Motorola edge 30: compasso d’oro
Sono entrato all’ADI Design Museum di Milano per la presentazione del nuovo nato della famiglia edge e ho riscoperto il valore della sottigliezza.
Per quelli strani casi della vita, che alcuni interpretano come segni in grado di risvegliare oscure connessioni o affinità elettive, stavo pensando di ritorno dalla Biennale Arte alle parole di Enzo Mari e alla sua definizione del lavoro del designer quando è arrivato l’invito di Motorola per la presentazione del suo nuovo smartphone. L’appuntamento, sempre per quelle strane coincidenze, era all’ADI Design Museum, lo spazio da poco aperto a Milano dove è custodita in una Mostra Permanente tutta la collezione Compasso d’Oro, premio di cui beneficiò lo stesso Mari nel lontano 1967. Chiamarlo designer è riduttivo se come riconosce un altro grande del design italiano, Alessandro Mendini: "Mari non è un designer, se non ci fossero i suoi oggetti mi importerebbe poco. Mari invece è la coscienza di tutti noi, è la coscienza dei designers, questo importa".
La sua è stata innanzitutto una ricerca filosofica e una riflessione sottile, acuta e mai banale sul ruolo stesso del design, della sua percezione e dei suoi molteplici aspetti sociali a partire dalla sua funzione nella vita quotidiana, dell'intreccio con le forme artistiche e col processo industriale. Ed è bello percorrere gli ampi spazi rinnovati dell'ex Enel di Porta Volta, mischiandosi anche alle comitive di ragazzi in escursione scolastica, immersi tra i tanti oggetti che a qualcuno risvegliano ricordi e ad altri più giovani forse spalancano la mente su nuovi inesplorati orizzonti creativi. Ma perché ho incontrato Enzo Mari nei miei pensieri mentre rientravo a Milano? Perché riflettevo sul valore che nelle espressioni artistiche contemporanee ha proprio il processo di produzione, a partire dalla scoperta - che qualche volta ha qualcosa di magico tra il rituale esoterico e la formula segreta della Coca-Cola - di una nuova materia che poi diviene la base stessa, se non addirittura l'elemento presocratico, del creare artistico, risolvendo una volta per tutte la vetusta querelle che vedrebbe intrecciarsi, ma sempre mantenendosi a debita distanza, le disgiunte categorie della forma e del contenuto. Se, sempre secondo Enzo Mari, "il designer non si deve limitare alla creazione di oggetti belli e piacevoli", essendo quella la scelta di campo degli artisti che si fanno beffe dell'aspetto funzionale, è però allo stesso vero che l'efficienza progettuale nei materiali e nelle lavorazioni, pur avendo sempre presente l'utilizzo dell'oggetto e il suo utilizzatore, ha come naturale approdo un metodo del design che esprima a suo modo l'intima poesia dell'oggetto, perché solo in questo modo il designer sfugge alla mera produzione dell'utile evitando la riduzione da filosofo creativo a semplice interprete di tendenze.
È proprio la "tensione utopizzante delle origini del design" che va perseguita nell'ottica di valorizzare il ruolo del designer e di trasformare l'utente da consumatore passivo a fruitore di un oggetto, elemento attivo - io, noi tutti qui che ci lasciamo sorprendere dal Mondo degli Oggetti - del processo stesso del design.
>> Scorri verso il basso per scoprire le caratteristiche di Motorola edge 30
Perché dico questo? Perché se il nostro percorso inizia, ma potrebbe anche finire, dalla Olivetti Lettera 22 è proprio perché in quella che, date le premesse, sarebbe riduttivo descrivere come una macchina da/per scrivere ritroviamo esemplificate, ma sarebbero tanti gli oggetti che si caricano di suggestioni, le linee guida del pensiero di Mari: l'oggetto Lettera 22 si fa memoria e al contempo anticipa le tendenze, il passato diviene futuro, perché lo stesso progresso non è mai banalmente, direbbe Umberto Eco, una freccia a una sola direzione (eccolo il Freccia Rossa che mi illudeva di portarmi a casa, mentre seduto contro marcia, ero sballottato tra ricordi confusi e indefiniti progetti): Quella Lettera 22, appesa in verticale, quindi già artisticamente riproposta in una modalità che apparentemente nulla ha a che fare con la sua funzione mi parla ancora di un assoluto, mi fa riscoprire il valore della leggerezza e riapprezzare nel Motorola edge 30 il valore della sottigliezza. Per anni non si è parlato d'altro ed è stato terreno di battaglia tra i brand, poi il silenzio, fine del trend inizio di un altro. Ed ecco tornare la sottigliezza dal passato, farsi aruspice nel presente ridisegnando il futuro.
... and the winner is: per content creator o gamer, il Motorola edge 30 si aggiudica la palma di smartphone più sottile della sua categoria (per i nerd 6,79 mm contro i 7,65 mm di iPhone 13). Il display Oled Fhd+ da 6,5 pollici propone un refresh rate di 144Hz che farà felici i gamer. La tripla fotocamera soddisferà invece fotografi e video maker con sensore grandangolare da 50 megapixel, frontale per selfie da 32 MP e obiettivo principale da 50MP ad alta risoluzione con tecnologia di autofocus Instant All-Pixel Focus che utilizza il 100% dei pixel negli scatti verticali e orizzontali per garantire immagini più accurate possibile e filmati in modalità HDR10 con oltre un miliardo di sfumature di colore. Per i fashion addicted è disponibile nelle nuances Meteor Grey e Aurora Green con sfumature sottili ed eleganti, che corrono da un lato all’altro del device, variando per complessità e profondità a seconda di come viene inclinato. Per i designer non dimentichiamo la funzionalità: batteria da 4.020 mAh e tecnologia TurboPower 30: pochi minuti di ricarica diventano magicamente ore di energia.