Zuckerberg annuncia il nuovo Facebook: Meta
Tempo di rinnovare ed evolvere. Queste le parole del fondatore di Facebook Mark Zuckerberg che annuncia il cambio di nome di Facebook, che "da oggi è Meta". "Siamo all'inizio del prossimo capitolo di internet e del prossimo capitolo della nostra società", afferma Zuckerberg. L'esperienza del nuovo Facebook riguarda la possibilità di creare
Il nuovo nome di Facebook è Meta. Per il suo fondatore Mark Zuckerberg cattura al meglio la realtà di Facebook, che include Instagram, Messenger, Quest VR, la piattaforma Horizon VR e altro: "Siamo visti come un social media ma nel nostro dna siamo una società che costruisce tecnologia per connettere le persone. Mi auguro che nel tempo saremo visti come una società di metaverso", ha messo in evidenza Zuckerberg, prevedendo che proprio il metaverso raggiungerà un miliardo di persone nel prossimo decennio. Il Ceo ha spiegato che la scelta del nome è legata al fatto che questo "deriva dal greco e significa dopo, al di là" e sarà rappresentato dal simnolo dell'infinito. La società prevede, in questo settore, di creare 10mila posti di lavoro in Europa nei prossimi 5 anni.
In Meta si potranno creare Avatar, vestirli, interagire con gli altri utenti in quello che sarà un vero e proprio universo parallelo in 3D. In linea con il crescente interesse nei confronti del mondo del gaming e degli NFT, più che un cambio di nome è un cambio di percorso e di evoluzione. Una visione del futuro dove il non fisico e il fisico si mescolano, con interazioni sempre più naturali e ambiziose. Un futuro non certo vicino, per stessa ammissione di Zuckerberg, ma che dal punto di vista di Meta sarà l'obiettivo finale di questo nuovo percorso.
Questa rivoluzione accade qualche giorno dopo lo scandalo dei Facebook Papers, a pochi giorni di distanza dalla diffusione di numerosi documenti interni forniti a vari giornali americani dalla whistleblower ed ex dipendente dell’azienda Frances Haugen. I documenti amplificano e raccontano nel dettaglio i fallimenti della dirigenza di Facebook nel contenere la disinformazione e l’incitamento all’odio e alla violenza sulla piattaforma, a volte per carenza di mezzi tecnici, e a volte per non danneggiare i profitti che derivano dall’attività delle persone su Facebook.