Hommes

Sebastian Stan: il super cattivo del momento

Dissolversi all’ombra di personaggi complessi da un pilastro Marvel a un affascinante psicopatico a una leggenda del rock come Tommy Lee è il marchio di fabbrica di Sebastian Stan.

Sebastan Stan in cover indossa DOLCE & GABBANA
Sebastan Stan in cover indossa DOLCE & GABBANA

Photography GREG SWALES

Styling MICHAEL FISHER

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Camicia a stampa animalier, DOLCE & GABBANA.

Dal successo come sciagurato cattivo ragazzo delle superiori in “Gossip Girl” al Bucky James della Marvel, Sebastian Stan ha fatto in modo di passare inosservato. Finora. Il ruolo da protagonista come batterista dei Mötley Crüe, Tommy Lee, nella serie TV “Pam and Tommy” in onda su Hulu, ha messo Stan proprio sotto ai riflettori. La mini serie in cui Lily James interpreta Pamela Anderson affronta la storia mai raccontata del video hard visto in tutto il mondo che era stato rubato e diffuso durante i selvaggi primi tempi dell’epoca internet. Nel suo ultimo ruolo, Stan esplora gli orrori del moderno dating in “Fresh”, sempre su Hulu, dove condivide lo schermo con Daisy Edgar-Jones e veste i panni di Steve, un apparentemente bravo ragazzo che non è affatto ciò che sembra. «Il film esplora l’idea del complesso dell’eroe, che fotte tutte le nostre relazioni. L’idea di un cavaliere con indosso un’armatura scintillante che arriva e salva tutto», dice Stan. «Di sicuro io sono caduto nella trappola di voler essere quell’uomo forte e invulnerabile». In esclusiva per L’OFFICIEL, Stan si confronta con l’amica ed ex co-star di “Tonya” Margot Robbie.

Sabrina Abbas

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Camicia, A.P.C.; shorts, DRIES VAN NOTEN; occhiali, OLIVER PEOPLES; orologio, OMEGA; Calze, LONDON SOCK CO; mocassini, WEEJUNS BY G.H BASS.

MARGOT ROBBIE: Partiamo dall’inizio. Ci siamo incontrati durante la chemistry read (l’audizione in cui due attori presi in considerazione per dei ruoli di norma da co-protagonisti leggono insieme alcuni passi della sceneggiatura per vedere se tra loro c’è chimica e se lavorano bene insieme, ndt) per “Tonya”, ma io avevo già visto un tuo video. Non so se te l’ho mai detto prima, ma proprio non ti avevo riconosciuto. Se non sbaglio indossavi un dolcevita e forse ti eri fatto crescere i baffi . Mi ricordo che mi sono detta: “Wow questo attore è bravissimo, ma chi è? Sarà una scoperta pazzesca”. E poi ti ho guardato bene ed è stato tipo: “Cazzo, ma è quello di “Gossip Girl” e di quei film Marvel!”. Da allora, ho l’impressione che tu sia sempre in trasformazione. Volevo chiederti delle trasformazioni più fisiche, in particolare nei tuoi ruoli in “Pam and Tommy” e in “Fresh”. È un qualcosa che ti aiuta?

SEBASTIAN STAN: Credo che la parte fisica aiuti sempre, non trovi? Perché sono una persona così a disagio con il mio “Sebastianismo”. Dovermi trasformare in qualcosa che non sono proprio io fa paura, ma mi impedisce di giudicare me stesso.

MR: Vuoi sapere quale “Sebastianismo” io ho notato? Che ti copri metà della faccia con una mano quando ridi. Adoro.

SS: Si, è vero e, a proposito, è anche la mia emoji preferita.

MR: Capisco però in pieno cosa intendi. Sento che meno assomiglio a me stessa e meno suono come me stessa, più riesco a prendere le distanze dal personaggio. Detto ciò, cosa ti guida nelle scelte che fai? Anche se non avessi lavorato con te e non ti conoscessi, so che sarei una tua fan per via dei personaggi rischiosi che interpreti e dei progetti in cui ti imbarchi, con così tanti registi alla prima o alla seconda prova.

SS: Questo tipo di lavoro tira fuori molto di te, perciò penso si tratti di trovare qualcosa che davvero puoi addentare e che giustifichi i sacrifici fatti. È buffo ma molte delle risposte a queste domande mi riportano a “Tonya. Quella è stata un’esperienza che ha davvero alzato l’asticella per me. Tra te, (il regista) Craig Gillespie, la sceneggiatura e il team incredibili - è stata la prima volta in cui ho inteso il fare film come una macchina. Lavorare con te è stato come un fulmine, perché ho realizzato che do il meglio quando mi confronto con donne forti. Ho lavorato con Jessica Chastain e Julianne Moore e Lily James e sento che è questa la mia strada.

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Cappotto, DIOR; boxer, UNIQLO; occhiali, PRIVE REVEAUX.

«Dovermi trasformare in qualcosa che non sono proprio io fa paura, ma mi impedisce di giudicare me stesso»

MR: Che cosa carina mi stai dicendo, ma io sono semplicemente brava tanto quando gli attori con cui lavoro. Quando abbiamo fatto le chemistry read di “Tonya”, ho cercato di non nutrire speranze su nessuno in particolare, ma con te, mi è bastato un minuto e mi sono detta, è lui! Hai fatto delle chemistry read per “Pam and Tommy” e per “Fresh”? O sei stato semplicemente fortunato e ti è successo di sperimentare una grande chimica con entrambe le co-protagoniste?

SS: No, non ne ho fatte. La sceneggiatura per “Fresh” aveva delle ridicole scene di ballo, perciò ho spedito alla regista Mimi Cave un video di me in cucina − ho preso un grande coltello da bistecca e mi sono messo a ballare su della musica anni ’80. L’ha visto e immagino abbia funzionato. Daisy Edgar-Jones aveva firmato per il progetto e, avendo visto come lavora, sapevo che sarebbe stata una che sapeva ancorarsi a quella storia e guidarla nella direzione giusta. Non avevo mai incontrato Lily James prima di “Pam and Tommy”, non fino a che Craig ha invitato Lily e me a casa sua e ci ha detto: “Come va ragazzi? Facciamo delle prove”».

MR: “Fresh” è bellissimo. In realtà sono contenta che facciamo questa intervista su Zoom perché sarei genuinamente terrorizzata a stare in una stanza insieme a te adesso. Sono proprio impazzita nel guardarlo. È così geniale e così fuori di testa.

SS: Siamo stati davvero fortunati perché tutti erano molto disponibili riguardo a ciò che Daisy e io volevamo fare; non volevamo scadere nell’artificioso. Inizia come una commedia romantica e si suppone che tu veda del potenziale tra i due protagonisti, ma la verità è che lui è ossessionato da lei. La scena in cui il personaggio di Daisy si sveglia legata al letto e capisce che cosa sta succedendo, tutto cambia. La vedi passare dall’“aspetta un minuto, ma sta davvero succedendo? Al, Oh mio dio, sta succedendo”. È su di lei che si basa il film da quel momento in poi. Siamo cresciuti con questa narrativa per cui incontrerai qualcuno che istantaneamente si aprirà a te e ti capirà, dopo di che starete insieme per il resto delle vostre vite. Il film è un po’ una riflessione su come ci innamoriamo di qualcuno perché siamo affamati di connessioni reali, ma quella persona è davvero chi dice di essere? Forse dobbiamo fare un passo indietro e dire, ok sento qualcosa di intenso ma indaghiamo un po’ prima di...

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Camicia e pantaloni, VALENTINO; collana, TIFFANY & Co.; orologio, OMEGA.

MR: Prima che mi faccia a pezzi e venda le mie ginocchia? Non sai quante volte ho fatto quel pensiero. Scherzi a parte, il film gira intorno a quei temi in modo molto intelligente, ad esempio io lo faccio sempre di tenere le chiavi tra le dita quando cammino verso la mia macchina. Passando invece a “Pam and Tommy”, la trasformazione fisica è pazzesca. Come avete fatto a essere così accurati?

SS: Avevamo un incredibile team di trucco e capelli. Lily passava ogni mattina tre ore e mezza nella roulotte del make-up e io ogni tre giorni dovevo farmi ritoccare i tatuaggi. In più per me c’è stata anche la faccenda del perdere peso.

MR: Stavo proprio per chiederti quanto eri affamato durante le riprese.

SS: Affamatissimo. Ho dovuto digiunare, una cosa grossa. Prima di iniziare a filmare sono andato in Canada per girare “Fresh” e nei fine settimana mi alzavo alle cinque, correvo cinque miglia e poi iniziavo con la batteria. Una volta rientrato a Los Angeles e impegnato full time su “Pam and Tommy” sentivo di dovermi fare i tatuaggi al più presto. A un certo punto Lily ed io siamo andati entrambi un po’ in panico, sai com’è, no? Guardi gli spezzoni su YouTube, ascolti di continuo la stessa intervista. Non volevamo che questa cosa diventasse una specie di impressione. Ricordo di aver mandato a Lily un’intervista che io e te avevamo fatto per “Tonya” che per me era stata rivelatrice: è liberatorio accettare che tu non sei quella persona, anzi che viene filtrata attraverso di te ed è ciò che la performance in realtà è.

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Camicia, LOUIS VUITTON; pantaloni, SALVATORE FERRAGAMO; collana, TIFFANY & Co.; cappello, KENNY K; scarpe, CONVERSE.

« Do il meglio di me quando posso confrontarmi con donne forti... sento che è quella la strada che devo percorrere».

MR: Giusto, bisogna trovare l ’essenza di quella persona e rappresentare il suo spirito nel miglior modo possibile. Con Tonya Harding erano i piccoli dettagli fisici che traducevano la sua essenza. Nel fare l’accento, notavo che la sua mandibola era sempre bloccata. Allora pensavo, perché una persona ha la mandibola così serrata? È arrabbiata? Sta reprimendo qualcosa? Se metto i pattini, i miei piedi sono pesanti. I miei piedi sono sempre pesanti? Ho la sensazione che mi stiano tirando giù? E poi all’improvviso, fai un fitting e qualcuno ti dice: “Perché non indossi questo?” e tu: “No, lei non se lo metterebbe”. E alla fine penso, ecco adesso la conosco. Con Tommy Lee c’è stato un momento in cui ti è scattato il click e lo hai capito?

SS: Si, è una delle cose che non vengono esplorate nello show, ma ho scoperto mentre leggevo il suo libro che i genitori non comunicavano veramente tra di loro. Sua mamma era greca e suo padre aveva un background militare. Si erano incontrati in Grecia e si sono sposati dopo quattro giorni − in pratica lo stesso modo in cui Tommy aveva finito per sposare Pamela − dopo di che lui l’aveva portata in America. Durante gli anni formativi di Tommy i suoi genitori comunicavano attraverso immagini perché sua madre non sapeva parlare inglese. Quando da ragazzo si metteva nei guai, lo mandavano nella sua stanza e non gli dicevano cosa era accaduto. Credo sia quello il motivo per cui non amava il silenzio. Così ha trovato un modo per canalizzare la sua energia picchiando sulle cose − pentole e coperchi − ed è così che ha cominciato con la batteria. Una volta capito il bisogno di contatto e di essere ascoltato, mi è sembrato di avere in qualche modo colto la fonte della sua energia.

MR: C’è un genere che non hai affrontato e che ti piacerebbe fare?

SS: Ho proprio bisogno di fare una commedia.

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Giacca, DOLCE & GABBANA; T-shirt, BERLUTI; pantaloni, SALVATORE FERRAGAMO; collana, TIFFANY & Co.

MR: Vorresti fare una commedia romantica? Lo stavo giusto dicendo a un regista l’altra sera, voglio fare una rom−com in puro stile anni ’90.

SS: Sono il massimo! “Notting Hill”? “Harry ti presento Sally”? Quella per me è roba che non invecchia.

MR: Ultima domanda, qual è il film che hai visto più volte nella tua vita?

SS: Credo “Boogie Nights”. Posso riguardarlo in qualunque momento, cascasse il mondo.

MR: “Boogie Nights” è la risposta cool, adesso devi dare la risposta imbarazzante.

SS: La risposta imbarazzante! Onestamente sarebbe “Notting Hill”, ho visto quel film un dannatissimo numero di volte. Se è tra i titoli disponibili su di un aereo, lo devo guardare, è in cima alla lista.

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T-shirt, PRADA; pantaloni, BRUNELLO CUCINELLI; occhiali, RAY-BAN; orologio, OMEGA.

Team Credits:

GROOMING: Jamie Taylor;

PRODUCTION: Charlotte Lee;

DIGITAL TECH: Meredith Mumm;

PRODUCTION ASSISTANTS: Benjamin Rigby e Sundau Barker-Irving;

PHOTO ASSISTANTS: Yolanda Leaney e Sandy Rivas;

STYLING ASSITANTS: Amber Simiriglia e Nadia Costa.

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