Il 31 ottobre inaugura Artissima, la fiera d’arte contemporanea diretta da Ilaria Bonacossa, negli spazi dell’Oval di Torino, visitabile fino al 3 novembre. Quest’anno il tema è la dialettica fra desiderio e censura. Sembra assurdo parlare ancora oggi di censura ma è un tema che corre attraverso le epoche. Anche se viviamo in una società più esplicita non significa che siamo davvero liberi. Di esprimerci, di parlare, di mostrare ciò che si vuole. Basta pensare ai social - se posti un’immagine con del nudo su Instagram la foto verrà censurata (anche se si tratta di un’opera d’arte). Di contro la censura spinge alla ribellione, al gesto artistico, alla trasgressione. Da sempre gli artisti hanno dovuto rapportarsi con la censura, e superare tabù o infrangere regole è in qualche modo connaturato al pensiero artistico. Allora, cosa non ci si può perdere in questo percorso che esplora il desiderio contemporaneo senza censure?
Abstract Sex
Il sottotitolo della mostra che prende in prestito il titolo dell’omonimo saggio di Luciana Parisi è We don’t have any clothes, only equipment. A cura di Lucrezia Calabrò Visconti e Guido Costa, l’esposizione raccoglie l’eredità del pensiero post-strutturalista, femminista e post-umanista occidentale, che ha portato alla rimessa in discussione dei concetti di genere, desiderio e sessualità come costruzioni sociali e politiche determinate. Le opere sono state selezionate tra gli artisti presentati dalle gallerie presenti in fiera e saranno allestite negli spazi di Jana, storica boutique torinese e luogo frequentato in passato dai grandi nomi dell’arte come Mario Merz e altri intellettuali, come spiega Bonacossa. La mostra raccoglie strumenti imprevisti, dispositivi ibridi, proponendo una prospettiva trasversale tra virtualità e materialità, secondo la quale tutto ciò che ci circonda può venire ripensato come equipaggiamento, kit, arma al servizio della definizione di nuove mitologie.
Hub Middle East
Un focus dedicato a un’area geografica d’interesse fondamentale per gli sviluppi della società contemporanea. Realizzato in collaborazione con Fondazione Torino Musei e con la consulenza di Sam Bardaouil e Till Fellrath di Art Reoriented e curatori del Padiglione degli Emirati Arabi Uniti alla 58a Biennale di Venezia. Un nuovo progetto che offre una ricognizione sulle gallerie, le istituzioni e gli artisti attivi in Medio-Oriente grazie alla presenza dei più significativi rappresentanti di fondazioni, musei, insieme a collezionisti, critici, curatori.
Present Future
Porterà in scena i progetti inediti di 20 artisti da 22 gallerie (16 straniere e 6 italiane), realizzati appositamente per la fiera o alla loro prima esposizione in contesto europeo e italiano. Le opere, presentate in un’area dedicata all’ingresso del padiglione, sono il frutto di un lavoro approfondito di ricerca del team curatoriale composto da Ilaria Gianni, curatrice indipendente di Roma, Juan Canela, curatore indipendente e critico d’arte di Barcellona, e Émilie Villez, direttrice di KADIST a Parigi che ha vagliato le proposte inviate spontaneamente dalle gallerie.
Back to the Future
Opere dal 1960 al 1999, di 19 artisti, presentati da altrettante gallerie (16 straniere, 3 italiane). Tra le novità di Artissima, c'è una ricognizione in forma di infografiche sugli artisti che hanno preso parte a Back to the Future dal 2010, sulla loro carriera e sugli andamenti del mercato dell’arte: un’occasione per celebrare il decennale della nascita di una sezione all’avanguardia della fiera, dedicata alla riscoperta dei pionieri della contemporaneità.
Artissima Telephone
In continuità con l’indagine sul suono iniziata lo scorso anno, nel 2019 la fiera lancia Artissima Telephone, un progetto espositivo pensato con e per gli spazi delle OGR – Officine Grandi Riparazioni. Ideata da Ilaria Bonacossa e curata da Vittoria Martini, Artissima Telephone offrirà una ricognizione sul telefono come mezzo espressivo artistico e sul rapporto simbiotico e spesso ossessivo che ognuno di noi ha con i propri device.