Lifestyle

25 Novembre: basta alla violenza sulle donne

Da Chiara Ferragni a celebrity come Tina Turner e Amber Heard tutti in campo contro la violenza sulle donne. Anche grazie a una campagna sociale che gira su Instagram: #tulosai
apparel clothing human person pants

Sono passati 21 anni ma la violenza di genere non è sparita: si registra infatti che in Italia i 2/3 delle donne vengano uccise dai loro partner, ex-partner o parenti. Solo nel 2020 sono 56 le donne uccise durante il lockdown ( una ogni due giorni) e 60 sono invece i femminicidi che hanno avuto luogo durante i giorni di non-lockdown. Oggi, 25 Novembre 2020, è la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, che venne istituita dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 1999.

La violenza sulle donne è sempre esistita e anche grazie al movimento #METOO, con le accuse delle star, da Rose McGowan a Salma Hayek a Henry Weistein, l'opinione pubblica ha iniziato a esserne scossa.  Si pensi a Tina Turner che subì abusi da parte dell'ex-marito Ike per ben 14 anni negli anni 80' o a Rihanna, di cui nel 2009 fece il giro del mondo una foto con il viso tumefatto, perché Chris Brown l'aveva massacrata la sera dei Grammy Awards. E ancora Whitney Houston e il suo lungo calvario: la donna venne trascinata nel baratro della droga e delle violenze dal marito Bobby Brown. E adesso il caso Johnny Depp che ha perso la causa contro il "Sun" che lo aveva definito "picchiatore di donne" dopo le confessioni dell'ex-moglie Amber Heard (il matrimonio era infatti durato solo 15 mesi) per accuse che gli sono valse anche la perdita di contratti cinematografici.

Grazie al coraggio uno step in avanti è stato fatto, le donne in questione avevano avuto il coraggio di denunciare le violenze. Nella realtà infatti, non sempre la vittima trova la forza di far sentire la propria voce e chiedere giustizia. E perché? Le ragioni sono svariate, paura e vergogna le principali. E del resto, come biasimare coloro che decidono di tacere dinnanzi alla violenza per paura delle torture psicologiche da parte della società e dei media che la confessione comporterebbe?

Lo ha spiegato molto bene la Regina dei social media Chiara Ferragni in un IGTV che ha postato lo scorso venerdì sul suo profilo e che è divenuto subito virale. La Ferragni si chiede cosa voglia dire essere donna nel 2020 e mossa dai fatti di cronaca delle ultime settimane (si pensi alla maestra di Torino vittima di revenge porn o al caso Genovese) spiega come ad oggi si viva ancora in una società tristemente maschilista e patriarcale in cui uomini e donne vengono giudicati in modo diverso. Uomini che giudicano donne e donne che giudicano altre donne si affiancano al linciaggio mediatico che subiscono le vittime delle suddette violenze.

Quante volte ci è capitato di vedere come dinnanzi ad un atto di violenza nei confronti di una donna nella narrazione mediatica vengano citati dettagli apparentemente ininfluenti e che in realtà contribuiscono a plagiare le opinioni: "Lui erra geloso", "Lei lo tradiva", "La donna era vestita in maniera provocante", "Era in giro da sola"... Sono le frasi di questo genere ad essere alla base del "Victim Blaming", il fenomeno di colpevolizzazione della donna che ha subito violenza. 

"Slut-Shaming" invece vi dice niente? Si tratta del fenomeno per cui la donna viene fatta sentire colpevole o inferiore per determinati comportamenti o desideri sessuali e nella maggior parte dei casi va a braccetto con il revenge porn. Come a dire che la libertà sessuale sia un privilegio esclusivamente maschile. 

La verità è che nonostante tutto quello che proviamo a raccontarci, non esiste, non è mai esistita e mai esisterà giustificazione alcuna per la violenza di genere. Non vi è nulla di veritiero nella famosa espressione inglese "Boys will be boys", "i maschi sono maschi": non è la donna che deve cambiare i suoi atteggiamenti perché considerati poco consoni all'idea di rispettabilità femminile che ci viene quotidianamente ed erroneamente trasmessa. A dover cambiare è la narrazione degli eventi, perché subire una gogna mediatica in risposta ad una denuncia di violenza è inaccettabile. Ed è proprio questo il messaggio che cercano di trasmetterci iniziative quali la campagna di sensibilizzazione "TULOSAI" ideata da Ratio Studio. In questi giorni vi potrebbe capitare di trovare nelle grandi città, sulla maniglia della vostra macchina o all’interno dei pochi negozi ancora aperti,  messaggi come quelli che siete abituati a vedere appesi alle maniglie delle porte degli hotel, i classici “non disturbare”, ma con messaggi che riguardano le citazioni più utlizzate dai news media in merito alla  violenza sulle donne. Se vi dovesse capitare, non preoccupatevi, semmai prendetevi un minuto per riflettere su quelle scritte. 

 

Campagna "TULOSAI" by Ratio Studio
 
Video Player is loading.
Current Time 0:00
Duration 0:00
Loaded: 0.00%
Stream Type LIVE
Remaining Time 0:00
 
1x
Advertisement
Video campagna "TULOSAI"
1 / 8
Tina Turner e Ike
Tina Turner e Ike
Whitney Houston e Bobby Brown
Whitney Houston e Bobby Brown
Johnny Depp e Amber Heard
ohnny Depp e Amber Heard
Rihanna e Chris Brown
Rihanna e Chris Brown

Articoli consigliati