Il mondo di Tory Burch
«Credere in se stesse. Avere un pizzico di ambizione, nel senso più puro del termine. Ed essere determinate». La ricetta di vita di Tory Burch è facile e lei è la prova vivente che funziona. Tra le più ricche self-made woman americane, secondo da rivista Forbes, oggi guida una Maison che è un vero impero, con un valore stimato di circa 1,5 miliardi di dollari. Cementato in 15 anni di collezioni, progetti e iniziative anche sociali. Compresa da Tory Burch Foundation creata per supportare lʼimprenditoria femminile a diversi livelli. «Bisogna credere in se stesse... Penso che le donne abbiano spesso un vero problema di fiducia. E vale anche per me. La Fondazione serve anche a quello: aiutare la conversazione e stimolare la collaborazione abbracciando le proprie ambizioni».
Come è nata la tua passione per la moda?
Sono sempre stata un maschiaccio... Durante la mia infanzia ho trascorso le giornate facendo sport con i miei fratelli nella nostra fattoria. Il mio interesse per la moda è nato dopo il primo lavoro post college: ero lʼassistente dello stilista jugoslavo Zoran. È stato un ingresso incredibile nel fashion system.
Qual è il primo ricordo di moda?
Lʼabito di Yves Saint Laurent che mia madre mi ha comprato per il ballo di fine anno. Era la prima volta che indossavo un vestito.
Come definiresti la tua estetica?
Ho sempre avuto il mio modo, molto personale, di vestire. Al liceo aggiungevo patch e gagliardetti allʼuniforme scolasti- ca. E i miei amici del college chiamavano amorevolmente il mio stile personale con lʼacronimo di “prockˮ, un poʼ preppy e un poʼ rock. Mi è sempre molto piaciuto il concetto di reinvenzione.
Chi è il tuo maestro creativo?
Mi sono sempre lasciata ispirare da donne forti, determinate e con grande fiducia in se stesse. Donne che hanno abbracciato le loro ambizioni...
Quali sono gli elementi essenziali della donna Tory Burch?
Un trench classico, un bel paio di mocassini e una borsa strutturata, come la nostra bag battezzata Lee Radziwill: la indosso quasi ogni giorno.
Quando crei le tue collezioni hai in mente una musa ispiratrice?
Non si tratta di una donna ma di tanti tipi di donne provenienti da tutto il mondo, da Tokyo a Bombay e Parigi.
Cosa significa per te la parola lifestyle, così importante per raccontare il tuo mondo?
È il modo in cui vivi la tua vita. Le donne moderne hanno una vita frenetica tra carriera, famiglia, responsabilità sociale, lavoro... Hanno bisogno di pezzi che parlino di quella complessità. Penso spesso a me stessa quando penso a un lifestyle. Il mio è sicuramente poliedrico. Essere una mamma è la parte più importante. Oltre alla famiglia, il mio stile di vita riguarda tutto ciò che mi ispira: arte, viaggi, divertimento, musica, cultura.
Come descriveresti la tua casa di New York? Riflette la tua vita?
Sicuramente, la mia casa è una raccol- ta dei miei viaggi e delle mie esperienze. Adoro essere circondata da foto di famiglia e oggetti trovati nei mercati delle pulci di tutto il mondo. Dipende dal mix e da come le singole cose coabitano tra di loro.
Quanto della tua moda veste la tua casa?
La mia casa rispecchia sicuramente i miei gusti, così come la nostra collezione Home. Tutto è ispirato dai miei genitori e dalle cose che ho visto e che mi hanno accompagnato e circondato mentre crescevo. Mi piace mischiare pezzi della nuova collezione con elementi vintage, che ho raccolto nei negozi bric-à-brac o nei bazaar allʼestero.
Il percorso creativo legato a una casa o una collezione è lo stesso?
Progettare una casa e progettare una collezione sono percorsi molto simili. Per entrambi scelgo un approccio eclettico, mescolando vecchio e nuovo, aggiungendo elementi inaspettati e speciali. Unici.
Se dovessi scegliere, chi consideri il tuo maestro di stile e di vita?
I miei genitori. Erano entrambi molto curiosi intellettualmente, mi hanno insegnato che viaggiare ti rende uno studente curioso per tutta la vita.
Quanto la tua famiglia è stata im- portante nella tua carriera e nel tuo attuale percorso creativo?
È stata fondamentale per aiutarmi a costruire la mia Maison. È stato lʼincoraggiamento dei miei genitori a darmi la sicurezza di avviare il progetto Tory Burch. E oggi molti dei miei familiari lavorano con me.
Chi è la persona che ha creduto nel tuo percorso di stile dall'inizio?
Se devo scegliere, mia mamma ha sempre creduto in me. Crescendo, mi ha sempre incoraggiato a raggiungere i miei obiettivi. Mi ha insegnato che non cʼerano limiti su ciò che le donne possono fare.
Hai combinato la carriera nella moda con un impegno sociale... perché?
Il modo in cui sono stata cresciuta è molto semplice: restituire è un valore che i miei genitori mi hanno instillato. È la ragione per cui ho fondato la griffe e ho creato la Tory Burch Foundation dedicata allʼempowerment femminile.
Con la tua Fondazione stai lavorando a importanti progetti. Quali saranno i prossimi passi?
Il prossimo è il nostro vertice del 5 marzo. Stiamo riunendo leader, attivisti e artisti per sfidare i pregiudizi e creare nuove norme a difesa e a sostegno delle donne.
Quali sono i tuoi piani futuri?
Sento che siamo solo all'inizio. Con lʼarrivo di Pierre Yves (Roussel, ndr) come nuovo Ceo, sono entusiasta di poter lavorare per portare il marchio Tory Burch al livello successivo.
Cosa immagini per il tuo brand e per la tua Fondazione tra dieci anni?
In dieci anni, spero che la nostra Fondazione si sia espansa a livello internazionale e sia in grado di promuovere empowerment e imprenditoria femminile a livello globale.
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