Ferrari New Life: Rocco Iannone racconta come guida il marchio dell'automotive nella moda
Il Cavallino inizia una nuova avventura con Rocco Iannone, direttore creativo della moda del brand di Maranello. «Mi piaceva scrivere il lessico creativo di Ferrari, immaginare un territorio estetico e stilistico in cui riconoscere nell’abbigliamento le caratteristiche dell’automotive».
Text by Giampietro Baudo
Photography Matt Colombo
Un progetto ambizioso: traghettare un’icona dell’automotive internazionale, Ferrari, nel mondo della moda. Regalando al Cavallino una credibilità stilistica e una riconoscibilità estetica nel fashion system. Andando oltre una semplice operazione di marketing o di merchandising, tuffandosi nell’heritage di un marchio simbolo del made in Italy per creare un progetto moda importante. Questa la sfida di Rocco Iannone, nominato a novembre del 2019 direttore creativo della moda di Ferrari. Nato a Catanzaro nel 1984, con un background nell’arte e studi all’Istituto Marangoni di Milano, ha cementato la sua visione estetica tra Dolce & Gabbana, Giorgio Armani e Pal Zileri, prima di iniziare questa nuova sfida. «Questo è un progetto in evoluzione, che sta raccogliendo feedback positivi. Le collezioni stanno crescendo e si stanno sviluppando. Il contesto visivo in cui ci stiamo muovendo punta ad avvicinare il mondo dell’automotive e quello della moda», spiega il designer. «Ferrari è un’azienda solida, abitata da grandi professionisti e il confronto con loro mi sta aiutando a crescere. Perché il mio approccio vuole essere di grande rispetto e di aderenza con i connotati estetici di Ferrari, per intraprendere un percorso non solo legato al posizionamento del Cavallino su un capo o all’utilizzo del colore rosso. Mi piaceva scrivere il lessico creativo di Ferrari, immaginare un territorio estetico e stilistico in cui riconoscere nell’abbigliamento le caratteristiche dell’automotive».
L’OFFICIEL ITALIA: Come definiresti l’uomo e donna Ferrari?
ROCCO IANNONE: Per me convivono esattamente nello stesso modo, viaggiatori che arricchiscono la propria vita con l’osservazione del mondo. Amano la contaminazione, la condivisione e il linguaggio senza frontiere. In questo universo stilistico non c’è uno sguardo nostalgico ma una proiezione verso il futuro presente. Non amo guardare a un futuro lontano, mi piace raccontare l’oggi che è un po’ lo scopo della moda.
LOI: Quali sono i tratti distintivi del tuo racconto per Ferrari?
RI: Il colore abbinato alla superficie è sicuramente centrale nelle mie collezioni. Il giallo Modena e il rosso Ferrari sono due cult con cui giocare sperimentando texture e materiali differenti per avvicinarli all’effetto finale di una carrozzeria. Quando entri in una Ferrari vivi un experience a tuttotondo: è un mix fatto di colore e avvolgenza. E la collezione moda non può trascurare le proporzioni. Ferrari è muscolarità. Spesso le mie linee rincorrono le silhouette longilinee e sinuose dell’automobile. Il tutto senza trascurare la sartorialità, un altro punto in comune tra moda e automotive. Perchè la Ferrari è la haute couture dell’automobile.
LOI: Idealmente l’universo Ferrari e considerando maschile, come è stato rapportarsi al mondo femminile?
RI: Paradossalmente più facile, non esistevano preconcetti di merchandising e altro. E poi Ferrari ha da sempre un grande legame con le donne, clienti, estimatrici e collezioniste. Basta pensare a Monica Vitti o Anna Magnani. Io stesso vengo da una famiglia matriarcale, popolata di donne colte con grande self-confidence. Donne che non si censurano o castigano. Donne che si esprimono. Che sono esattamente l’archetipo della donna Ferrari.
Scorri verso il basso per scoprire l'intervista di Rocco Inannone direttore creativo di Ferrari
"L’uomo e la donna Ferrari sono viaggiatori che arricchiscono la propria vita con l’osservazione nel mondo" Rocco Iannone
LOI: Da dove provengono le tue ispirazioni per creare la linea moda?
RI: Dal mondo e dalla società, voglio fornire un guardaroba al passo con i tempi, quando si crea bisogna sempre tener conto dei cambiamenti. E poi ci sono i filtri della creatività come la musica, il cinema e l’arte. Che contaminano ogni mio processo.
LOI: Come lavori con l’archivio? Che cosa ti guida?
RI: Opero evocando la sensibilità del curatore. Osservo l’archivio e cerco di separare le immagini dalla loro storicità per renderle aderenti al mondo di oggi. L’archivio è composto da tratti grafici e figurativi importanti: ad esempio ci sono i lavori degli anni ’40 che Enzo Ferrari utilizzava per i magazine corporate dell’azienda che mi piace trasformare in stampe uniche. Lasciandomi guidare dal lavoro di artisti come Piet Mondrian o Mimmo Rotella.
LOI: Se tu dovessi scegliere i codici che rappresentano l’universo Ferrari cosa sceglieresti?
RI: Sicuramente il capospalla racconta bene una narrazione di forme e architetture. Il colore, che si sviluppa intorno alla tonalità giallo Modena e il rosso Ferrari, corale, che si compone di diverse sfumature. Poi non possiamo rinunciare al nostro stemma, il Cavallino, ma possiamo interpretarlo con un processo lungo e studiato. Il Cavallino è sacro come la CC di Chanel o LV di Louis Vuitton. È un sole, una stella che attira ma che ti puó bruciare se ti avvicini molto. Non è vero che non si possa toccare, ma bisogna interpretarlo con riguardo.
LOI: Quanto tempo ci vuole per progettare un auto?
RI: Due anni o forse di più… io in questa tempistica ho lavorato su tre collezioni mettendo le basi di un racconto serio e importante.
LOI: Un tuo sogno per Ferrari?
RI: Portare questo progetto ad essere rappresentativo di un lifestyle che convive e vive insieme al cuore di Ferrari, che è quello delle auto.