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The Next Icon: l'intervista a Federico Cesari

Una dote rende grandi gli attori: quella di farsi ricordare. Federico Cesari, protagonista della serie Netflix "Tutto chiede salvezza", non usa gestualità istrioniche o manierismi del linguaggio, tuttavia ci ricordiamo del suo stile e del suo volto. Dalle sue parole si capisce che il suo non è un semplice lavoro, bensì una vocazione: è questa la chiave del suo successo.

Federico Cesari in GUCCI per L'Officiel Italia Issue n.47 - Winter 2022
Federico Cesari in GUCCI per L'Officiel Italia Issue n.47 - Winter 2022

TEXT BY Alessandro Viapiana

PHOTOGRAPHY Eugenio Intini

STYLING Giulio Martinelli

L'anno d'inizio della GenZ è il 1997, anno di nascita di Federico Cesari. Romano, è l'interprete perfetto delle istanze e delle urgenze che questa generazione sente come proprie. Ha coltivato la sua passione per la recitazione fin da piccolo ma sono stati i ruoli nelle serie Netflix di Martino in "Skam" e Daniele in "Tutto chiede salvezza" a fargli capire cosa volesse dire fare l'attore.
L'OFFICIEL ITALIA: Una domanda molto personale per iniziare, quali sono i tuoi sentimenti, cosa provi quando sei davanti a una telecamera?
FEDERICO CESARI: Un misto di emozioni. Mi accorgo di scoprire sempre qualcosa di nuovo, di me e di questo mestiere: ogni giorno è come la prima volta. Prima di girare ho costantemente la stessa ansia anticipatoria. Poi però arriva un momento di liberazione, un momento in cui sfogo tutto quello che nel quotidiano non riesco a tirare fuori. Il grande regalo che il cinema mi fa è riuscire ad esprimere la parte più profonda della mia emotività.
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Cappotto over, camicia, shorts di denim ricamati, orecchino e stivali, GUCCI
LOI: Possiamo trovare una similitudine di questo tuo "momento di liberazione" col protagonista della serie Netflix "Tutto Chiede Salvezza", Daniele, che riesce ad esprimersi tramite la poesia?
FC: Certo. Per me "Tutto Chiede Salvezza" é stato molto curativo, mi ha dato una nuova centratura. Venivo da un periodo di apatia e scarsa stimolazione: girare questa serie ha significato esternare di continuo, oserei dire "vomitare" per l'intensità di quanto è stato, emozioni che sentivo ribollire nel profondo, portarle a galla e su di esse costruire il personaggio di Daniele.
LOI: Di Daniele ti è rimasto molto?
FC: A parte l'effetto che dicevo sulla mia emotività, è stata un'esperienza totalizzante poiché sono stato catapultato per un'intera settimana in un reparto psichiatrico. Mi sono appassionato al tema della salute mentale raccontato nella serie e mi sono riavvicinato alla poesia, che era ormai solo un ricordo degli anni del liceo.

LOI: Cosa stai leggendo in questo momento?

FC: Sto girando un film che parla della vita di una poetessa, di cui non posso dire altro. Tutte le mie letture si stanno concentrando sui suoi scritti. Il libro invece in attesa sul mio comodino è "Linea intera, linea spezzata" di Milo de Angelis.

LOI: Cosa speri rimanga dei tuoi personaggi e delle storie che racconti attraverso di loro?
FC: Il cinema nella stragrande maggioranza dei casi ha una sola finalità: intrattenere. Sono stato molto fortunato ad aver incontrato personaggi che affrontano temi sociali così attuali e che la nostra generazione vuole vengano rappresentati sempre di più. Altra fortuna è stata quella di aver interpretato personaggi coi quali ho potuto affrontare un viaggio. Mi spiego: Martino di "Skam" è raccontato a 360 gradi nella sua quotidianità di liceale, figlio, ragazzo che deve affrontare un coming-out e il primo amore; Daniele viene raccontato anch'esso a tutto tondo, accompagnandolo nell'intera settimana del TSO cui è sottoposto. I personaggi che ho interpretato non rappresentano una singola tematica, non sono macchiette, sono persone reali che vivono problemi ed emozioni comuni a tutti. 
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Blazer doppiopetto, camicia, pantaloni e orecchino, GUCCI

LOl: Nel tuo processo recitativo, quanto di Federico Cesari emerge nel risultato finale che va in scena?
FC: È una domanda che mi pongo continuamente. In questo lavoro si rischia tutto. Non so mai quanto io riesca a dominare il personaggio o al contrario quanto sia il personaggio a prendere il sopravvento su di me. Nella vita reale fuori dal set mi rendo conto che faccio cose, come piccoli gesti, prese dai copioni. Vengono da me o vengono dai personaggi che interpreto? Non so dare una risposta. Di certo so che è difficile abbandonare una vita non tua che però hai vissuto per interi mesi.

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Turfleneck e pantaloni, CANALI; orecchino e stivali, GUCCI; anello, Federico's own

L'impotenza che proviamo è forte, ma la voglia di salvezza che questa generazione possiede credo lo sia di più.

LOI: Del nostro mondo cosa pensi? Martino in "Skam" è un adolescente gay che scopre la sua identità e Daniele in "Tutto chiede salvezza" si confronta con la sua salute mentale: ti sembra che questi temi siano affrontati col giusto peso dalla società e dalla politica?

FC: Vedo una grande frustrazione delle nuove generazioni, a livello di società ci sono voci che non riescono ad esprimersi e quando lo fanno non vengono ascoltate. C'è una grande distanza tra ciò che viene percepito di interesse primario dalle giovani generazioni e ciò che viene percepito come tale dall'establishment. Il tema dell'inclusività, le tematiche ambientali, il lavoro, sono tutte urgenze e necessità che vengono avvertite come impellenti da me e dai miei coetanei. Abbiamo la sensazione che non ci sia più tempo per alcune cose ed è davvero così: non possiamo più permetterci di escludere persone solo a causa di pregiudizi sulle loro condizioni, non possiamo più voltarci da un'altra parte se si parla di clima. L'impotenza che proviamo è forte, ma la voglia di salvezza che questa generazione possiede credo lo sia di più.

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Suit, L. B.M. 1911; orecchino, GUCCI

LOl: Sei anche uno studente di medicina. Cosa vedi nel tuo futuro: Federico sarà un medico o un attore?
FC: Ancora pochi anni fa a questa stessa domanda avrei dato una risposta diversa, perché non avevo incontrato ruoli che mi facessero dire "voglio fare l'attore per tutta la vita". Ho iniziato a recitare da piccolo quasi per caso e poi negli anni ho coltivato questa passione, senza studiare recitazione, fino a quando non ho incontrato il mio primo grande ruolo, Martino in "Skam". Inoltre, man mano che recitare cresceva di peso, Medicina si faceva sempre più difficile e ho constatato in prima persona cosa volesse dire davvero fare il medico: ci si scontra con una realtà diversa da quella romantica che avevo io. Ti imbatti in un sistema sanitario che fa acqua da tutte le parti ed è retto solo grazie al lavoro di medici-eroi. Insomma è diventato impossibile conciliare lo studio col lavoro: le ore che avrei dovuto dedicare a una specializzazione, lo vedo con la mia fidanzata che ha intrapreso questo percorso, sarebbero state incompatibili con la recitazione. Quindi in definitiva no, non farò il medico, sarò un attore.

LOl: Sei stato volto di Valentino per una campagna pubblicitaria, hai partecipato a servizi di moda: cosa pensi della moda, ti affascina questo mondo?
FC: Nella moda sembra non esista una singola realtà, come nel cinema. Si può volare con la fantasia e ci si esprime attraverso un linguaggio univoco, internazionale, che cerca di portare sempre più in là l'asticella di quello che è novità e, perché no, trasgressione. Da quello che osservo la moda ha la necessità di cambiare continuamente, di evolversi, cosa che implica uno sforzo creativo enorme.

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Giacca in denim e shorts ricamati, GUCCI

GROOMING Elisa Zamparelli @MAKING BEAUTY MANAGEMENT

PRODUCTION ASSISTANT Cecilia Corsetti

PHOTO ASSISTANTS Alessandro Albano e Stefano Schiaffonati

STYLING ASSISTANT Fernando Echeverría

LOCATION Coho Loft, Roma

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