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Italian Beauty: Laura Baldassari

La cantante d'opera racconta la sua Italia: "È la mia casa, dove torno sempre volentieri anche se lavoro molto all’estero perché qui non trovo le stesse opportunità."
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Capelli lunghi corvini e un segno distintivo: l’irrinunciabile cat-eye. Laura Baldassari è cantante d’opera, pittrice, perfomer e attrice di teatro. Ma anche partner nel lavoro e nella vita privata di Alberto Biagetti, con cui da diversi anni porta avanti Atelier Biagetti, un modo innovativo di concepire il design. «Ci siamo conosciuti tredici anni fa per caso a una festa in spiaggia a Ravenna, città in cui siamo nati entrambi, sebbene prima di allora non ci fossimo mai incontrati. Alberto all’epoca viveva già a Milano e io viaggiavo sempre tra Salisburgo e Bologna. Abbiamo condiviso casa, il nostro studio, la nostra vita. Così sono nati i primi sguardi reciproci sui rispettivi lavori. Noi raccontiamo storie mettendo in scena il frammento di un possibile film», racconta Baldassari. «Gli oggetti diventano attori interagendo con lo spettatore e la parte performativa è fondamentale per attivare una sorta di cortocircuito tra design e audience. Il progetto in cui abbiamo trovato il nostro equilibrio perfetto è stato il primo episodio di quella che è diventata una trilogia, che ha messo in discussione i miti della società contemporanea, dal culto della forma fisica, all’avidità e alla lussuria, a partire da “Body Building” (2015) sviluppatasi poi con “No Sex” (2016) e infine con “God” (2017)». Quest’anno il duo artistico era presente al Salone del Mobile con il tavolo “Anemona” creato per la selezione Objets Nomades di Louis Vuitton. Per lei l’Italia significa bellezza. «Attingere dalla propria italianità è un grande plus, è come attingere da una tavolozza infinita di tinte. È la mia casa, dove torno sempre volentieri anche se lavoro molto all’estero perché qui non trovo le stesse opportunità». Laura Baldassari è un’artista a tutto tondo: «Per me vuol dire usare tanti linguaggi evitando di pensare solo attraverso compartimenti stagni: esiste uno spazio tra discipline come teatro, design, arte ed è proprio negli spazi liberi che è interessante trovare nuove possibilità di espressione». Prima di entrare in scena, per stemperare lo stress segue un preciso rituale: «mi trucco, preparo il corpo. Per natura sono molto timida e quei cinque minuti prima di iniziare sono difficili, ma quando sono lì davanti al pubblico mi trasformo, sento che il mio corpo diventa enorme, immenso».

AGNONA Cappotto in maglia di cashmere con dettagli di pelle, giacca doppiopetto di cashmere e maglia di cotone.

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