JW Anderson riporta i contatori a zero. Tabula rasa
“È tutto a proposito di ambiente domestico, intimità e sovversione” racconta Jonathan Anderson sulla sua collezione uomo autunno inverno 2023-24 e donna pre fall 2023 presentata durante la Milano Fashion Week. Una riduzione del guardaroba con la giusta irriverenza che lo contraddistingue.
«Sono felice di sfilare a Milano, penso che possa aiutare il mio brand e apriremo presto anche il nostro primo store in via Sant'Andrea a metà Marzo» spiega Jonathan Anderson in occasione della sfilata autunno inverno 2023-24. «Dopo la scomparsa di Vivienne Westwood e Issey Miyake nessuno si aspetta più rivoluzionari che cambiano il fashion system, è chiaro che sia difficile e non ci sono più le pressioni politiche o le scene musicali che scatenavano reazioni. Ma il mio punto fisso per me è sempre lo stesso. Guardare in avanti».
Nella collezione di uomo autunno inverno 2023-24 e donna pre fall 2023 di JW Anderson ci sono state delle riduzioni notevoli in termini di silhouette: «Percepivo che ci fosse qualcosa di sbagliato, puoi costruire qualcosa di nuovo, metterlo all’interno di una collezione, ma c’è e poi accorgerti che non funziona. Mi sono fermato a riflettere sul guardaroba che è parte di cosa facciamo oggi e rappresenta il carattere di ogni individuo». Racconta che per la sua seconda sfilata alla Milano Fashion Week ha voluto evolvere la sua ricerca da una nuova angolatura per ottenere un altro punto di vista. Apre la sfilata un modello che indossa solo un underwear in cashmere con un rotolo di tessuto, quasi ad indicare che è in arrivo una nuova era per il marchio britannico.
Nella collezione di JW Anderson non mancano i suoi aspetti surrealisti legati anche al suo periodo d'infanzia: «Quando ero piccolo indossavo spesso un paio di stivali a forma di rana, perciò ho deciso di proporre una calzatura nostalgica, e abbiamo collaborato con Wellipets» i famosi wellingtons britannici a forma di rana che hanno conquistato le pagine dei i tabloid quando la Principessa Diana li faceva indossare ai suoi figli.
Compaiono anche le sim con i microchip dei telefoni cellulari, un oggetto inutilizzabile che diventa elemento funzionale e decorativo. Il guardaroba che si riduce ai minimi temini: maglioni, t-shirt con i riferimenti alla cultura omoerotica, montgomery e stivali con chiusure a lucchetto. L'ambiente domestico che viene raccontato con piccoli gesti come l'intimità di abbracciare un cuscino o l'indossare ampi maglioni fluffy per percepire la sensazione di essere un bambino nelle vesti di un adulto. «Siamo chi siamo» racconta Jonathan spiegando il suo casting per la sfilata uomo quasi a sottolineare l'interesse per rappresentare persone di un certo tipo, «Il genderless è un arma politica. Ed è anche una cosa che sta diventando sempre più popolare grazie i media».
Un continuo spingere sui propri confini e il quesito di Anderson rimane lo stesso: «Come portare la moda nella cultura?». Sulla sovversione, non esiste una formula precisa ma questa volta Jonathan Anderson decide di scardinare il suo guardaroba riducendolo ai minimi. Più essenzialità e irriverenza.
