Interviste

The Style Icon: Matilda De Angelis, tra talento, sogni e successo al cinema

L’attrice bolognese si definisce cauta nell’espressione dei suoi desideri, perché è fortunata e le cose si avverano... come lavorare con Luc Besson, al cui cult “Léon” con Natalie Portman deve il nome.

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Maglia, FERRARI; orecchini in oro rosa con pavé di diamanti collezione "HardWear", TIFFANY & Co.

Photography LEONARDO VELOCE

Styling ENRICA LAMONACA

Per i ben informati era da tenere d’occhio fin dai tempi di “Veloce come il vento” di Matteo Rovere, dove recitava al fianco di Stefano Accorsi. Poi c’è stata l’intensa frenzy mediatica prima della messa in onda di “The Undoing”, la serie HBO di Susanne Bier, dove era l’unica italiana in un cast internazionale, protagonisti Nicole Kidman e Hugh Grant. Nel mezzo, varie serie e vari film, tra cui il (delizioso e pluripremiato) “L’incredibile storia dell’Isola delle Rose” di Sydney Sibilia, a fianco di un magnifico Elio Germano. Nata a Bologna nel ’95, Matilda De Angelis sarà nel “Dracula” diretto da Luc Besson con Christoph Waltz ed è attualmente sul set del film di Martone su Goliarda Sapienza con Elodie e Valeria Golino nel ruolo della scrittrice. In autunno la vedremo nella seconda stagione di “La legge di Lidia Poët” su Netflix e nella serie Original italiana “Citadel: Diana” in uscita su Prime Video in tutto il mondo.

L’OFFICIEL ITALIA: Sei la protagonista di “Citadel: Diana”.

MATILDA DE ANGELIS: Il mondo è quello multiverso creato dai fratelli Russo nella prima stagione americana (con Richard Madden e Priyanka Chopra, nda), cui segue quella italiana. L’idea di fondo è che prima o poi queste storie si condizionino a vicenda, è un progetto ambizioso. Il mio personaggio indaga sulla morte dei genitori avvenuta in un incidente aereo, scopre che i responsabili fanno parte di un’organizzazione segreta che voleva eliminare altri agenti, viene arruolata nella fazione del bene e infiltrata tra i cattivi, insomma divento un agente segreto che fa il doppio gioco. Mi sono impegnata in una preparazione fisica fondamentale per me che volevo arrivare a fare il 90% delle scene senza stunt. Ho passato mesi ad allenarmi. Il mio modello? Charlize Theron in “Atomica Bionda”, sognavo di arrivare al suo livello di credibilità anche nel tipo di cattiveria che riesce a mettere nella recitazione. Sono stata molto sportiva, ho fatto 12 anni di ginnastica artistica, il mio corpo evidentemente conserva una buona memoria muscolare. E ho anche imparato a scarrellare e cambiare caricatore come una professionista.

LOI: Sono curiosa del film che stai girando con Martone su Goliarda Sapienza.

MDA: La trama è tratta da due dei suoi libri, “L’università di Rebibbia” e “Le certezze del dubbio”, incentrato quest’ultimo sul suo rapporto con Roberta, il personaggio che interpreto. Non conoscevo profondamente il suo lavoro, avevo letto “L’arte della gioia” e “Io, Jean Gabin”, mi avevano colpito le sue sintesi poetiche meravigliose, da brividi. E il fatto che fosse più avanti della modernità stessa, un discorso che vale anche oggi perché la sua scrittura non era intaccata dal politicamente corretto che pervade gli autori di oggi. Intendiamoci, non ho nulla contro il politicamente corretto giusto, ce l’ho con quello ipocrita.

LOI: Valeria Golino ha da poco diretto la serie “L’arte della gioia”, era una scelta naturale per incarnare la scrittrice. Che rapporto si è instaurato tra voi?

MDA: È una grandissima donna, una grandissima attrice, una grandissima regista. Ci siamo ritrovate molto più simili di quanto avremmo potuto credere. Ci guardiamo negli occhi e ci specchiamo.

Cappa in ecopelle, MARNI; collana in oro rosa con pavé di diamanti collezione "HardWear" e anello collezione "Lock", TIFFANY & Co.

«Adesso vivo tra roma e milano, ma sto bene ovunque. in ogni città c’è una parte di me e un pezzo che mi manca, sono una nomade e mi piace l’idea»

Vestito in tulle con ricami, FENDI; anello in oro bianco con diamanti collezione "Lock", TIFFANY & Co.

LOI: Con quali registi sogni di lavorare?

MDA: Ho imparato a essere molto cauta nell’espressione dei miei desideri perché sono fortunata e le cose si avverano… Ma già Besson era un sogno, mi chiamo Matilda perché mia madre vide “Léon” (con una giovanissima Nathalie Portman nel ruolo appunto di Mathilda, nda) quando era incinta. Spero di lavorare all’estero il più possibile e non parlo solo dell’America. Ma tanto come attrice io scelgo poco, devo essere scelta, fa parte del gioco. Quello che cerco è di essere meno passiva possibile, cerco sempre di restare connessa alle mie fantasie, al mio mondo interiore, in un lavoro che al 90% sfugge al nostro controllo.

LOI: Il personaggio che ti è rimasto più dentro?

MDA: Tutti i personaggi che ho interpretato hanno fatto leva su qualcosa dentro di me, per me la cosa più divertente è di assomigliare il meno possibile a chi interpreto, cerco di vivere il mio mestiere come se avessi otto anni e facessimo il gioco di: io sono questo e tu sei quello… I personaggi lontani da me mi hanno costretta in senso buono a interessarmi a cose cui non avrei pensato.

LOI: La cover gobale di questo numero de L’OFFICIEL è Nicole Kidman, come ricordi il periodo in cui avete lavorato insieme?

MDA: Ero molto emozionata prima di incontrarla perché crescendo era stata una mia attrice di culto. E poi quando ero piccola mia madre aveva i capelli rosso fuoco e ricci e io le dicevo sempre che assomigliava a lei in “Moulin Rouge”. È una persona estremamente dolce, sensibile, molto attenta a tutto, che ti fa sentire immediatamente accolta. Mi ha scritto una bellissima lettera quando abbiamo finito di girare, e a Natale mi ha mandato un regalo bellissimo, un kit di dolcezza con candele profumate e una coperta.

Cappotto lungo a doppio petto, DOLCE & GABBANA; orecchini in oro rosa con diamanti collezione "Lock", TIFFANY & Co.

LOI: Hai lo stesso modo di rapportarti agli altri?

MDA: Io sono stata cresciuta con l’idea di essere sempre molto attenta agli altri, cerco sempre di mettermi in una situazione di umiltà anche se questo naturalmente non significa non avere coscienza del proprio valore. Credo sia la giusta attitude: sul set tutti valiamo allo stesso modo, se l’elettricista sbaglia a mettere una presa tu puoi fare il miglior monologo del mondo ma se la luce non è giusta è tutto da rifare.

LOI: Dove ti senti a casa adesso?

MDA: Adesso vivo tra Roma e Milano, ma io sto bene ovunque. A Bologna, dove sono nata, suonavo per strada. Mi sono trasferita a Roma dieci anni fa, non conoscevo nessuno, all’inizio è stato difficile, a Milano ci sono finita per amore (di Alessandro De Santis, dei Santi Francesi, nda). In ogni città c’è una parte di me e un pezzo che mi manca, sono una nomade e mi piace l’idea.

LOI: Ti manca la musica? Pensi che tornerai a farne?

MDA: Un giorno se vorrò respirare un’aria diversa potrei tornare alla musica, non necessariamente vivendola come un progetto mainstream, piuttosto per indulgere nella voglia di sperimentare. Faccio l’attrice, mi sento un’attrice, voglio fare l’attrice e voglio fare bene quello che faccio.

LOI: La moda, e l’affiliazione in particolare a certi brand di moda è diventata uno step fondamentale della carriera di attori e attrici, per la visibilità, per le occasioni di incontri. Che rapporto hai con la moda?

MDA: La apprezzo, ma per me è più un travestimento che qualcosa che mi identifica in quanto persona, se non avessi fatto questo mestiere non me ne sarei interessata così tanto.

LOI: Tu sei un’autodidatta del cinema, parlando con tanti tuoi colleghi per molti lo studio accademico, ad esempio al Centro Sperimentale di Cinematografia, è stato fondamentale. È un aspetto che ti manca?

MDA: Non mi sento un’autodidatta: ho rubato da tutti gli attori con cui ho recitato, Accorsi, la Golino, Licia Maglietta… Sono convinta che una scuola di recitazione non possa cambiare in toto le possibilità di un attore, con qualcosa ci devi nascere. Se parliamo di teatro è un’altra cosa, occorre imparare la gestione del corpo e dello spazio. Guardo con ammirazione aliena agli attori di teatro, ma per il cinema ho imparato abbastanza!

Maglione con lavorazione peeling e collo ad imbuto e gonna di suede, BOTTEGA VENETA; orecchini e bracciali in oro rosa con diamanti collezione "Lock", TIFFANY & Co.
Maglia, FERRARI; orecchini in oro rosa con pavé di diamanti collezione "HardWear", TIFFANY & Co.

LOI: Ma quindi ti piacerebbe fare teatro? E alla regia hai mai pensato?

MDA: Mi piacerebbe fare teatro, è lo stesso lavoro ma con un altro registro e altre mobilità. Alla regia ho pensato perché credo di avere rapporti registici quando mi interfaccio con i personaggi che devo interpretare. Magari tra molti anni potrei pensarci.

LOI: Quando non lavori cosa ti piace fare?

MDA: Mi piace stare con il mio cane, ho un’enorme passione per gli animali. Mi piace stare nella natura, passeggiare, mi piace la montagna, fare sport, amo stare in una dimensione meno tossica possibile, lontana dal traffico, dal rumore, dai social, dallo stress.

LOI: La vacanza ideale?

MDA: Qualunque posto a due passi dal mare senza telefono e senza niente da fare.

LOI: Sei ambassador di Tiffany & Co.

MDA: Tiffany mi affascina, è una potenza, sono lì dalla creazione del mondo, la loro è una vera arte del gioiello e naturalmente adoro lo stretto legame del brand con il mondo del cinema.

Body e minigonna drappeggiata in maglia metallica, VERSACE; collana in oro bianco con diamanti collezione "Knot" e orecchini collezione "Lock", TIFFANY & Co.

Team credits: 

HAIR Vincenzo Panico;

MAKE UP Nicoletta Pinna @ SIMONE BELLI AGENCY;

PHOTO ASSISTANT Brando Gramazio.

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