Malika Chalhy è il nome che risuona in rete in questi giorni per un caso di omofobia. Malika ha 22 anni ed è residente a Castelfiorentino, in provincia di Firenze. La sua colpa? Aver fatto coming out con la famiglia dichiarandosi lesbica. La ragazza è stata di recente ripudiata dalla propria famiglia e cacciata di casa per aver dichiarato la sua omosessualità tramite una lettera indirizzata ai genitori. La reazione della famiglia oltre sconcertante è stata terribilmente violenta: la giovane ha ricevuto più di 20 messaggi vocali su whatsapp con insulti e minacce da parte della propria madre. Messaggi inquietanti e senza cuore come " Ti auguro il cancro"; "Ti strappo il cuore dal petto se ti incontro per strada"; "Non ti avvicinare a Castelfiorentino perchè ti ammazziamo"; "Preferiamo 50 anni di carcere ma vederti morta".
Poche ore fa, Fedez ha postato alcune storie che riprendono il video in cui Malika fa sentire le registrazioni vocali della madre che la minaccia di strapparle il cuore, le dice di fare schifo e di non farsi più vedere. Il rapper e marito di Chiara Ferragni ha commentato la vicenda definendola vergognosa. Anche Elodie è intervenuta tra le sue storie di Instagram, postando il link in cui mostra una raccolta fondi per ricostruire un futuro a Malika.
Malika è stata cacciata di casa: "Sono rimasta senza nulla, senza un tetto. Hanno cambiato la serratura. Poi l'8 gennaio ho provato a rifarmi viva tramite i carabinieri, presentandomi sotto casa e chiedendo gentilmente a mia mamma se potesse almeno ridarmi i vestiti ma lei ha sostenuto di non conoscermi. Ho sentito il mondo sprofondare", ha dichiarato la ragazza.
Vista la difficile situazione, la cugina di Malika, Yasmine Atil, ha creato una campagna per raccogliere fondi su Go Fund Me, per permettere alla giovane di ricostruirsi un futuro. La raccolta ha già quasi triplicato l’obiettivo di 10.000 euro, sfiorando i 30.000 euro, grazie anche all’intervento di celebri personalità del mondo social, scese in campo per sostenere Malika.
Il 19 di gennaio Malika trova finalmente il coraggio di sporgere denuncia spaventata dalle minacce di morte, in particolar modo da quelle del fratello. In una situazione come questa si capisce come sia fondamentale la presenza di leggi che tutelino le vittime di omofobia e di omotransofobia. Il Senato però, proprio pochi giorni fa, ha bloccato il ddl Zan, passato invece alla Camera lo scorso novembre, che propone modifiche agli articoli 604-bis e 604-ter del codice penale per favorire l'entrata in vigore di misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull'orientamento sessuale, sull'identità di genere e sulla disabilità.
La madre, intervistata da La Nazione Empoli, così si è espressa in merito alla vicenda: "Non ho buttato fuori di casa nessuno. Non sono d’accordo con le sue scelte. Quello che è stato riportato nel video pubblicato su Fanpage è soltanto l’ultimo dei 19 messaggi vocali che le ho mandato. Era uno sfogo. Mi rendo conto di aver detto parole forti, una reazioni di pancia dopo aver letto la lettera che mi ha fatto ritrovare". Ma Malika non sembra aver ricevuto questo tipo di messaggio.