The Now Icon: Isabella Ferrari
«Allʼinizio ho voluto molto bene al mio personaggio in “Babyˮ», racconta Isabella Ferrari, attualmente impegnata sul set della terza serie. «Non mi assomigliava, ma potevo ritrovarmi nelle tante responsabilità di una madre sola con una figlia a carico. Certo lei è molto ingenua e io molto concreta, ma mi ero affezionata alla sua bontà, alla sua fragilità. Nella seconda serie il personaggio diventa più complesso, ma dal punto di vista umano abbiamo perso qualsiasi punto di contatto. Il fatto che non faccia nulla pur essendo venuta a conoscenza delle attività della figlia (di baby squillo, nda) mi ha molto disturbato. Simonetta sceglie di girarsi dall'altra parte». Sul set ha un rapporto stretto solo con Alice Pagani: «Mi sento molto materna nei suoi confronti, e se da un lato è inevitabile, visti i ruoli e la differenza d’età, dall'altro è vero che tutte le mie amiche sono attrici». Come Valeria Golino, che lʼha recentemente diretta in “Euforiaˮ. «Ero tesissima per paura di deludere la mia migliore amica, cosa che mi succede regolarmente anche quando lavoro con mio marito (il regista Giuseppe De Maria, nda)». Lʼattrice aveva esordito in TV nell'81 in “Sotto le stelleˮ di Gianni Boncompagni, con cui all'epoca aveva una relazione. Cinematograficamente parlando è stata però «lʼinvenzione di Carlo Vanzina, che mi ha voluta in “Sapore di mareˮ. Poi sono passata da Dino Risi, che mi gridava sul set che ero una cagna, allʼeleganza e alla gentilezza di Ettore Scola che mi ha diretto in “Romanzo di un giovane poveroˮ, per cui ho vinto la Coppa Volpi. Scola diceva che sembravo uscita da una copertina di Vogue, e mi ha insegnato a non “costruireˮ nulla di un personaggio, perchè poi si vedono le impalcature. Altro momento fondamentale della mia carriera: “Distretto di Poliziaˮ, diretto da mio marito. Il mio personaggio era stato chiaramente scritto per un uomo, e io ero convinta di non farcela, ma Renato mi ha detto: «Mettiti davanti allo specchio e poi fai quello che fai in casa, l’autoritaria». Con Ferzan Özpetek abbiamo lavorato sul non detto, come in quella scena di “Saturno controˮ che doveva essere una scena erotica tra me e Stefano Accorsi e che abbiamo risol- to in una lunga camminata sinuosa, io davanti e lui dietro, più carica di tante scene esplicite. Quando Paolo Sorrentino mi ha chiamato per “La grande bellezzaˮ allʼinizio ho pensato che il ruolo fosse troppo piccolo, ma non si può dire no al suo immaginario. E ne sono uscite immagini indelebili, di quella passeggiata allʼalba in piazza Navona. Allʼestero, mi capita ogni tanto che qualcuno mi lanci in inglese quello scambio di battute uniche: “Lei cosa fa nella vita?ˮ “Io sono riccaˮ. Negli ultimi anni sto lavorando molto con giovani registi, “In viaggio con Adeleˮ, “Babyˮ, “Cosa fai a Capodannoˮ e “Sotto il sole di Riccioneˮ sono tutte opere prime: mi riempie di gioia essere circondata da ventenni, mi sento graziata». Non più tentata dal teatro – «Non sopporto più di svegliarmi la mattina già proiettata sulla sera, e già con l'angoscia del palcoscenico» –, non esita a definire il ruolo dei suoi sogni:«Vorrei interpretare una donna assolutamente detestabile».
Foto Roberto Patella
Testo Fabia Di Drusco
Styling Giulio Martinelli
Hair stylist Emanuele Vona @Etoile Management
Make up artist Anna Maria Negri
Assistente fotografo Luca Costa
Assistente stylist Fabio Pittalis