Fashion Week

Ermenegildo Zegna e Fear of God, debutta la collezione a Parigi

Presentata la prima collezione frutto della collaborazione tra il direttore creativo di Zegna, Alessandro Sartori e il fondatore di Fear of God, Jerry Lorenzo
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Due mondi all’apparenza lontani si sono incontrati per dare vita a una nuova grammatica di stile. Sintetizzando al massimo, è questo lo spirito con cui il direttore creativo di Ermenegildo Zegna, Alessandro Sartori, e il fondatore di Fear of God, Jerry Lorenzo si sono messi al lavoro per creare la prima collezione di Ermenegildo Zegna Fear of God. Presentata a Parigi, durante la settimana della moda donna per l’Autunno-Inverno 2020/21, arriverà in una selezione di boutique del marchio italiano, negli store del brand statunitense e in una rete di shop indipendenti su scala internazionale a partire dal mese di settembre. L’obiettivo è quello di tracciare una terza via all’eleganza, mettendo insieme la visione di menswear sofisticato del gruppo biellese e l’approccio rilassato della new American luxury che Lorenzo ha coltivato partendo dagli stimoli della sottocultura californiana. L’imprinting sartoriale di Zegna abbraccia il leisurewear prezioso di Fear of God, costruendo capi di alta qualità in cui si possono riconoscere i clienti di entrambi i brand, pur sperimentando ambiti insoliti. E la grande attenzione riservata alle silhouette e alle proporzioni fa sì che i pezzi siano facilmente interpretabili anche da un pubblico femminile.

Alessandro, com’è nata questa collaborazione?
Il primo incontro è avvenuto più di un anno fa, quando ho scoperto il suo modo di intendere la moda. Dalla scelta dei colori, alle costruzioni, ai volumi, nel lavoro di Jerry tutto è molto specifico, ha un vocabolario proprio che mi ha colpito. Sin dalla nostra prima conversazione è venuta fuori la voglia di definire un nuovo linguaggio, attraverso cui parlare ai nostri rispettivi clienti in cerca di un tipo di abbigliamento diverso, eppure affine a ciò che di solito indossano.

Jerry, perché si è convinto a portare avanti il progetto?
Molti dei miei clienti non hanno mai portato un completo giacca e pantaloni come quelli impeccabili di Zegna, eppure ne sono affascinati. Mi sono domandato come potevo modernizzare il concetto di suit, facendo sì che chi lo indossa continui a sentirsi fedele a se stesso. Lo stesso ragionamento poi vale anche per gli appassionati di Zegna: con questa collezione si sentono legittimati da Alessandro a vivere una dimensione più libera, senza tradire la propria estetica.

Alessandro, si tratta di una esperienza one shot?
Niente affatto, questo è solo l’inizio. Jerry ed io stiamo cercando di andare oltre, di superare gli epitomi del menswear contemporaneo che, a ben pensarci, fanno tutti riferimento a idee del passato. Insieme vogliamo scrivere una nuova pagina di una nuova storia, entrandoci dentro un po’ per volta. Spesso in collaborazioni di questo genere ci sono forti pressioni da parte del marketing che interviene chiedendo di elaborare un determinato capo, ma non è stato il nostro caso. Ci siamo approcciati con grande onestà e ho amato tantissimo la sensazione di quando provi a fissare qualcosa di diverso, ma non sai ancora come reagirà la gente di fronte a quella novità.

Jerry, che cosa ha significato per lei entrare in contatto con l’universo di Ermenegildo Zegna?
Ho un rapporto molto particolare con Zegna che risale a ben prima del mio ingresso nella moda. Sul finire degli anni Ottanta mio padre ottenne il suo primo incarico importante e decise che era giunto il momento di concedersi un abito di alto livello. Non ricordo il momento specifico in cui è entrato nella boutique Zegna a Chicago, ma ho chiara la sensazione di essere stato esposto a un livello altissimo di artigianalità, a una prospettiva di eleganza così diversa da ciò a cui ero abituato. Quando un giorno un mio consulente mi ha chiesto che cosa avrei sognato di fare, ho risposto senza esitazioni che avrei voluto fare un sexy Zegna. E dirò di più, questa è una collezione fruibile anche da parte di un pubblico femminile. Io disegno per vestire degli uomini, ma ho sempre in mente le donne. Mi piace quando mia moglie si mette uno dei miei capi, perciò con Alessandro abbiamo ragionato su delle proporzioni che possano stare bene a tutti, a prescindere dal genere.


 

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