Hommes

Lo specchio esistenzialista di Craig Green

Il designer britannico chiude la kermesse londinese dedicata alla moda maschile con una collezione che fa dello specchio lo strumento d’analisi di forze e fragilità dell’uomo moderno
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Da sempre simboli di narcisistica vanità, gli specchi sanno anche essere spietati oracoli di amare verità. E’ proprio la maniacale ricerca della verità a spingere Craig Green all’esame dello specchio, in un articolato esercizio di introspezione psicologica che finisce inevitabilmente per lambire il taboo della mortalità. Nelle mani esperte di Green, la morte si purifica di qualsiasi macabro connotato diventando piuttosto una celebrazione della vita dopo la morte, trovando il proprio riferimento culturale in quella serie di rituali magici e corredi funebri che dal Medio Oriente al Sud America hanno sempre accompagnato il passaggio nell’Aldilà. Gli abiti di leggerissima plastica e i capispalla di carta laserata assolvono a una funzione protettiva quasi fossero suggestivi sudari, mentre desiderabili stampe di corpi nudi si susseguono a capi ricamati di specchi apotropaici, che elevano così a tendenza stilistica le credenze popolari secondo cui lo specchio abbia il potere di allontanare il maligno. Infine, di sicuro successo commerciale le nuove sneakers Kamanda in collaborazione con Adidas Originals, proposte in due varianti e già cult nel febbrile mondo dei social media.

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