Le mostre da vedere nel 2020
Fondazione Prada, Milano
Sono due le mostre che inaugureranno il 30 gennaio. “Storytelling”, la personale del pittore cinese Liu Ye a cura di Udo Kittelmann, e “The Porcelain Room - Chinese Export Porcelain”, una mostra curata da Jorge Welsh e Luísa Vinhais che esplora il contesto storico, la finalità e l’impatto delle porcellane cinesi da esportazione. La prima è un progetto espositivo che include una selezione di 35 dipinti realizzati a partire dal 1992. A Milano, i dipinti dell'artista generano un contrasto cromatico e materico con le pareti di cemento e l’architettura industriale di Fondazione Prada, attivando un nuovo racconto fiabesco e un enigmatico contrasto con gli spazi espositivi. La seconda mostra riunisce esempi di porcellane realizzate tra il XVI e il XIX secolo: durante la dinastia Ming (1368-1644) il mercato di esportazione diventa sempre più fiorente, inizialmente con il commercio delle porcellane celadon e smaltate blu. Quando gli europei iniziano a scambiare e commissionare le porcellane per importarle in Occidente, queste diventano la prima merce venduta a livello globale.
Gagosian Gallery, Roma
Il 18 gennaio inaugura la prima personale in Italia di Y.Z. Kami, “Night Paintings”, che segue la sua partecipazione al progetto collaterale della 58° Biennale di Venezia, “The Spark Is You”. I misteriosi “Night Paintings” (2017–) di dell'artista di Teheran, che vive e lavora a New York, sono in gran parte composti da un’unica sfumatura di indaco, conosciuto come il colore della notte, mescolato a varie gradazioni di bianco. I dipinti di Kami, dai bordi sfumati e i motivi biomorfici scintillanti, segnano il confine tra mondano e sublime. “Great Swan” (2018) si spinge nel figurativo, anche se i mistici Indù protagonisti della composizione sono così fuori fuoco che abiti e volti sfiorano la dissoluzione completa. Il dipinto è avvolto in una crescente oscurità, parzialmente coperto da un’eclissi inscrutabile, o dalla palpebra di un occhio assonnato.
Palazzo Reale, Napoli
Al Palazzo Reale di Napoli vanno in mostra le opere di Hidetoshi Nagasawa, con “Sotto il cielo e sopra la terra”. Sculture e installazioni che gettano un ponte fra Oriente e Occidente, filosofia di un viaggio durato un anno e mezzo a bordo di una bicicletta, dal Giappone all'Italia. A cura di Anna Imponente, direttore del Polo museale della Campania e realizzata con Paolo Mascilli Migliorini, direttore di Palazzo Reale, la rassegna è un ricongiungersi di motivi che trovano il proprio tempo e il proprio spazio nelle architetture del Palazzo: sembra che ogni opera sia sempre stata lì, mimetizzata. Quella di Hidetoshi è un un’arte leggera, che trova riscontro nella filosofia del viaggio compiuto, nella ricerca dei materiali. Un percorso che lega culture tra Asia, Turchia, Brindisi fino ad arrivare a Milano: un’esperienza che ha spinto Hidetoshi a dichiarare che “per capire una cultura ce ne vuole sempre un’altra”.
Palazzo Grassi, Venezia
Il 2020 è l'anno di “Henri Cartier-Bresson: Le Grand Jeu”, realizzata con la Bibliothèque nationale de France e in collaborazione con la Fondation Henri Cartier-Bresson. Il progetto della mostra, ideato e coordinato da Matthieu Humery, mette a confronto lo sguardo di cinque curatori sull’opera di Cartier-Bresson, in particolare sulla “Master Collection”. La fotografa Annie Leibovitz, il regista Wim Wenders, lo scrittore Javier Cercas, la conservatrice e direttrice del dipartimento di Stampe e Fotografia della Bibliothèque nationale de France Sylvie Aubenas, il collezionista François Pinault, sono stati invitati a loro volta a scegliere ciascuno una cinquantina di immagini a partire dalla collezione. Insieme alla mostra dedicata a Henri Cartier-Bresson, Palazzo Grassi presenta una mostra monografica dedicata all’artista Youssef Nabil dal titolo “Once Upon a Dream” e Punta della Dogana la mostra “Untitled, 2020”, che espone le opere di oltre 60 artisti, provenienti dalla Pinault Collection e da musei internazionali e collezioni private, con citazioni, ispirazioni e riferimenti tra lavori che spaziano dal Novecento ad oggi.
MAXXI, Roma
A quarant’anni dalla sua scomparsa, il MAXXI dedica a Gio Ponti una retrospettiva che ne studia e comunica la poliedrica attività, a partire proprio dal racconto della sua architettura. Fino al 13 Aprile si può visitare la mostra sull'architetto – designer – art director – scrittore – poeta – critico, artista a 360 gradi. Dal disegno di oggetti d’uso quotidiano all’invenzione di soluzioni spaziali per la casa moderna, alla realizzazione di progetti complessi calati nel contesto urbano, come i grattacielo Pirelli a Milano o la cattedrale di Taranto, la progettualità di Ponti si caratterizza proprio per il passaggio disinvolto di scala in scala. In mostra, materiali archivistici, modelli, fotografie, libri, riviste, e oggetti che permettono di scoprire un protagonista eccellente della produzione italiana di architettura, il cui lavoro ha lasciato tracce importanti in diversi continenti.