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Woolmark Prize, Donatella Versace premia il vincitore 2025 Duran Lantik

Woolmark Prize 2025 entra nella sua fase conclusiva con una rosa di otto finalisti internazionali che riflettono le nuove direzioni della moda globale. Selezionati per la loro visione creativa e l’uso innovativo della lana Merino, i designer in gara propongono un’idea di moda che unisce artigianato, responsabilità e sperimentazione tessile.

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L’International Woolmark Prize 2025 torna a Milano con una nuova edizione che mette al centro ricerca, sostenibilità e visione internazionale. Considerato uno dei riconoscimenti più rilevanti per i talenti emergenti nel settore moda, il premio si conferma piattaforma di lancio e osservatorio privilegiato per comprendere in che direzione si stia muovendo il fashion system. La presidenza della giuria è affidata a Donatella Versace, che accompagnerà un gruppo di esperti di alto profilo nella valutazione dei finalisti. Il montepremi totale supera i 780.000 dollari australiani, con il vincitore principale che riceverà 300.000 dollari per sviluppare il proprio marchio.

Come da tradizione, l’elemento chiave resta la Merino wool, valorizzata non solo per le sue proprietà tecniche, ma anche per la sua capacità di adattarsi a linguaggi progettuali molto diversi tra loro. Le otto collezioni finaliste riflettono una visione trasversale e aggiornata del concetto di innovazione: non solo sul piano dei materiali, ma anche nella costruzione di un’identità narrativa coerente e consapevole. Tra i progetti selezionati si distingue ACT N°1, fondato da Luca Lin, che esplora temi come l’inclusività e l’identità multiculturale, attraverso un uso sofisticato di drappeggi e tinture naturali. La collezione punta su silhouette stratificate e fibre leggere, in un equilibrio tra rigore e fluidità.

Diotima, marchio americano guidato da Rachel Scott, affonda le radici nel savoir-faire artigianale giamaicano. L’utilizzo del crochet in lana e il dialogo tra materiali lavorati a mano e sartoria contemporanea delineano una proposta che unisce tecnica e delicatezza. La sostenibilità è integrata nel processo produttivo attraverso il coinvolgimento diretto di comunità locali. Duran Lantink, da Amsterdam, porta in concorso una collezione costruita su upcycling e lavorazioni tridimensionali. L’approccio è concettuale e spesso provocatorio, ma sostenuto da un alto livello esecutivo, che valorizza la collaborazione con artigiani specializzati e l’uso di materiali rigenerati.

Più orientato al tema dell’inclusività di taglia è Ester Manas, che presenta capi in lana elastica e quasi trasparente, pensati per vestire corpi diversi con naturalezza. Louis-Gabriel Nouchi, invece, rilegge l’opera di George Orwell per proporre una lana funzionale, tecnica, capace di tradurre sartoria e sportswear in chiave concettuale. Da New York arriva LUAR di Raul Lopez, che lavora su una moda fluida e identitaria, con elementi come stivali seamless in lana e dettagli trasformabili. Meryll Rogge, dal Belgio, punta invece su forme strutturate e materiali compositi per reinterpretare l’estetica formale attraverso una maglieria evoluta. Chiude il gruppo Standing Ground, marchio anglo-irlandese che unisce drappeggi scultorei e tecniche a basso impatto energetico, esplorando la durabilità come valore progettuale.

La giuria, composta tra gli altri da Alessandro Sartori, IB Kamara, Law Roach, Simone Marchetti e Honey Dijon, valuterà non solo la qualità estetica delle collezioni, ma anche l’approccio responsabile alla produzione e la capacità di costruire un modello di business sostenibile nel tempo. Il Karl Lagerfeld Award for Innovation, aperto per la prima volta a figure esterne al gruppo dei finalisti, amplia il campo di osservazione verso il sistema moda nel suo complesso. Parallelamente, il Supply Chain Award riconosce il lavoro di chi, dietro le quinte, promuove pratiche virtuose nella filiera. Il Woolmark Prize 2025 conferma così il suo ruolo non solo come premio, ma come strumento di orientamento culturale in un settore che ha urgente bisogno di modelli credibili, visioni a lungo termine e capacità di adattamento. La lana, in questo contesto, si rivela ancora una volta materiale strategico: versatile, sostenibile, contemporaneo.

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