Formafantasma: quindici anni di riflessioni, osservazioni, provocazioni e ottime idee
Andrea Trimarchi e Simone Farresin sono i paladini di una rivoluzione potentissima.
Se si guarda con attenzione alla loro timeline è evidente come i quindici anni densi di lavoro e progettazione, ricerca e conversazione dei Formafantasma - i designer Andrea Trimarchi e Simone Farresin -, siano stati innescati da una profonda e consapevole responsabilità etica nei riguardi dell'evoluzione della produzione contemporanea. Un approccio che nel corso del tempo è diventato sempre più netto ed evidente. Dal 2009, anno di nascita dello studio a Rotterdam, a oggi, tornati in Italia con un gruppo di undici persone al seguito, ogni progetto passato nelle loro mani ha fatto i conti con una pratica trasformativa delle risorse di partenza, del metodo e della comunicazione del fare design. Una modalità olistica complessa che apre tavoli di scambio con nomi di rilievo con cui dialogano: Flos, Cassina, Fendi, Tacchini, Vitra Design, Prada e Artek. Con una specifica però: la progettazione dei Formafantasma non si basa sul disegno ma si evolve attraverso uno scambio prettamente dialogico. «La nostra è una conversazione, un ping pong continuo. Se Andrea è molto più organizzato, un decision-maker, io sono all'opposto, influenzato dall'estro e dalla modifica dell'ultimo momento. Per questo siamo una squadra perfetta». A dirlo, durante la Design Week, è Simone Farresin, immerso nella penombra dell'allestimento interattivo progettato per Cosentino al Teatro Gerolamo. L'occasione è la presentazione da parte dell'azienda spagnola, specializzata nella realizzazione di superfici d'arredo, di un processo di produzione virtuoso attraverso l'impiego di materiali riciclati e sostenibili. Earthic by Silestone XM, siglato Formafantasma, è infatti il nome del materiale/prodotto ottenuto da una nuova miscela di minerali dove il 30-35% è però costituito da vetro riciclato, PET bianco, bio-resina composta da oli post-consumo e frammenti riciclati di Dekton, prodotto di repertorio dell'azienda. «Earthic vuole essere la dimostrazione chiara di come provare a contenere l'estrazione dal sottosuolo dei minerali grazie all'ottimizzazione dei materiali esistenti. Non abbiamo disegnato un materiale, ma un prodotto partendo da un materiale. Così facendo sai da dove parti ma non dove arrivi. Questo non significa che ci siamo e abbiamo trovato la soluzione definitiva, certamente è l'inizio di un percorso che prima o poi andava intrapreso». L'efficacia del lavoro attuato dai Formafantasma risiede proprio nella necessità mai sedata di voler trovare nuove risposte a domande invisibili o finite velocemente sotto traccia. Interrogativi che soggiacciono, sempre più sfumati, nelle automatizzazioni assodate del produrre di oggi. Scardinare i sistemi dall'interno per entrare nel dettaglio dei processi di lavorazione e industrializzazione delle aziende, è l'opportunità efficace di offrire ai committenti uno sguardo contemporaneamente alternativo e prolifico. L'indagine risiede nell'affrontare un tema partendo da un punto critico. A loro non interessa disegnare nuovi prodotti, quanto produrre nuove riflessioni. Uomo e natura, l'ambiente sfinito perché bacino di risorse depauperate, l'industria. Nel 2011 con "Botanica", mostra realizzata insieme a Fondazione Plart allo spazio Spazio Rossana Orlandi a Milano, lo sguardo si proietta sulla produzione massiccia e inquinante di materiali plastici derivati dal petrolio e sull'urgente necessità di trovare alternative naturali.
Si tratta di informazioni e di conoscenza di persone fisiche non retribuite per consentirne l'estrazione, i cui dati vanno in mano agli algoritmi in modo inappropriato e non legale. Per noi è inaccettabile che enti privati abbiano tutte queste informazioni, se ne approprino in modo del tutto inopportuno, distraendoci con racconti distopici e catastrofici sul tipo "l'A.I. ci sostituirà". È un'operazione di distrazione dal problema reale. Ma il nostro scetticismo non ne esclude l'aspetto interessante: le macchine ci aiutano a vedere pattern grazie a un numero enorme di dati invisibili. Un processo però che richiede un impiego di energia incommensurabile che evidenzia un altro problema fisico, il bisogno materiale di tantissima energia». E siamo daccapo. Le materie prime nella progettazione inducono riflessioni critiche ma costruttive. Come la questione dell'approvvigionamento del legname sviscerata in "FORMAFANTASMA: CAMBIO", mostra-indagine presentata nel 2020 alle Serpentine Galleries di Londra, pensata per lavorare nella profondità delle nostre coscienze e sulla percezione della vita vegetale in Natura. Così come è bastato ripulire lo standard di perfezione nella selezione del legno di betulla finlandese per sensibilizzare un'azienda established come Artek a riconsiderare il proprio rapporto con la materia. Le specie animali in "Oltre Terra" del 2023 sono invece riflessioni sulla storia, l'ecologia e le dinamiche globali dell'estrazione e della produzione della lana in relazione all'evoluzione biologica delle pecore all'interno del progetto commissionato dal Museo Nazionale di Oslo. A corredo del corposo lavoro si inseriscono i "Prada Frames", simposi multidisciplinari ideati e curati per il brand dal 2022, parte di una conversazione corale nel merito delle nostre scelte in previsione di un futuro se non migliore, almeno più consapevole. «Rispetto a quando abbiamo iniziato nel 2009, oggi siamo in una posizione migliore: i nostri interlocutori hanno capito chi siamo, cosa facciamo, il tipo di commitment che abbiamo. E questo ci consente di stabilire con loro relazioni approfondite. In generale vediamo problemi strutturali grossi sulla cultura ecologica. Spesso le aziende hanno il cuore dal lato giusto della battaglia ma nei fatti sono ancora in una fase di green washing seppur in buona fede». Se maturare una posizione originale rispetto alle idee iniziali è un modo per imparare, nel trascorso dei due progettisti c'è stato l'insegnamento nel corso Master GEO-Design alla Design Academy Eindhoven dove, a loro volta, si sono formati.
Quindici anni di riflessioni, osservazioni, provocazioni e ottime idee. Andrea Trimarchi e Simone Farresin sono i paladini di una rivoluzione potentissima.
Se si guarda con attenzione alla loro timeline è evidente come i quindici anni densi di lavoro e progettazione, ricerca e conversazione dei Formafantasma - i designer Andrea Trimarchi e Simone Farresin -, siano stati innescati da una profonda e consapevole responsabilità etica nei riguardi dell'evoluzione della produzione contemporanea. Un approccio che nel corso del tempo è diventato sempre più netto ed evidente. Dal 2009, anno di nascita dello studio a Rotterdam, a oggi, tornati in Italia con un gruppo di undici persone al seguito, ogni progetto passato nelle loro mani ha fatto i conti con una pratica trasformativa delle risorse di partenza, del metodo e della comunicazione del fare design. Una modalità olistica complessa che apre tavoli di scambio con nomi di rilievo con cui dialogano: Flos, Cassina, Fendi, Tacchini, Vitra Design, Prada e Artek. Con una specifica però: la progettazione dei Formafantasma non si basa sul disegno ma si evolve attraverso uno scambio prettamente dialogico. «La nostra è una conversazione, un ping pong continuo. Se Andrea è molto più organizzato, un decision-maker, io sono all'opposto, influenzato dall'estro e dalla modifica dell'ultimo momento. Per questo siamo una squadra perfetta». A dirlo, durante la Design Week, è Simone Farresin, immerso nella penombra dell'allestimento interattivo progettato per Cosentino al Teatro Gerolamo. L'occasione è la presentazione da parte dell'azienda spagnola, specializzata nella realizzazione di superfici d'arredo, di un processo di produzione virtuoso attraverso l'impiego di materiali riciclati e sostenibili. Earthic by Silestone XM, siglato Formafantasma, è infatti il nome del materiale/prodotto ottenuto da una nuova miscela di minerali dove il 30-35% è però costituito da vetro riciclato, PET bianco, bio-resina composta da oli post-consumo e frammenti riciclati di Dekton, prodotto di repertorio dell'azienda. «Earthic vuole essere la dimostrazione chiara di come provare a contenere l'estrazione dal sottosuolo dei minerali grazie all'ottimizzazione dei materiali esistenti. Non abbiamo disegnato un materiale, ma un prodotto partendo da un materiale. Così facendo sai da dove parti ma non dove arrivi. Questo non significa che ci siamo e abbiamo trovato la soluzione definitiva, certamente è l'inizio di un percorso che prima o poi andava intrapreso». L'efficacia del lavoro attuato dai Formafantasma risiede proprio nella necessità mai sedata di voler trovare nuove risposte a domande invisibili o finite velocemente sotto traccia. Interrogativi che soggiacciono, sempre più sfumati, nelle automatizzazioni assodate del produrre di oggi. Scardinare i sistemi dall'interno per entrare nel dettaglio dei processi di lavorazione e industrializzazione delle aziende, è l'opportunità efficace di offrire ai committenti uno sguardo contemporaneamente alternativo e prolifico. L'indagine risiede nell'affrontare un tema partendo da un punto critico. A loro non interessa disegnare nuovi prodotti, quanto produrre nuove riflessioni. Uomo e natura, l'ambiente sfinito perché bacino di risorse depauperate, l'industria. Nel 2011 con "Botanica", mostra realizzata insieme a Fondazione Plart allo spazio Spazio Rossana Orlandi a Milano, lo sguardo si proietta sulla produzione massiccia e inquinante di materiali plastici derivati dal petrolio e sull'urgente necessità di trovare alternative naturali.
Con "Ore Streams", il progetto presentato alla NGV Triennial di Melbourne nel 2017 e poi nel 2018 alla XXII Triennale di Milano all'interno di "Broken Nature", la questione del riciclo opaco dei rifiuti elettronici li ha portati a progettare una collezione di arredi straniante, seppur familiare, in una sorta di fotografia archeologica fossile alter-moderna. L'intelligenza artificiale sarà dunque un aiuto o un ostacolo al loro modus operandi? «Siamo piuttosto scettici e critici. L'Intelligenza Artificiale non è della macchina in sé ma è dell'umanità intera. Un'avventura conclusa nel 2023 che ha alimentato un pensiero fondamentale: intendere il design come una disciplina vicina all'ecologia, alla geologia, alla biologia, alla fisica, alla tecnologia, alla geopolitica e alle scienze cognitive. Cosa gli ha lasciato questa esperienza? «La percezione dei progettisti di domani: vogliono cambiare il mondo in modo radicale, più radicale dei radicali». Ed è una buona notizia: il loro modo di guardare il mondo è migliorato? «E diventato più lucido, si tratta di un processo continuo. Quando si lavora in modo indipendente come autori è fondamentale comprendere la posizione che si ha nel mondo attraverso la disciplina. Ci abbiamo messo anni per comprendere la nostra anche se intuitivamente lo sapevamo già. Oggi lo facciamo in modo consapevole. L'istinto conta ed è una guida infallibile ma necessita di prove di ritorno perché da solo non basta. Comprenderne la motivazione sancisce il verdetto. Quando abitavamo a Firenze si partiva per viaggi stimolanti a Milano o all'estero. Davanti a un artista che ci piaceva d'istinto non appena entravamo nel merito del suo pensiero, arrivava anche la conferma definitiva. Questo modus ci sarà utile nel lungo termine: chi vive solo di istinto poi si perde». Sul futuro prossimo i Formafantasma non si sbilanciano troppo pur lasciando intendere un'agenda ricca di scadenze con exhibition design, allestimenti per musei importanti, un packaging per un profumo e progetti di ricerca. Ultima la news relativa allo studio sulla biodiversità nella regione della Champagne insieme a Perrier-Jouët. Nell'ambito della continua collaborazione tra la maison di champagne e vari talenti dell'arte e del design, i Formafantasma si inseriscono nel processo di viticoltura rigenerativa intrapreso dal brand francese nel 2021 con un'iniziativa multidisciplinare sviluppata in oltre due anni di lavoro. Un impegno a lungo termine proiettato verso un futuro migliore si svela questo settembre sotto forma di un'installazione architettonica interattiva per la biodiversità nelle zone del vigneto Agusons ad Ambonnay. Sia l'edizione autunnale di Banquet of Nature by Perrier-Jouët, il noto format dove champagne e gastronomia incontrano natura e design, sia quella di Design Miami a dicembre, saranno curate da Trimarchi e Farresin come occasioni di condivisione del messaggio.