L'Arco di Trionfo è impacchettato
Anche senza Christo, a Parigi stanno impacchettando l’Arco di Trionfo. L'artista aveva progettato l'opera insieme alla moglie Jeanne-Claude da diverso tempo ma vede la luce solo ora. L'opera viene inaugurata il 18 settembre a oltre un anno dalla sua morte e sarà visitabile fino al 3 di ottobre
“Sarà come un oggetto vivente che si animerà nel vento e rifletterà la luce. Le pieghe si muoveranno, la superficie del monumento diventerà sensuale. Le persone avranno voglia di toccare l’Arco di Trionfo”: con queste parole Christo, tra i più grandi artisti di tutti i tempi e padre della Land Art scomparso lo scorso anno, raccontava quella che era solo un'idea relativa all'impacchettamento dell'Arco di Trionfo di Parigi, uno dei simboli della città, grazie all'utilizzo della sua cifra stilistica d'eccezione: fasciare e drappeggiare. Un progetto la cui ideazione risale a 60 anni fa, ma che solo adesso vedrà la luce, dal 18 settembre al 3 ottobre 2021. L’Arc de Triomphe empaqueté, è questo il titolo dell’opera concepita insieme alla moglie-musa Jeanne-Claude, doveva essere realizzata, anche senza il suo creatore, nel settembre 2020, ma fu tutto rinviato a causa della pandemia.
La concreta ripresa della realizzazione dell’opera sull’Arco, che è alto 50 metri, largo 45 e profondo 22, risale al 2017. I lavori preparatori erano iniziati lo scorso luglio: furono montate circa 400 tonnellate di impalcature di acciaio da cui qualche giorno fa sono stati “srotolati” i primi drappi di polipropilene riciclabile blu e argentato (ne serviranno 25 mila metri quadrati in tutto) tenuti insieme da 3 mila metri di corda rossa.
Il progetto è stato realizzato in collaborazione con il Centro dei Monumenti Nazionali e il sostegno del Comune di Parigi. Costato 14 milioni di euro, l'opera è stata finanziata interamente attraverso la vendita di studi e disegni preparatori, di plastici e litografie originali degli anni Cinquanta e Sessanta dell'artista francese.