Fedez e la sua carica d’ispirazione per l’universo Vype
A Milano incontriamo Fedez per un appuntamento insolito e, insolitamente, senza Chiara Ferragni.
«Non capisco come sia possibile non fumare – asseriva Thomas Mann – è come rinunciare alla parte migliore della vita». Oggi nessuno si esprimerebbe così perché il fumo non è più considerato un simulacro di libertà, bensì un atto nocivo per sé e per gli altri, e la moderna crociata contro il tabacco ne è testimonianza. La sigaretta è peccato perché non disseta, non nutre, non serve a niente se non a compiacere un desiderio nascosto e incomunicabile. È il gesto gratuito di chi baratta la salute con il piacere, la vita osservata con la vita vissuta. Appaga lo spirito prometeico dell’uomo che ruba il fuoco e lo tiene tra le mani senza bruciarsi, ma è di fatto maledetta perché paradossale atto di vita, di chi ama la vita così tanto da consumarla, sprecarla, bruciarla. Oltre a tutto questo, la sigaretta è molto altro. Strapparla dalle mani a certe icone significherebbe distruggerle. Proviamo a immaginare un Humphrey Bogart senza sigaretta in bocca o un commissario Maigret senza pipa poggiata sul palmo della mano. È quasi impossibile trovare una foto di Pablo Picasso senza la sigaretta tra le dita e nemmeno Gigen sarebbe lo stesso senza il suo fumoso rotolino di carta. C’è chi la tiene stretta fra le labbra e chi l’appoggia con voluttà, chi la stringe tra i denti e chi la lascia cadere dall’angolo della bocca. Ma c’è anche chi sta lavorando sulla propria dipendenza, servendosi di alternative elettroniche capaci di ricalcare le percezioni sensoriali dei tabacchi lavorati. Stiamo parlando delle cosiddette e-cigarettes, dispositivi sempre più diffusi che differiscono per forma, prestazioni e varietà di aromi. Anche il linguaggio ha il suo peso in questo nuovo mondo parallelo. Non più fumare, bensì “svapare”. Niente più fumatori, ma più ravveduti “svapatori”. A Milano il Deus Cycleworks è diventato per una sera luogo d’incontro per confrontarsi sul tema, trasformandosi in un laboratorio creativo promosso dalla e-cigarette di British American Tobacco. Nello spazio, ribattezzato per l’occasione “The Ispiration Studio”, tra i presenti radunati per scoprire l’ultima arrivata di casa Vype, la ePen3, anche un ospite d’eccezione: Fedez. Con le sue inseparabili Vans e una t-shirt dei Beastie Boys, anche il rapper tatuato più chiacchierato d’Italia si è dichiarato fan dello “svapo”. Dopo aver visto diverse stories sull’argomento, sul suo Instagram, abbiamo rivolto qualche domanda al nuovo stiloso testimonial Vype.
Ciao Fedez, come stai? Che sorpresa trovarti qui oggi al centro di questa collaborazione…
Benone grazie. Vype mi ha scelto come testimonial perché sono un fruitore della sigaretta elettronica da circa quattro anni. Fino a qualche anno fa arrivavo a fumare ben due pacchetti di sigarette al giorno, e con la mia asma cronica non era proprio il massimo. Lavorare sulla mia dipendenza scegliendo di passare dalla sigaretta classica a quella elettronica mi ha permesso di avere miglioramenti e benefici.
Il concetto portante della campagna, che scopriremo man mano, è quello di ispirazione. Stai cercando anche tu nuove ispirazioni?
Credo che una volta raggiunti i traguardi prefissati le ispirazioni debbano cambiare. Io ho raggiunto obiettivi che non avevo neppure calcolato e così ho rivalutato molte delle mie priorità. Oggi penso che le ispirazioni debbano essere mutevoli, sempre pronte a trasformarsi.
Quali altre sfide ti attendono?
Affronto le sfide solo quando mi appassionano e mi interessano. Sono sempre in sfida con me stesso quindi non mi fermo mai. Sto lavorando a nuovi progetti, ma preferisco non rivelare troppo per ora.
Da bravo amante dello stile, quali nuove scoperte hai fatto ultimamente?
Durante un mio recente viaggio a Tokyo ho conosciuto una designer che lavora per Off White, ha un suo brand che si chiama ROGIC e credo che nel giro di un annetto diventerà un nome molto conosciuto. Il grande cambiamento dei nostri tempi è l’apertura dell’alta moda nei confronti dello streetwear, e l’esempio di Virgil Abloh - designer di Off White ma anche Direttore Artistico dell’uomo Louis Vuitton - è perfetto.
Lo stile è ancora parte integrante della comunicazione musicale?
Penso che l’immagine sia parte preponderante dell’identità di un’artista, ma a volte occupa persino troppa importanza. Quando ero ragazzino dicevano la stessa cosa di me, quindi forse sono semplicemente io che sto invecchiando.