind, storia del brand che celebra il lusso dell'artigianalità
Quasi un secolo di storia per il brand femminile al 90% costellato da accessori in pelle e pelliccia, borse iconiche e loghi mantra, in costante ricerca della bellezza assoluta.
Urban Dictionary lo inserisce come termine utilizzato per ribadire un concetto evidente o una realtà dei fatti inequivocabile. Interessante, ma c’è di più. Nel mondo il marchio Fendi rappresenta la quintessenza del Made in Italy, il lusso autentico, il legame con le radici. E ripercorrere la storia del brand romano, dal 2001 è parte della divisione Fashion & leather Goods del portafoglio del gruppo francese LVMH, è un po' come portare alla luce visioni e proiezioni, padronanza delle tecniche e conoscenza insieme al carisma di Karl Lagerfeld, che in quasi un secolo di storia ha contribuito ad arricchire il concetto collettivo di bellezza. Dal monogramma Fendi su borse e abbigliamento diventato ossessione e passione di moltissimi, pelle e pelliccia rimangono i materiali indiscussi della dialettica del marchio romano. In un momento così delicato di cambiamento nelle scelte etiche e sostenibili di molti brand, Fendi si cimenta in quellla che sarà tra le scelta possibili quella più difficile. Come? Trovando alternative sostenibili pur rimanendo fedeli alla propria missione estetica.
Prima di incontrare e sposare Edoardo Fendi, Adele Casagrande erà già un'imprenditrice. Una donna indipendente nel gestire il negozio di pellami e pellicce con annesso laboratorio aperto nel 1918 in Via del Plebiscito a Roma. Quando Casagrande ed Edoardo Fendi diventano marito e moglie, la decisione di cambiare nome all'azienda è immediata e il 1925 è l'anno in cui nasce definitivamente la realtà Fendi.
Se nel 1926 e nel 1932 Fendi si ingrandisce con i nuovi negozi via Borgognona e Via Piave, mentre i prodotti di squisita fattura sono già oggetti del desiderio di una clientela italiana ed europea raffinata, è nel 1947 che si innesca quell'accelerazione di sviluppo e crescita con l'arrivo nella gestione del brand delle cinque sorelle Fendi. E da brave amministratrici si spartiscono equamente i ruoli. Paola segue le lavorazioni del segmento pellicceria con le tinte e le conce; Franca è responsabile acquisti e direttrice del punto vendita di via Borgognona; Carla dell’ufficio commerciale e dell’ufficio stampa; Alda, si occupa dell'atelier e del laboratorio di pellicce; infine Anna dirige l’ufficio progettazione e licenze.
L’accelerazione definitiva di Fendi inizia con l’arrivo nel 1965 del designer tedesco Karl Lagerfeld nelle vesti di Creative Director all'interno di una realtà imprenditoriale tutta al femminile. La liason tra le sorelle e Kaiser Karl sarà uno dei sodalizi moda più longevi e duraturi ad oggi mai documentati. 54 anni densi di sperimentazione, azzardi e innovazione. Sarà lui nel 1966 a creare quel logo doppia F, conosciuto anche con il nome di Zucca, il cui significato vale per Fun Furs, pelliccia divertente. Inizialmente utilizzato come pattern della fodera interna per la valigeria, ora è parte integrante dell’estetica esterna dell’intero brand. Negli anni Karl Lagerfeld ha fornito a Fendi qualcosa come più di 70 mila disegni. Un vero patrimonio di idee e ispirazione. Ma il grande salto è avvenuto nel 1977, anno designato per il debutto della prima collezione di abbigliamento ready-to-wear, che spostato la lettura di pellicce e capospalla da prodotti esclusivi d'atelier a opzioni fruibili e dinamici per un pubblico molto più vasto.
Il tema del logo sarà cruciale nello sviluppo e nella lavorazione dei materiali pregiati con cui sono realizzati i prodotti Fendi. Intrecci, intarsi, rilievi e laser, sono solo alcune delle infinite lavorazioni adoperate nella riproduzione della doppia F. Una pratica al servizio di un'immaginazione sempre più fervida che non delude mai le aspettative. In occasione del più recente rilancio del nuovo logo fu organizzato l'evento FF Reloaded, un party segreto allestito nel tunnel dei graffiti del Lost Rivers, in Leake Street, nel cuore della street art londinese.
Se Fendi ha costruito il suo DNA con borse e valigie dalla fattura accurata e lussuosa con l’intento di farle rimanere al lungo nei guardaroba, la linea Selleria nata negli anni 30 lo dimostra, è con la creazione di modelli “alla moda”, al passo con i tempi -più spesso fautori stessi dei trend- a porre il brand romano nella posizione di riscrivere il concetto stesso di it bag e quello di accessorio feticcio. A Silvia Venturini Fendi, figlia di Anna, si deve la creazione nel 1997 della borsa Fendi per eccellenza: Baguette. Scrigno morbido dalla forma rettangolare, un manico corto studiato per essere indossato a spalla e una fibbia bold con la doppia F, è diventata una delle pietre miliari della grammatica estetica della Maison romana. Per la borsa Baguette, per via della similitudine con l’abitudine francese di portare il pane sotto braccio di ritorno dalla spesa, fu creata una lista d’attesa e coniato il titolo di it bag più desiderata della fine degli anni 90. Nel 2012 con il libro edito da Rizzoli Baguettemania si celebrano i suoi gloriosi primi 15 anni. La Baguette Fendi è un archetipo, un canvas su cui riscrivere ogni volta una storia diversa. Praticamente perfetta.
Dopo Baguette nel 2008 debutta anche Peekaboo
L'essenza della borsa Peekaboo si cela nel nome stesso. Traduzione dell'esclamazione cu-cù nel classico gioco Nascondino, allude a un forma di seduzione sottile, ironica ma graduale, del suo disvelamento. La forma della borsa a mano lady like viene così stravolta dall’insolita apertura fintamente accidentale da cui è possibile posare uno sguardo furtivo sul suo prezioso contenuto. Praticamente un trattato di meta-psicologia. Altre creazioni nate dalla visione di Silvia Venturini Fendi sono le borse Spy, B Fendi e Silvana.
L'effetto wow è l'ingrediente fondamentale sempre presente nella storia di Fendi. Ogni singolo evento, sfilata e celebrazione plasmato dall'universo Fendi meriterebbe un approfondimento a partee. L'inarrestabile creatività e visione di Karl Lagerfeld ha certamente convinto e insegnato al team a pensare in grande sempre. Ad esempio nessun ostacolo burocratico ha distolto il brand romano dal presentare (con oltre un anno di preparazione) la sfilata niente meno che sulle pietre millenarie della Muraglia Cinese, una delle sette meraviglie del mondo. 88 modelle, ospiti d’eccezione e una passerella lunga 80 metri. Nel Celeste Impero l’8 è considerato il numero propizio per eccellenza perchè contiene ben 2 cerchi simbolo di fortuna. Leggenda narra che quella notte la sfilata fosse visibile addirittura dalla Luna.
A seguire negli anni sono arrivati anche i droni. In occasione della collezione autunno inverno 2014 Fendi ha scelto di offrire un visione alternativa dello show attraverso le camere drone dell'Areonautica. Così facendo è stato possibile condividere non solo un punto di vista inedito al pubblico collegato in rete, ma tentare una fusione tra due livelli di storytelling grazie a un utilizzo creativo delle tecnologie sempre più avanzate di un passato recente che tuttavia oggi ci appare più lontano. Un altro evento da antologia è stato il programma di celebrazione per i 90 anni del brand. Dopo aver contribuito ai restauri della Fontana di Trevi nel 2013 grazie al programma di finanziamento Fendi for Fountains, il monumento costruito da Nicola Savi sulla facciata di Palazzo Poli nel 1732 (inaugurata poi nel 1762), nel 2016 è diventato cornice e passerella dello show celbrativo con la collezione Haute Fourrure Legends and Fairy Tales. Tra l'atmosfera da sogno e la passerella trasparente immersa nelle acque azzurre della fontana abbiamo sicuramente assistito a un altro momento di consacrazione della bellezza.
Federico Fellini adorava chiamare le cinque sorelle romane le “fendine”. Da Luchino Visconti a Wes Anderson, da Martin Scorsese a Giuseppe Tornatore, Fendi ha collaborato, ideato e fornito a più di 50 flim e serie TV i costumi di scena in un dialogo costante alimentato dalla comune passione per la cultura e l'indagine dell'uomo. Da The Young Pope di Sorrentino a Le Bal di Ettore Scola. The Berlin Affair di Liliana Cavani a Michelangelo Antonioni con Eros. Pelliccie sontuose e capispalla rielaborati sono stati ugualmente protagonisti di queste pellicole così importanti. E anche qui non sono mancate le celebrazioni. Nel 2017 con Fendi Studios, la mostra allestita nel Palazzo della Civilità Umana all'Eur, headquarter della maison dal 2015, è stata messa in scena un percorso rivoluzionario con cui ribaltare la prospettiva del rapporto tra moda e cinema. Il visone di Gwineth Paltrow nel ruolo di Margot Tenenbaum nel film di Wes Anderson e il coat duble di Silvana Mangano ne Gruppo di Famiglia in un Interno.
1925: Edoardo e Adele Fendi aprono la prima boutique in via del Plebiscito a Roma
1932: nasce Selleria, linea di accessori completamente realizzati a mano in cuoio con la medesima tecnica con cui i gli antichi romani realizzavano sandali e accessori. Su ogni borsa è inciso un numero a indicare il numero delle cuciture o i punti indispensabili a dare vita ad ogni singolo pezzo.
1946: i genitori Fendi lasciano le redini dell’azienda in mano alle 5 figlie, Paola, Franca, Carla, Anna e Alda
1966: Karl Lagerfeld, già Creative Director da un anno, inventa il logo a doppia F
1969: nascono linee di borse e accessori Fendi dedicate a un pubblico più ampio
1977: debutta la prima linea di abbigliamento pret-à-porter
1987: arriva la seconda linea Fendissime seguita dalle figlie di Anna, Silvia e Ilaria, affidata per un anno al giovane designer Giambattista Valli
1997: Silvia Venturini Fendi crea la borsa Baguette dalla forma rettangolare e tracolla breve
2001: Fendi entra nell'orbita di Lvmh, polo del lusso e l’anno successivo ne acquista la maggioranza
2005: l’apertura di Palazzo Fendi nel centro di Roma celebra i primi 80 anni di storia
2007: Fendi presenta la collezione autunno inverno 07/08 con una passerella lunga 88 metri allestita lungo la Grande Muraglia cinese
2008: Silvia Venturini Fendi disegna la borsa Peekaboo
2016: per i 90 anni viene allestita la sfilata Haute Fourrure Legends and Fairy Tales alla Fontana di Trevi unitamente alla mostra Fendi Roma – The Artisans of Dreams al Palazzo della Civiltà Italiana all’Eur, detto anche Colosseo quadrato
2019: La sfilata The Dawn Of Romanity al Tempio di Venere fronte Colosseo, terzo capitolo filantropico tra il brand e il patrimonio storico territoriale della capitale, rende omaggio a Karl Lagerfeld venuto a mancare proprio nel 2019: 54 modelli per 54 look in onore agli anni della loro fruttuosa collaborazione.
2020: La collezione donna viene affidata a Kim Jones, già stilista per la collezione uomo di Dior. Accessori e linea uomo rimangono alla creatività di Silvia Venturini Fendi