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The Newest Alien: Alien Hypersense

Danièle Lahana-Aidenbaum, presidente globale moda e fragranze, Casey Cadwallader, direttore creativo della moda e Anok Yai, testimonial, raccontano Alien Hypersense, la nuova fragranza Mugler.

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«Il 2024 è un anno importante per Mugler, perché il marchio, fondato nel 1974, compie 50 anni», esordisce Daniele Lahana-Aidenbaum, da ottobre ’22 presidente globale moda e fragranze. «Alien è la nostra franchise più importante, anche se quando si pensa a Mugler spesso si pensa alla stella blu di Angel. Nel 2022, Alien ha raggiunto per la prima volta la top 20 a livello mondiale ed è cresciuto molto negli Stati Uniti. Con Alien Hypersense raccontiamo una nuova storia su come liberare l’alieno che è in noi. Mugler non lascia indifferente, è un marchio molto polarizzante, al tempo stesso gioioso e di rottura con una visione aumentata della femminilità, empowered e radicale. Quando indossi un suo capo ti senti una versione supercharged di te stessa. Abbiamo chiesto a Dominique Ropion, autore della prima Eau de Parfum Alien, come avrebbe rifatto Alien oggi. Nella nuova creazione c’è la stessa overdose di fiori bianchi, il gelsomino cremoso che è la firma olfattiva di Alien, ma avvolto dal Cashmeran, a conferirli una sfaccettatura legnosa».

Come precisa Ropion, il gelsomino sambac qui è “overblooming”, così intensamente floreale da sembrare quasi animale, grazie all’utilizzo dell’assoluta (più floreale, meno verde e fruttata rispetto al classico fiore) ricavata da un raccolto sostenibile nei campi di Mugler in India, ed esaltato dal Cashmeran, vellutato come un muschio, con una sfumatura di ambra grigia salata e sensuale. «Per la campagna Christophe Derigon, direttore creativo di Baron & Baron, ci ha proposto l’idea di una donna che cammina verso la telecamera e si comporta progressivamente come una creatura selvaggia: spruzza la fragranza e inizia la trasformazione», continua Lahana-Aidenbaum. «Casey Cadwallader ha portato l’idea di un mutamento fisico: i capelli e le unghie si allungano, gli occhi diventano più viola. Lo spot è inquietante, Anok Yai ha un fascino felino, uno sguardo magnetico, una bellezza ultraterrena. Salta, striscia, si lecca gli artigli: il regista, Daniel Sannwald, si è ispirato al personaggio di Catwoman. L’idea che vogliamo trasmettere? “Weird is the new cool!"». Lo spot, girato in colori vividi, psichedelici, è decisamente di rottura, con l’eroina che ricorda le trasformazioni dei vampiri e dei super eroi rispetto all’immagine ieratica dei profumi precedenti della franchise, con donne/divinità portatrici di luce, da Felicity Gilbert ritratta da Thierry Mugler con un abito, “Coquille d’or”, degno di un racconto di fate su uno sfondo alla Gustave Moreau, a Alexandrina Turkan, filmata da Floria Sigismondi in un abito di luce, a Willow Smith che fa fiorire il deserto nello spot di Alien Goddess girato da Emmanuel Adjei. Anche se qualcosa della nuova attitude, della piena presa di possesso dello schermo da parte del corpo, è già evidente nel più recente video con Willow Smith di Alien Goddess Supra Florale.

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Per Casey Cadwallader, direttore creativo moda dal 2017, la parola “alieno” esprime «l’abbracciare il fatto che non si debba essere “normali”. Veniamo da una cultura in cui conformarsi agli standard è lo standard; ma sembra che oggi siamo sempre più disposti ad abbandonare il preconcetto. Del resto un’ideologia inclusiva è evidente nell’archivio e nel lavoro di Thierry Mugler: ha fatto sfilare trans, donne curvy, persone di colore, donne anziane… Scegliere Anok ad incarnare il profumo è stato il casting più facile che abbia mai fatto. Aveva appena aperto la sfilata F/W 2022. Nello spot indossa lo stesso look dello show, un insieme originato dal gancio gigante di una collana che fa riferimento a un pezzo d’archivio in plexiglas; ne abbiamo cambiato la forma e l’abbiamo realizzato in metallo. Sembra un’arma attorno al collo; rappresenta una certa ferocia. Anok è una forza. È audace e coinvolgente, accattivante. Incarna la sicurezza femminile che Alien rappresenta. Anche la scelta di Daniel Sannwald è stata semplice: ne ammiro da tempo il lavoro, le immagini straordinarie che ha realizzato per Rosalía o Eartheater».

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Ad Anok Yai sono bastati quattro mesi dalla firma con un’agenzia di modeling per aprire la sfilata di Prada e iniziare una carriera che l’ha portata sulle copertine di Vogue, W, i-D, Dazed… Studentessa di biochimica all’epoca della sua scoperta nel 2017, di origini sudanesi ma cresciuta fin da piccola negli Usa, la modella sottolinea che «L’appartenenza a una famiglia di immigrati ha consolidato la mia etica del lavoro. Ho sempre creduto di poter fare qualsiasi cosa. Sono a un punto della mia vita e carriera in cui non sto solo rappresentando la diversità nella moda, ma sto creando una nuova corsia. Ho imparato che questo settore si spinge fino a dove lo spinge chi ha volontà e audacia e io spingo fino a dove posso». Per Yai Mugler è sinonimo di “indipendenza, impavidità, bellezza”, e ritiene di rispecchiare Alien Hypersense per la comune dose di mistero: «Mi dicono che posso essere misteriosa. Lo stesso vale per il profumo, più lo si indossa più se ne scoprono le sfaccettature e cambia la sensazione che trasmette».

«Quando indossi Mugler, ti senti una versione supercharged di te». Danièle Lahana-Aidenbaum

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