Gem Stories: l'intervista a Simone Rondelli, fondatore di Matching Gems
Dopo anni passati nella finanza, Simone Rondelli scopre la passione per i gioielli regalando un diamante alla moglie. E dà vita al salone satoriale del gioiello Matching Gems.
«La nostra missione è accompagnare il cliente nel processo creativo di ogni gioiello. Un viaggio che porta alla realizzazione di pezzi su misura irripetibili, nati da desideri, emozioni e ricordi personali», racconta il fondatore di Matching Gems Simone Rondelli, impegnato per trent’anni nella finanza, di cui quindici per J.P. Morgan.
Già collezionista di libri antichi e d’arte, scopre l’interesse per le gemme quando decide di acquistare un diamante per la moglie. «Nel 2008 ho iniziato a collezionare pietre, nel 2014 ho reso pubblica questa mia passione (c’era chi dubitava avessi una amante), e nel 2018, dopo un viaggio in India, ho deciso di fondare Matching Gems».
Parlando dei suoi riferimenti nel jewelry design, Rondelli cita quelli che considera: «i grandi artisti del gioiello: JAR, Cindy Chao, Wallace Chan, Otto Jakob e Glenn Spiro, nomi che non hanno una vetrina. La mia proposta non vuole essere un marchio, ma un “salone sartoriale”, perché quella che vendo è anche un’esperienza. Ascoltiamo i desideri e i racconti delle persone, cominciando dalle pietre. Poi definiamo il supporto del gioiello, tra anello, bracciale, orecchini o collana, discutiamo del design e trasformiamo le suggestioni emerse dalle conversazioni in bozzetti. Fino al modello finale da mandare in produzione. Al momento della consegna, oltre a fornire le documentazioni gemmologiche e la provenienza, consegno una mia lettera scritta a mano in cui racconto lo storytelling e il viaggio nella creazione del gioiello».