Fashion

Duran Lantink è il nuovo direttore creativo permanente della maison Jean Paul Gaultier

La prima collezione prêt-à-porter sfilerà a Parigi durante la Paris Fashion Week di settembre 2025. Il debutto nell’Haute Couture Jean Paul Gaultier è invece fissato per gennaio 2026.

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Dopo un ciclo sperimentale di collaborazioni affidate a designer ospiti, la maison Jean Paul Gaultier volta pagina e affida la direzione creativa a Duran Lantink, primo incaricato permanente dalla sfilata d’addio del fondatore nel 2020. La sua prima collezione prêt-à-porter è attesa per la fashion week femminile di settembre 2025, mentre il debutto nella Haute Couture è previsto a gennaio 2026. Una scelta che segna il ritorno alla continuità creativa, pur mantenendo quello spirito d’avanguardia che ha definito il lessico visivo della maison sin dagli esordi.

Jean Paul Gaultier, che negli anni Ottanta è stato soprannominato l’“enfant terrible” della moda francese, ha sempre fatto della trasgressione uno strumento per ampliare i confini dell’eleganza. Dall’introduzione delle gonne maschili al feticismo couture, la sua carriera è stata segnata da una visione radicale ma profondamente sartoriale. È proprio questa tensione tra provocazione e savoir-faire a legare idealmente Gaultier a Lantink.

Nato ad Amsterdam nel 1987, Duran Lantink si è fatto notare per il suo approccio sovversivo e sostenibile, fondendo materiali d’archivio e pezzi di seconda mano in creazioni ibride, taglienti e concettuali. Diplomato alla Gerrit Rietveld Academie e al Sandberg Instituut, ha costruito una traiettoria che sfida le logiche tradizionali dell’industria, spesso interrogandosi sul concetto di esclusione nella moda. Il suo nome è emerso con forza nel 2019, quando vestì la modella trans Hunter Schafer per Vogue USA, segnando una svolta nell’immaginario della fashion inclusivity.

Nel comunicato di nomina, Gaultier ha espresso il suo entusiasmo con parole che oscillano tra affetto e riconoscimento simbolico: «Rivedo in lui l’energia, l’audacia e lo spirito ludico con cui ho iniziato il mio percorso: il nuovo enfant terrible della moda. Benvenuto, Duran.»

Lantink, da parte sua, ha risposto con deferenza, ma senza retorica: «Considero Jean Paul Gaultier un genio, parte di una generazione che ha infranto ogni barriera, permettendo a persone come noi di attraversarle liberamente e di essere ciò che siamo, senza doverci giustificare.»

Quella tra Gaultier e Lantink non appare come una rottura, ma come una trasmissione di codice: il passaggio da un couturier iconoclasta a un designer che ha fatto dell’irriverenza un metodo. In un momento in cui molte maison si rifugiano nella prevedibilità del heritage, Jean Paul Gaultier scommette ancora sull’imprevedibile.

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