Addio a Maurizio Costanzo, il re dei talk-show aveva 84 anni
Ci lascia uno dei pilastri del giornalismo italiano. Autore, scrittore, sceneggiatore, conduttore televisivo e radiofonico, Maurizio Costanzo si è spento oggi, 24 febbraio, a Roma.
Una vita per il giornalismo
Nato a Roma il 28 agosto 1938, dopo essersi laureato in Giurisprudenza, Maurizio Costanzo ha iniziato la sua carriera nel mondo del giornalismo da giovanissimo a 18 anni per "Paese Sera", collaborando poi con importanti testate come "Tv Sorrisi e Canzoni", "Il Messaggero" e "Il Mattino". Da sempre legatissimo al genere del talk-show, inizia la sua carriera telvisiva in Rai (dove aveva già lavorato come conduttore radiofonico), sul Secondo Programma - l'attuale Rai 2 - con Finalmente Domenica. Passa poi a Rai 1 con il programma Bontà loro. Negli anni successivi, Costanzo ha condotto numerosi programmi televisivi di successo che hanno fatto la storia della televisione italiana, come "Maurizio Costanzo Show", "Buona Domenica" e "Domenica In". Ha anche collaborato alla realizzazione di molte serie televisive di successo, tra cui "La Piovra".
La vita privata
Costanzo era sposato con la giornalista, autrice televisiva e conduttrice Maria De Filippi dal 1995 con la quale ha cresciuto il loro figlio adottivo Gabriele. Ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti per la sua carriera, tra cui il Premio Regia Televisiva nel 2010. Oltre alla sua passione giornalistica e un esempio di grande professionalità ci lascia una canzone, scritta per Mina nel 1966, tra le più belle nella storia della musica italiana, "Se telefonando".
L'attentato del 1993
Durante la stagione stragista che insaguinò l'Italia nei primi anni '90, la mattina del 14 maggio 1993, mentre entrava in auto con la compagna Maria De Filippi, Costanzo fu oggetto di un'attentato esplosivo. Un'autobomba caricata con 100 kg di esplosivo, non riuscì nell'intento di uccidere il giornalista, ma provocò 24 feriti e ingenti danni ai palazzi del quartiere romano dove Costanzo viveva. La forte amicizia con Giovanni Falcone e soprattuto molte trasmissioni televisive (tra cui la maratona anti-mafia condotta insieme a Michele Santoro a reti unificate Rai e Mediaset dopo l'omicidio di Libero Grassi) che aprirono gli occhi alla società civile italiana sul problema mafioso, furono probabilmente alla base dell'attentato, inserito in una strategia ben più ampia che la Mafia operò in quegli anni.