La natura inaspettata delle Galàpagos
A cura di Meraviglia Paper
Foto Laura Taccari
Per trovare la propria anima gemella, gli esemplari maschi di sulla piedi azzurri sollevano lentamente le zampe turchesi, una alla volta, compiendo un bizzarro tip-tap, che concludono aprendo le ali e puntando il becco verso l’alto emettendo un verso acuto, simile a un fischio. La femmina, a sua volta, compie un gesto con il becco, quasi un bacio e resta a scrutare cauta il potenziale del suo pretendente. Anche i maschi di fregata magnifica hanno un modo tutto loro di fare colpo sulla propria compagna, sfoggiando una spettacolare gola purpurea. Più lucente e uniforme è rispettivamente l’azzurro delle zampe e il rosso della gola, più il maschio si rivelerà un ottimo compagno per la prosecuzione della specie e avrà più probabilità di riprodursi. Nelle Galápagos, le tredici isole d’origine vulcanica a largo dell’Ecuador e a poche miglia dall’equatore, non è raro ammirare questi peculiari corteggiamenti, come non è raro incontrare e osservare a pochi metri le tante specie vegetali e animali, che hanno ispirato Darwin nella stesura della prima versione della teoria dell’evoluzione per selezione naturale.
Non è inusuale incontrare le iguane terrestri e marine, i pinguini delle Galápagos, il cormorano attero e i fringuelli. E ancora, famiglie di granchi sally lightfoot irrequieti monopolizzare porzioni di scogli lavici e colonie di leoni marini sonnecchiare e giocare sulla sabbia, tra le rocce, sui moli dei pochi porti dell’arcipelago. Non è cosa eccezionale nuotare in una fantasia di pesci tropicali (angelo, pappagallo, damigella), incontrare razze dorate grandi quanto noi e squali pinna bianca scivolare sul fondale. Una settimana solcando l’oceano da Baltra a San Cristóbal, a bordo della Silver Galapagos, la più piccola della flotta, è un tempo opportuno per capire che la specie rara in questo ecosistema massimamente preservato è l’uomo.
È l’ultima notte di navigazione di un’avventura scandita da rituali di cui sarà impossibile non provare nostalgia una volta a casa. Le albe godute in silenzio con gli altri passeggeri insonni, la mia porzione di tigrillo (uova, formaggio, platano verde) e caffè equadoregno, le escursioni a bordo degli Zodiac e gli approdi a riva su porzioni di isole abitate soltanto da uccelli e rettili, le letture tenute dalle guide del Parco nell’Explorer Lounge, i pranzi ventosi a base di ceviche e pesce alla griglia, i margarita condivisi con i nuovi compagni di viaggio ammirando tutte le sfumature di rosso e blu degli orizzonti al tramonto. Faccio ordine tra i miei appunti sul deck quattro, mentre Alfredo inizia il suo ultimo concerto serale sul ponte superiore. Le terre che formano le isole dell’arcipelago di Colón o Galápagos sono parchi nazionali di proprietà esclusiva dello stato per la conservazione della flora e della fauna, a eccezione delle terre possedute fino a oggi dai coloni dell’arcipelago e quelle che già sono legalmente di proprietà statale.
Così il decreto esecutivo N-17 del 4 luglio 1959 intendeva proteggere il prezioso patrimonio naturalistico di queste isole e commemorare il primo centenario dalla pubblicazione del libro “The Origin of Species” di Charles Darwin. Se oggi il novantasette per cento di queste terre appare simile all’eden incontaminato in cui salpò il giovane naturalista britannico a bordo del Beagle è grazie a questa norma. L’epico brigantino, con dieci cannoni della Royal Navy, guidato dal Capitano Fitzroy, costeggiò l’arcipelago tra il settembre e l’ottobre del 1835, quasi duecento anni prima di me e trecento dopo che una bonaccia vi condusse per la prima volta e per sbaglio un europeo, il prete spagnolo Tomás de Berlanga, quarto Vescovo di Panama. La Expedition Cruise Silver Galápagos accompagna i passeggeri sulla rotta Baltra-San Cristobal, alla scoperta delle meraviglie dell’arcipelago, come Darwin Bay e Prince Philip’s Steps a Genovesa, North Seymour e Sullivan Bay a Santiago, Rábida e El Eden, La Galapaguera, Puerto Baquerizo Moreno e Punta Pitt a San Cristóbal, Gardner Bay e Punta Suarez a Española Island, Santa Cruz e Plaza Sur.
(www.silversea.com)