La Franciacorta è destination partner di Michelin
Il 23 novembre, tra le colline vitate della Franciacorta, si sveleranno i nomi delle nuove stelle Michelin, una occasione per conoscere l'elegante vino da bere a tutto pasto, ed abbinare al menu delle feste.
È in uno dei territori vitivinicoli più peculiari d’Italia, la Franciacorta, enclave che comprende 19 comuni delle colline bresciane e il lago di Iseo, dove si produce un elegante vino con il metodo della rifermentazione in bottiglia, DOCG – Denominazione di Origine Controllata e Garantita, dal 1995.
Qui, per i prossimi tre anni – iniziando dal prossimo 23 novembre – verranno svelati i ristoranti premiati dalla guida Michelin, uno degli appuntamenti più seguiti nel calendario gastronomico internazionale.
Una presenza, questa, che è un riconoscimento al lavoro artigianale dei viticoltori franciacortini e a un luogo dove, grazie ai terreni e della vicinanza del Sebino, che attenua i fenomeni legati all’escursione termica, le uve Chardonnay, Pinot Nero e Pinot Bianco (quest’ultima fino a un massimo del 50%) oltre al vitigno autoctono Erbamat esprimono il meglio di sé.
Ed anche un incentivo a lavorare su obiettivi comuni per un futuro sostenibile, che i produttori contribuiscono ogni giorno a costruire, riducendo l’impatto ambientale e favorendo la biodiversità, vitale per l’ecosistema dei vigneti.
Il risultato è un metodo Classico (o champenoise), vendemmiato a mano e sottoposto a pressature molto delicate, fermentato una prima volta in acciaio o legno e una seconda volta in bottiglia. Il disciplinare prevede una lenta maturazione sui lieviti, non inferiore ai 18 mesi per il Franciacorta, 24 per il Franciacorta Rosé e Franciacorta Satèn, 30 per i Millesimati e 60 per le Riserve.
Dopo l’affinamento le bottiglie vengono poste sui pupitres e giornalmente ruotate e inclinate – il cosiddetto remuage – fino alla sboccatura, dando vita a una bollicina perfetta da bere a tutto pasto, capace di accompagnare la cucina locale, quella tipica dell’entroterra contadino e le specialità di pesce d’acqua dolce, ma anche quella contemporanea, premiata dalla “Rossa”.
Ben lo sanno gli chef: quelli con ristoranti in Lombardia sono i più premiati dalla guida francese, con 59 ristoranti (3 tre stelle, 6 due stelle, 51 una stella).
E, ovviamente, le bollicine accompagnano la cucina delle prossime feste, con i consigli del sommelier Nicola Bonera, ecco gli abbinamenti:
Tortellini in brodo di cappone con Parmigiano Reggiano, con Franciacorta Brut, con affinamento di 24-30 mesi sui lieviti, con una piccola percentuale di Pinot nero. Fresco e facile, immediato e con importante bevibilità.
Capitone con alloro, limone e aglio, con Franciacorta Satèn millesimato, cremoso e avvolgente, magari con una parte della vinificazione in legno, esalta l’aromaticità degli ingredienti.
Vitello tonnato, con Franciacorta Extra Brut millesimato, da Chardonnay in purezza o con una piccola percentuale di Pinot nero, da una parte maturo grazie all’evoluzione sui lieviti, capace di stemperare il sapore deciso della salsa, ma teso e fresco, per controbilanciare la tendenza dolce della carne.
Zampone e cotechino con purea di patate, spinaci e mostarda senapata, il Franciacorta ha un ruolo centrale nel mitigare i caratteri rustici del piatto. Un Franciacorta Rosè millesimato, da 100% Pinot nero esalta la dolcezza e la parte collagenosa dei salumi, la forza e la struttura grazie alla macerazione con le bucce apportano quella capacità di resistere alla ricchezza dei cibi delle feste.
Arrosto di tacchinella o faraona farcite di castagne e frutta glassata, con un Franciacorta Riserva Pas Dosé può esaltarsi, grazie alla combinazione di Chardonnay e pinot nero in percentuali più o meno paritarie. L’asciuttezza del vino controbilancia le parti dolci, come il gusto del pollame, delle castagne e dei grassi.