I trend Autunno-Inverno 2020 dalla Paris Fashion Week
Si è appena conclusa la settimana della moda parigina che, nonostante l'emergenza Corona Virus, non si è fermata e ha generato una serie di riflessioni sul futuro della moda femminile. In primis, una forte voglia di rimarcare il potere, di cui ogni donna è investita, di decidere cosa è sexy e cosa no, a seconda della propria personalità e identità. E se da una parte Dior mette in scena una moda 70's piuttosto rigorosa nelle sue citazioni, così come ha fatto Slimane da Celine, non ha desistito dal mostrare pizzi, trasparenze e lingerie in bella vista (in abbinata alla cravatta come accessorio di punta), come visto anche da Miu Miu, dove incrostazioni di cristalli chandelier prosegue su corpini trasparenti portati in combo su gonne a tubo in maglia; o da Mugler, che della moda lingerie attinge il concept principale della sfilata, mentre Balenciaga sceglie un tessuto chiave dell'intimo femminile come la lycra, per le sue tute bodycon fascianti e dai volumi rinforzati sulle spalle, che richiamano molto gli anni 80'. La declinazione sensual-erotica arriva con l'introduzione del latex che compare sotto forma di leggings vinilici da Saint Laurent, che li mixa con blazer doppiopetto maschili e bluse bon-ton, e da Balmain, i cui suit giacca con spallone e leggings ultra aderenti indossati da Kim Kardashian in occasione della messa gospel di Yeezy (sì è successo anche questo durante la fashion week) hanno già fatto il giro del mondo. E sempre dalla lingerie, in questo caso più vittoriana, la moda prende spunto dal corsetto, che se per Vivienne Westwood è iconico, per Y/Project è un territorio portato avanti da alcune stagioni, con camicie tenute insieme da gancini-bustier che sfumano in pantaloni 3D, che altro non sono che una versione 2.0 delle crinoline di un tempo. Da Olivier Thyeskens il corpetto diventa dark e gotico, creato in tulle nero, è esibito sopra le bluse e sotto le giacche di pelle. Il viaggio tra le epoche continua con la Giovanna D'arco e le sue maglie metalliche scintillanti da Paco Rabanne, gli abiti con maniche a sbuffo dei quadri di Goya da Loewe, le croci bizantine come collana, cintura o decoro da Chanel, le guerriere romantiche di Alexander McQueen, con abiti abiti da sera da sogno con struttura architettonia, con ricami suggestivi di racconti popolari medievali. Anche il legame con l'arte rimane saldo, come accade nello show di Stella McCartney, che fa riferimento al lavoro del pittore e scultore Erté, e che ha incrementato l'utilizzo di pelle vegan e materiali cruelty e PVC free. Si fa strada infine, uno stile sempre più ibrido tra fin de siecle e sportivo, che viene cavalcata da Louis Vuitton, con giacche tecniche e gonne a sbuffo, da Kenzo sotto la nuova direzione creativa di Felipe Oliveira Baptista e Off-White, dove imponente abiti in tulle couture si indossano con i pantaloni della tuta mimetica, o da Valentino dove il rigore sartoriale incontra il punk, oppure da Sacai, dove i parka-trench diventano evening dress. Sarà per questo che il maestro della couture Jean Paul Gaultier ha chiesto proprio a Chitose Abe, Creative Director di Sacai, di essere la prima guest designer della prossima collezione d'alta moda? Non resta che attendere.