Pop culture

Katy Perry nello spazio sul razzo Blue Origin, il primo equipaggio di sole donne dal '63

È partita alle 16:57 ora italiana, dal deserto texano, la missione NS-31 di Blue Origin, e con essa un nuovo capitolo nello sguardo del mondo rivolto verso le stelle.

Gayle King, Aisha Bowe, Lauren Sánchez, Amanda Nguyen, Katy Perry, Kerianne Flynn (Blue Origin)
L'equipaggio al completo: da sinistra Gayle King, Aisha Bowe, Lauren Sánchez, Amanda Nguyen, Katy Perry, Kerianne Flynn (Blue Origin)

Sei donne, sei nomi, sei storie che si intrecciano tra la cultura pop, l’attivismo, la scienza e il potere mediatico. Katy Perry, icona globale della musica, è salita a bordo della navicella New Shepard con il volto emozionato e una dedica nel cuore: a sua figlia Daisy. Al suo fianco, Lauren Sánchezgiornalista, pilota, compagna di Jeff Bezos — motore simbolico e operativo dell’intera spedizione. C’era anche Gayle King, volto storico dell’informazione americana, pronta a raccontare lo spazio con la profondità e la leggerezza che solo l’esperienza sa dosare. Con loro Amanda Nguyen, attivista e candidata al Nobel, che ha portato in quota il grido delle minoranze, e Aisha Bowe, ingegnera e imprenditrice, memoria vivente di una NASA che cambia, che si apre, che sogna. Infine Kerianne Flynn, produttrice cinematografica, a ribadire che la narrazione del cosmo passa anche dallo sguardo dell’arte.

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Undici minuti. Tanto è durato il viaggio oltre la linea di Kármán, in quel tratto di cielo dove la Terra si guarda da lontano e la gravità si dimentica. Un volo suborbitale breve ma carico di simboli, di immagini, di istanti che diventeranno poster, gif, storia. Katy Perry, sospesa nel vuoto, ha intonato le parole di What a Wonderful World, e in quel canto – destinato a diventare colonna sonora del giorno – ha raccolto la meraviglia e la fragilità del pianeta blu. Al loro rientro, ad attenderle, c’erano Jeff Bezos, Oprah Winfrey, le sorelle Kardashian. L’America dello showbiz e quella del potere si sono date appuntamento nel cuore polveroso del Texas per applaudire, immortalare, celebrare.

Ma non è stata solo festa. Le reazioni, come sempre, si sono divise. Se per alcuni la missione spaziale femminile rappresenta un passo avanti nel lungo cammino dell’emancipazione femminile, un’immagine potente e inclusiva da offrire alle bambine del mondo, altri parlano di una narrazione patinata, lontana dalle lotte quotidiane delle donne comuni. C’è chi si interroga sull’impatto ambientale dei voli spaziali turistici, chi chiede più spazio per la scienza e meno per l’intrattenimento, chi rilegge tutto come un’operazione di marketing ben riuscita. Eppure, la verità – come spesso accade – sta tra le righe: in quel silenzio a gravità zero, in quegli occhi lucidi, nella voce di Perry che fluttua tra le stelle. La missione NS-31 non ha risposto a tutte le domande, ma ha posto la più antica: chi siamo, e dove vogliamo andare.

Il costo? Non ufficialmente dichiarato, ma si stima una cifra a sei zeri, con una prenotazione da 150 mila dollari. Ma l'azienda di Jeff Bezos non è sola ad affrire questo tipo di 'servizio': un volo con Virgin Galactic costa 450 mila dollari, mentre con Space Perspective si scende a 125 mila, per un viaggio più lungo ma ancora in fase di test.

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