Woodstock vs Coachella: la storia della moda hippie
L'era degli hippy è finita, ma alcuni festival musicali, in primis il Coachella appena concluso, tentano di ricrearla. Con successo?
La moda hippie, prende il sopravvento al Coachella e ad altri festival musicali ogni anno. Dalle corone di fiori ai copricapo Navajo ai flarred pants (pantaloni a zampa) alle frange su gilet e capispalli, la moda dei figli dei fiori sopravvive. Ma non ha nulla a che fare con quello che i padri onorevoli di questo movimento degli anni '70 volevano dirci, anche attraverso i loro vesiti. Poiché le tendenze della moda tendono a ripetersi, è sempre interessante vedere quale è la loro storia. Con il Coachella 2022 appena concluso (e per sfatarne un po' i falsi miti), L'OFFICIEL ricorda la moda hippie.
Scorri verso il basso per scoprire la storia della moda hippie
Quando i giovani alla fine degli anni '70 raccoglieranno gli ideali del movimento della Beat Generation, estremizzandoli, nascerà la cultura hippie. Promuovevano uno stile di vita alternativo, contro il consumismo e il capitalismo, sulla scia del recente scoppio della Guerra del Vietman protestavano contro tutte le guerre- celebre è la quote del movimento "Mettete dei fiori nei vostri cannoni" - si battevano per i diritti civili, promuovevano una sessualità libera, facevano uso di droghe naturali e ascoltavano musica psichedelica. Adottarono un dress code specifico che divenne esso stesso simbolo di ribellione. Essendo contro ogni forma di consumismo, acquistavano i vestiti nei mercatini delle pulci, gli antesignani dei nostri second-hand, portavano sandali in cuoio o corda o camminavano a piedi nudi, i tessuti erano prevalentemente naturali. Colori vivaci, pattern floreali e abiti dallo spirito libero, ispirati alle culture degli Indios e Navajo: tutto rimandava agll'idea di protesta pacifica.
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Le donne del movimento hippie erano per di più cantanti, essendo la musica una parte fondamentale della controcultura. Joan Baez, attivista e cantante, una delle prime donne a fare canzoni di protesta e compagna di Bob Dylan, Janis Joplin, musa indiscussa del movimento, Grace Slick, cantante del guppo Jefferson Airplane, Joni Mitchell.
Woodstock nel 1969, il festival musicale più grande di sempre, è la summa del movimento hippie. Durò tre giorni e si stima che i partecipanti furono circa 400mila. È proprio nei music festival che avvenivano gli incontri più importanti degli hippy, tra musica, droghe e libera espressione. Prima di Woodstock, dopo il quale il movimento attraversò un rapido declino, nell'estate del 1968 ci furono altri festival come il Monterey in California. Dalle ceneri di Woodstock, con il passare degli anni, nascono delle pseudo evoluzioni di quello che i ritrovi del movimento hippie furono. Glansbury, Burning Man, Coachella: un'appropriazione culturale in buona fede, che perpetua degli ideali estetici, senza essere però cassa di risonanza di altrettanti ideali culturali. Oggi i festival musicali sono delle occasioni per la moda, che ciclicamente ritorna, di riproporre dei trend e inevitabilmente trarne profitto. E così vediamo abiti in pizzo, che sono più un mix tra moda anni 2000 e indie slaze, corone di fiori e copricapi, gioielli vistosi, piume, frange e pantaloni a zampa. Ma del Coachella e del resto, i figli dei fiori degli anni '70, oggi avrebbero certamente qualcosa da ridire.