Two of a kind: Demetra Bellina e Sebastiano Pigazzi Pedersoli
Demetra Bellina e Sebastiano Pigazzi Pedersoli hanno una caratteristica in comune, un amore per il cinema che non demorde per i no. Lei sostiene che i ruoli per cui l'anno "quasi" presa sono quelli da cui ha imparato di più. Lui ha deciso di diventare attore dopo un provino andato male
DEMETRA BELLINA
Il curriculum di Demetra Bellina, l’aspirante influencer della serie “Tutta colpa di Freud”, elenca tra i suoi skills chitarra, pianoforte, basso, percussioni, burlesque, pugilato, pittura. «Mi considero sia attrice che musicista, anche se ho iniziato con lo studiare recitazione», precisa lei. «Ma mio padre è musicista e a quindici anni ho cominciato a scrivere canzoni, passando per tantissime band. Ora finalmente sono al primo EP, fatto di pezzi nuovi e vecchi, e sono convinta che questo sarà l’anno della musica. In realtà ho anche un libro mezzo scritto e disegno dappertutto... Sono partita con blues e folk, poi ha prevalso la fascinazione per l’elettronica e gli arrangiamenti. Ho sempre scritto le mie canzoni in inglese, ma ora lo faccio anche in italiano, lo trovo più sincero, più immediato». La passione per il cinema invece le deriva da due genitori cinefili, ma soprattutto da una fascinazione infantile per Marilyn Monroe. Ma attenzione, la Marilyn fragile e a fine percorso de “Gli spostati”, non la spumeggiante, iper glamorous protagonista delle commedie di Billy Wilder: «l’altro mio film preferito era “Easy rider”: evidentemente fin da piccola mi sono sempre piaciute le storie di chi non riesce ad adattarsi al presente». La sua chioma biondo silver non è però un omaggio alla Monroe: «Sono diventata platino perché ne “La vita promessa” interpretavo un’albina. Del resto sui miei capelli ho sperimentato tutti i colori, tanti rossi, arancioni, rosa...». Un gusto per la sperimentazione e una fascinazione per la propria immagine evidentissimi nel suo profilo Instagram. Nata a Udine, Demetra vi è rimasta fino ai 18 anni, quando si è trasferita a Roma per studiare recitazione: «Da allora sono passati sette anni, ammetto che mi aspettavo un percorso più veloce, anche se i lavori per cui mi hanno quasi preso sono quelli da cui ho imparato di più. Davvero non saprei indicare un ruolo più significativo di altri tra quelli che ho impersonato, sono affezionata a tutti, anche se sono particolarmente attratta da quelli complessi, come il personaggio del film che sto girando adesso, un’opera prima di Alessandro Marzullo, “Quando il cielo è scuro”». Nel tempo libero... «Sono una solitaria, mi piace scrivere, dipingere, leggere. Adoro Roma, dove in tempi normali posso andare anche tutte le sere a teatro ad assistere a spettacoli piccoli piccoli». La vedremo in autunno nella serie “Non mi lasciare” e prima o poi al cinema in “Comedians” di Gabriele Salvatores («abbiamo girato a Trieste, il mio era un piccolo ruolo ma c’era una gran bella atmosfera”). Il sogno totale? «“Un tram che si chiama desiderio” e più in generale tutto Tennessee Williams. Ho cominciato facendo teatro e riprenderò appena si potrà». Modelli di riferimento? «Sono impazzita per Edward Norton in “Birdman” e Rosamund Pike in “Gone girl”, ma come stile di recitazione non seguo nessuno». Le piacerebbe lavorare in Italia coi fratelli D’Innocenzo (con cui ha già girato “La terra dell’abbastanza”, nda), all’estero con Jim Jarmusch, David Lynch, i fratelli Coen: «Ho sempre pensato a una carriera internazionale e infatti ho scelto una coach americana. Anche se più di tutto mi piacerebbe che venisse fuori una nuova generazione di registi».
—Fabia Di Drusco
Sono stata affascinata fin da bambina da Marilyn Monroe, non nella versione spumeggiante e iper glamorous di Billy Wilder, ma in quella fragile e a fine percorso de "Gli Spostato"
SEBASTIANO PIGAZZI PEDERSOLI
«Ho iniziato con dei corsi al liceo, ma è stato un provino andato male all’ultimo a farmi insistere», inizia a raccontare Sebastiano Pigazzi Pedersoli, che è nato e cresciuto negli Stati Uniti, dove ha studiato recitazione. «Ho quindi continuato, prendendo lezioni alla NY University e in California, a Beverly Hills», prima di venire in Italia, dove ha avuto i primi lavori, tra cui una piccola parte per un format di Rai Cultura, “Erasmus”. «Non ho mai fatto corsi qui e non voglio parlare a sproposito», premette quando gli si chiede se ci sono differenze tra la formazione negli Stati Uniti e in Italia. «Forse c’è un metodo più classico, ad esempio nell’impostazione della voce, che in America è più naturale. Ricordo un provino in cui mi è stato detto che la mia voce non combaciava con il mio fisico, allora ho cambiato registro, e a quel punto mi hanno detto che andava benissimo. Ma a me non piaceva affatto quel modo di recitare. Ma ti parlo di tempo fa». È invece più recente il lavoro con il regista Luca Guadagnino – come ha spiegato in più interviste incontrato per caso in aeroporto – per “We are who we are”, in onda lo scorso autunno. «Interpretavo un ragazzo veneto, con un passato rocambolesco, un bad boy che beve e fa festa». Quest’anno invece lo vedremo nelle vesti di un Dio greco in “Pompei. Eros e mito” , girato lo scorso anno ma bloccato a causa della chiusura dei cinema. «È un docu-film, con Isabella Rossellini come voce narrante, dove ho una piccola parte, ma dove ho potuto apprezzare il lavoro del regista Peppi Corsicato». “Time is up”, invece, dovrebbe uscire a fine anno. «Ha un cast internazionale: italiano, inglese, americano... Sul set si parlava inglese, ma poi usciva sempre una battuta in romano. La protagonista è Bella Thorne, che ha un follow molto importante, in America e qui, insieme al musicista Benjamin Mascolo. È una storia d’amore ‒loro sono una coppia anche nella vita reale ‒, ma con dei lati dark». E continua, «la regista è Elisa Amoruso, ha fatto anche il documentario di Chiara Ferragni, ed è brava, lavora molto bene. Dà indicazioni semplici ma dirette, fa capire cosa vuole, cosa funziona e cosa no. Il mio personaggio è un campione di nuoto all’ultimo anno del liceo in America». Uno sport che Sebastiano ha praticato anche nella vita reale a livello agonistico, «dalle medie al college. Il nuoto insegna a non lamentarsi. Sul set ci possono essere tempi morti, come nel nuoto le ripetizioni in vasca, su e giù decine e decine di volte. Se hai quella formazione sai che questa monotonia ti permetterà di fare quello a cui aspiri». Il nuoto lo lega anche al nonno Carlo Pedersoli, Bud Spencer (Sebastiano è figlio di Diamante, ultimagenita, e pronipote da parte di nonna di Giuseppe Amato). «Un link debole, nel senso che tutto quello che ha fatto lui lo ha fatto in modo migliore, superiore... è un mito irraggiungibile», quest’anno gli verrà dedicato anche un museo a Berlino. Un rapporto più di amicizia, il loro, che gli ha lasciato un insegnamento, «nel modo di fare, tante cose, senza paura. Meglio fallire ma aver provato che non fare niente. Lui ha fatto tante cose e bene, a me va bene anche solo provarci... ». Ad esempio alla regia, dove ha appena terminato il corto, “Contrariety”, che spera esca nei prossimi mesi. «La regia è una mia passione, cercherò di tornare a farla, ma è molto costosa a livello psicologico e finanziario (ho investito di tasca mia)»; il corto parla di una persona ossessionata dal lavoro che viene spinta fino al limite, per vedere se riesce a sorpassarlo». In attesa di proporlo a qualche festival cinematografico si diverte a ridisegnare qualche vestito: «Prendo giacche e cappotti di ottima fattura e li modifico, li taglio, li faccio miei. Ho iniziato perché venivo visto in modo sbagliato, con un look che non rifletteva il mio modo d’essere. Forse perché prendevo le prime cose che trovavo nell’armadio, messe dai miei genitori, da mia nonna... Ho iniziato così, ora in un momento di pazzia ho fatto anche creazioni da zero, insieme a un sarto, più di venti pezzi in un mese. Un po’ troppo, perciò ho creato un sito e... ». E puntualizza, «ora faccio l’attore, il regista per i motivi giusti, spero che in futuro questo non cambi, di farlo sempre perché mi piace, e non per piacere agli altri. E come va, va, e al massimo va male».
—Silvia Frau
La regia è la mia passione. Cercherò di tornare a farla. Ma è molto costosa, a livello psicologico e finanziario
Team Credits:
TALENTS: Demetra Bellina e Sebastiano Pigazzi Pedersoli;
HAIR & MAKE UP: Cosimo Bellomo;
ART DIRECTOR: Federico Poletti;
PHOTO ASSISTANTS: Michele Vitale e Eleonora Cova Minotti;
STYLIST ASSISTANT: Alfredo Fabrizio.