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Weekend gourmand a Parigi. A Le Royal Monceau

L'hotel firmato da Philip Stark è l'indirizzo ideale per i foodies, che trovano riuniti sotto lo stesso tetto il mitico Matsuhisa, Il Carpaccio che propone la cucina italianissima di Da Vittorio, e le creazioni di un pastry chef dal talento speciale, Yazid Ichemrahen.

La facciata
La facciata
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Dettaglio di una stanza
Dettaglio di una stanza
I suggerimenti sulle cose da fare a Parigi dell'Art Concierge
La piscina

Idealmente situato tra l'Arco di Trionfo (e gli Champs-Elysées) e il residenziale Parc Monceau (coi musei che lo circondano, Cernuschi e Nissim de Camondo), Le Royal Monceau Raffles Paris è frequentato da una clientela internazionale come dai parigini. Il palazzo che lo ospita è stato totalmente demolito all’interno (con l’eccezione di una scala) durante un party ad hoc voluto da Philip Starck, il cui tocco whimsical (per non dire esplicitamente surrealista, vedi l’aragosta alla Dalì nello spazio separato del bagno) è evidente a partire da stanze e suites, col loro effetto spiazzante appena si entra per il gioco di specchi che si riflettono da un lato all’altro dello spazio dilatandone le proporzioni. Ed è tutto di specchi e marmo bianco il bagno, ancora interamente di specchi la stanza guardaroba. Un effetto Alice nel Paese delle Meraviglie, anche se l’ispirazione ufficiale è la scala di specchi da cui scendevano le modelle nell’atelier di Coco Chanel durante le sfilate, esplicitata in una scala con grandi lampadari chandelier dietro la hall.

Tornando alle stanze, se nel bagno la luce è clinica, nella stanza sviluppata in orizzontale, dove la zona living è in continuità con il letto super soft, la luce è calda, avvolgente, flattering, proveniente da lampade e applique dalle cappelliere di tessuto avorio. Poltrone, tappeti, pareti, mobili in legno e oggetti in vetro di Murano  si declinano in una palette di colori chiari, bianco, ecru, beige, rosa pallido. Su una parete, l’Art Concierge suggerisce le mostre, i balletti, gli spettacoli teatrali e le gallerie del momento, al di là delle evidenze mainstream.

Alla spa, di 1500 mq, massaggi e facials sono di Clarins e myBlend, la piscina è lunga 23 metri,  ci si allena con macchine Technogym et Kinésis, c’è uno studio di boxe Thai, uno di Pilates, una sala di yoga.

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Il ristorante Il Carpaccio
Un lampadario coperto di conchiglie del ristorante Il Carpaccio
Le Bar Long
Un dettaglio di Matsuhisa

A Le Long Bar, con il suo pianoforte a coda, le luci diffuse da lampade dalle cappelliere rosse e le grandi boules di boccioli di rose scarlatte, la cucina rivisita quella tradizionale delle brasserie parigine, con un Lobster Roll totalmente addittivo, ultra-burroso quanto godurioso, e patatine fritte impeccabili. E si beve magnificamente, a partire dal Singapore Sling, il cocktail signature del Raffles di Singapore. Il Carpaccio (1 stella Michelin) porta a Parigi il menu di Da Vittorio, il 3 stelle dei Cerea a Brusaporto, in una sala luminosa cui si accede da porte coperte da un motivo di conchiglie. Dove, dopo i paccheri signature di Da Vittorio, degustare la pasticceria meravigliosamente inventiva di Yazid Ichemrahen, il suo mi-cuit di cioccolato con gelato alle due vaniglie e (in stagione) uno strepitoso gelato di pistacchio siciliano. Anche se il ristorante più celebre de Le Royal Monceau è l’imperdibile Matsuhisa, con il superbo menu giapponese/peruviano di Nobu Matsuhisa e i suoi grandi classici, l'inimitabile Black Cod, il Bento Box e una grande varietà di sashimi, ceviche etc etc

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Yazid Ichemrahen
Un dessert realizzato durante uno workshop con Yazid
Un dessert cioccolato e vaniglia
Dessert al pistacchio
La Foret Noir, una delle creazioni signature di Yazid

Yazid Ichemrahen è uno dei protagonisti della mania per la pasticceria che sta ridisegnando gli itinerari gourmand parigini. E se Le Meurice ha la sua superstar in Cedric Grolet, al punto da aprirgli uno shop nell’hotel, pochi sanno che è possibile ordinare online le delizie di Yazid e ritirarle alla lobby de le Royal Monceau. Anche se naturalmente il modo migliore per goderne è a le Long Bar e a Il Carpaccio, dove la degustazione dei suoi dessert è preceduta dallo spruzzo su un tovagliolo/mouillette del profumo che li ha ispirati. Affascinati? Si può iscriversi a uno workshop con lui e Alexandre Favre (l’autore degli squisiti mini croissant alle mandorle e di tutte le altre delizie dolci della colazione in hotel) per impararne le ricette sorseggiando champagne. Come una crostatina di fragole ispirata alla composizione di Rose Cherie di Guerlain,  esempio perfetto di quella “complessità presentata in semplicità” che è il credo del pastry chef. Frase che fa da introduzione all’autobiografia di Yazid, e che è una citazione da “L’ecrivain d’odeurs” di Jean-Claude Ellena, dove il leggendario creatore di profumi sintetizza così il suo passaggio da utilizzatore di 160 materie prime per uno scent di Van Cleef a 19 per L’Eau Parfumée au Thé Vert di Bulgari.

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