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La gioventù cosmica di Vitelli

Quello di Vitelli è un universo onirico fatto di sostenibilità, inclusività e multiculturalità
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Vitelli, brand italiano basato a Milano e prodotto in Veneto, ha presentato durante la Milano Fashion Week l'ottava collezione di Gioventù Cosmica, entrando nell'olimpo dei tredici brand italiani emergenti supportati da CNMI e Rinascente. Il progetto di Vitelli è Made in Italy per tutta la filiera: dall'idea creativa alla produzione. Gioventù Cosmica 8th parla di evasione, inclusività e multiculturalità con uno sguardo sostenibile al futuro in un universo onirico ispirato alla musica del gruppo sperimentale Don Cherry Codona, all'architettura di Lina Bo Bardi, e ai movimenti radicali degli anni '70. Il fondatore e direttore creativo Mauro Simionato e la knitwear director Giulia Bortoli hanno raccontato a L'Officiel Italia l'ottavo e nuovo capitolo del loro progetto luxury freak, fatto di maglieria strutturale, ma anche capi sartoriali con decorazioni che ricordano alghe e coralli realizzati con filati per maglieria, e che comprende tre collaborazioni stagionali: con il brand di calzature veneziano Marsèll, il brand milanese Ryon Vert e la label di incensi londinesi Cremate.

Da dove nasce Vitelli e qual è stato il concept creativo principale?
Abbiamo iniziato circa quattro anni fa, in maniera molto naturale. Io (ndr. racconta Mauro) facevo l'art director e Giulia stava finendo un master in maglieria. Avevamo voglia di creare un prodotto che potesse raccontare delle storie e abbiamo pensato alla tradizione veneta della maglieria, questo è stato il germe della crescita del nostro progetto, rimanendo ancora oggi il nostro focus principale: creare un'estetica nuova partendo dalla tradizione dell'artigianato italiano, al di fuori degli stereotipi con una componente controculturale.

La cultura del clubbing anni '80 è stata la vosta prima ispirazione. Come si è evoluto il brand in questi anni?
Siamo arrivati alla collezione 8 di Gioventù Cosmica ed è l'elemento che lega tutti i nostri progetti creativi. I "cosmici" avevano un approccio molto aperto e curioso verso l'esotico e verso l'altro, in una maniera inclusiva ante litteram, mischiato a generi musicali diversi che ci aiutano a sperimentare in questo flusso di estetica e creatività.

Che ruolo ha la musica nel vostro processo creativo?
La musica per noi è importantissima. I mood board hanno sempre almeno un tema musicale che ci accompagna per tutto il processo creativo e che tante volte assume delle forme visive e artistiche. Ad esempio, in questa collezione il fil rouge delle influenze è stata la musica dei Don Cherry Codona, un gruppo sperimentale nato alla fine degli anni '80. La compagna di Don Cherry era un' artista visiva e creava dei set davanti ai quali la band suonava, che ci hanno permesso a nostra volta di entrare in un set teatrale dove abbiamo iniziato a lavorare sulla collezione. Quando lavoriamo sulla collezione cerchiamo sempre di unire le influenze e i riferimenti estetici e culturali al filato e al tipo di tessuto da utilizzare, facendoli nascere in simbiosi.

Perchè avete scelto proprio la maglieria, una tecnica così artigianale e antica, come fulcro del vostro progetto?
Essendo veneti (ndr. racconta Giulia), siamo partiti da una tecnica vicina alla nostra tradizione. In Veneto l'artigianato legato alla maglieria è molto presente e ben costruito. Io stavo studiando textile e maglieria e volendo raccontare l'italianità e il "saper far bene italiano"  abbiamo deciso di puntare su questo genere di lavorazione che si presta molto bene - secondo il nostro punto di vista giovane- a essere interpretata in un modo nuovo. Anche, ad esempio, attraverso l'utilizzo del filo con la tecnica di agugliatura "Doomboh" , che parte dal recupero dei fondi cono del filo che solitamente vengono buttati e che noi siamo riusciti a riutilizzare creando trame che sono un ibrido tra maglia e tessuto. Un metodo così antico, visto con una chiave di lettura diversa, permette di costruire qualcosa di totalmente innovativo. 
 

Vitelli è un esempio illuminato di brand sostenibile. Qual è il vostro approccio alla sostenibilità?
Abbiamo da sempre cercato di lavorare a km 0, i nostri fornitori sono tutti del vicentino e del padovano. Visitando le aziende ci siamo resi conto dello spreco reale di filati. Per questo abbiamo deciso di riutilizzare i materiali, reinterpretandoli a modo nostro. Questo influisce molto sull'estetica di Vitelli. Le collezioni Gioventù Cosmica hanno dei temi portanti che sono visibili e che sono dati dalle palette colori, dal tipo di vestibilità, di look. Quello che facciamo è creare un mash-up dei materiali e dei tessuti che troviamo, portandoli verso la nostra estetica e verso il nostro stile. È lo stesso approccio che avevano i dj del movimento cosmico: univano generi diversi in un unico set. 

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