Thomas Ceccon: «Nel nuoto ci sei tu e la striscia nera sul fondo dell'acqua»
Se finora il nuoto è stato la passione esclusiva del ventitreenne medaglia oro nei 100 dorso a Parigi, esploso sui social durante le Olimpiadi, alla vigilia di un'esperienza in Australia e della Coppa del Mondo di Nuoto a Shangai, in Cina, per Thomas Ceccon tutto potrebbe cambiare.
Text by FABIA DI DRUSCO
Photography STEFANO CARLONI
Styling JOHANA KOUAME
Parigi, 29 luglio: Thomas Ceccon vince la medaglia d'oro nei 100 dorso in 52 secondi netti. Per gli addetti ai lavori è la conferma delle previsioni che lo davano per super favorito. Per il mondo dei social è un colpo di fulmine collettivo: da allora è in testa alle classifiche di magazine e social degli atleti più belli, più sexy, whatever. Ceccon, Acquario del 2001, piace a tutti: ai gay che gli perdonano persino l'assenza del six pack alla Nicolò Martinenghi, alle signore cui ricorda un giovane Alessandro Preziosi, alle ragazzine che impazziscono per l'arietta introversa con guizzi di strafottenza. Una frenesia che va di pari passo con l'assedio alla Dao, l'agenzia di marketing sportivo che lo rappresenta, da parte di brands e canali social, in particolare asiatici, ansiosi di assicurarsi l'apertura di un account.
È qui che si inizia a giocare un'altra partita, quella della possibile trasformazione dell'atleta in un brand, un processo con meno precedenti per un nuotatore che per un tennista o un calciatore. Ed eccolo durante una Fashion Week milanese più attenta del solito allo sport (con la pugile algerina Imane Khelif da Bottega Veneta, e Sinner da Gucci) da Emporio Armani insieme a Tamberi e Martinenghi a fare le tre del mattino. E tanto meglio se il giorno dopo sul set di questo shooting ha un accenno di occhiaia, il verde? l'azzurro? dell'occhio ne guadagna... L'obiettivo non lo imbarazza, ma non ci gioca, non sperimenta, non sembra provvisto di quella(elevata) dose di narcisismo che trasforma ogni scatto in un atto di seduzione. Sul set tende a straniarsi, a rispondere con frasi brevi, schive, interrotte da punte di impertinenza: «I giornalisti fraintendono sempre tutto»... Dice che non gli piace parlare di sé. «Mi piace se si racconta bene la storia, come nei video di Allianz» ("Sognando Parigi 2024", serie di podcast e short che hanno coinvolto oltre a lui altri sei atleti italiani).
L’OFFICIEL HOMMES: Cosa ti piace del nuoto? E come è iniziata la tua carriera di nuotatore?
THOMAS CECCON: Mi piace stare in acqua, quella della piscina, quella del mare, anche se non mi piace nuotare in mare. Come è iniziata… vedono che vinci di due, tre vasche sugli altri e pensano ci sia qualcosa... è a dieci, dodici anni che inizia la consapevolezza, e la competitività... in qualsiasi cosa! Nel nuoto ho sempre fatto tutto, stile, staffetta, delfino, dorso. La specialità per le Olimpiadi è stata scelta a tavolino, guardando ai competitors, perché nel dorso ero oggettivamente più forte. Fino ai nove, dieci anni mi sono allenato a casa, a Schio, poi i miei mi portavano a 45 minuti di distanza, a Creazzo, e in seguito mi sono trasferito a Verona.
LOH: Qual è la prossima gara?
TC: La coppa del mondo, tra tre settimane, ma a questo punto non così importante, a quindici, sedici anni non mi stancavo mai, potevo fare tutto, ma adesso (ha 23 anni, nda) devo dosarmi.
LOH: A che età ci si ritira dal nuoto?
TC: Arrivi a trenta, trentun anni al massimo, dipende dallo stile e dalle gare che decidi di preparare.
LOH: E dopo?
TC: Ci penso, ma non lo so.
LOH: Ho letto che studi molto i competitor.
TC: Vero, per anni ho seguito i due americani e i due russi più forti, i russi più difficili da studiare perché non trovi materiale. Il nuoto è uno sport crudele, puoi essere fuori per un decimo, non c'era neanche un decimo tra Nicolò e il quarto classificato. Comunque impari dagli errori.
LOH: Dici di essere competitivo. Cosa pensi di Léon Marchand?
TC: Marchand ha Bob (Bowman, nda) l'allenatore che era di Michael Phelps... Ma i suoi quattro ori non erano scontati, non lo sono mai.
LOH: Seguivi le altre gare? Anche quelle femminili?
TC: Seguivo quello che potevo. Soprattutto non volevo perdermi il sollevamento pesi, c'è il campione della Georgia, Lasha Talakhadze che è pazzesco: è enorme, ma fa degli snatch incredibili. Volevo imparare la tecnica da lui, li faccio anch'io in palestra, dove mi alleno tre volte a settimana; in Italia lo fanno in pochi, all'estero tutti.
LOH: Il tuo modello dichiarato è Michael Phelps.
TC: Phelps ha iniziato a vincere nel 2000 ed è stato al top per dodici anni, fenomeni più recenti magari stravincono a una stagione e poi scompaiono... Phelps è la dimostrazione che tutto parte dalla testa.
LOH: Hai amici nel nuoto?
TC: Non ho amici nel nuoto. E uno sport solitario, sei tu e la tua striscia nera sul fondo dell'acqua. In generale a una persona in partenza do il 5, il 10%, non parto mai, assolutamente mai dal 100%.
LOH: Ti senti solo?
TC: Si, sempre.
LOH: Che musica ascolti?
TC: La classica musica italiana anni '80 e '90, tipo Pino Daniele, ma anche musica internazionale.
LOH: Com'è la tua giornata?
TC: Mi sveglio alle 6,30, un'ora dopo sono in piscina, nuoto dalle 8 alle 10, dormo, mangio, dalle 16,30 alle 18,30 sono in piscina, tre volte alla settimana vado in palestra.
LOH: Ma da Armani ieri avrai ballato.
TC: Ma no, non sono situazioni dove si balla, ci vai per conoscere persone nuove, in un'occasione simile ho conosciuto Phelps...
LOH: Leggi?
TC: Raramente, Freud, biografie di sportivi. Il libro di Phelps sulle Olimpiadi del 2008 l'ho letto quattro, cinque volte.
LOH: Ti interessi di politica?
TC: Zero. E non ho mai votato, quando cerano le elezioni ero via.
LOH: È vero che stai per andare sei mesi in Australia, da solo, senza la mamma che ti ha seguito a Verona e senza il tuo coach Alberto Burlina?
TC: Vado per cambiare aria, per imparare l'inglese meglio. E certo per allenarmi in modo diverso. Ma è una cosa decisa insieme al mio coach. Il talento si costruisce e tutto si costruisce.
LOH: Ritieni di fare troppi sacrifici per il nuoto?
TC: L'ho pensato a sedici, diciassette anni, mi dispiaceva per le feste saltate, poi è diventato un punto di forza. A fare sacrifici sono stati i miei, perchè non cera una piscina adeguata vicina, e loro mi dovevano accompagnare tutti i giorni. Mio padre è infermiere, mia madre lavora in negozio, da giovane lei aveva fatto i mondiali di squadra di pattinaggio su pista, lui praticava il pentathlon.
LOH: Quanta parte della tua carriera pensi di gestire autonomamente?
TC: Nel nuoto ti alleni e basta, hai bisogno di supporto per coordinare tutto il resto, in questo senso devo molto ai miei genitori e al mio allenatore.
LOH: Sei vanitoso? Potresti... sei carino!
TC: Carino quando mi sistemano, di solito sto con la barba e i capelli incolti.
LOH: Hai un animale?
TC: Vorrei un gatto.
LOH: Ragazze?
TC: Storie serie? Due? Tre? Sempre legate al nuoto, certo, e come se no?
LOH: Di cosa hai paura?
TC: Dei ragni.
LOH: Di cosa hai soprattutto voglia adesso?
TC: Di stare a casa, ma ci starò poco, visto che sto per partire per l'Australia. Ho recentemente comprato casa. Vicino alla piscina.
GROOMING Chiara Viola
LIGHT TECHNICIAN Jacopo Peloso
DIGITAL OPERATOR Lorenzo Cremona
RETOUCHER Gill Cesaria
STYLING ASSISTANT Giovanna Maggi