Tech e Auto

Il SUV che non ti aspetti

Al volante del Durango R/T di Dodge, tra Lombardia e Liguria
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Il mese scorso mi trovavo a Houston per un evento di lavoro e nei giorni successivi ho colto questa occasione per fare un breve road trip in Texas. Ho noleggiato una vettura, naturalmente a stelle e strisce, per godermi il viaggio. In queste terre, la benzina costa meno di un euro al litro. Ho scelto un pick-up, che negli Stati Uniti tutti chiamano semplicemente “truck”. Motore V8 da 6.2 litri, cambio automatico con comando a leva posto alla destra del volante e via: da Houston verso Austine poi Bandera, Fredericksburg, San Antonio. Un veicolo dalle proporzioni ben differenti rispetto a quelli cui siamo abituati in Italia, specie in ambito urbano. Ciò nonostante, bastano pochissimi minuti per realizzare che nell’America automobilistica le dimensioni contano. Al semaforo, un Chevrolet Silverado senza alcuna modifica diventa un Davide quando un suo simile con ruote da 35” e sospensioni rialzate s’affianca con il fare tipico di un Golia minaccioso. Oltreoceano, però, le strade sono ben più larghe e meno tortuose delle nostre, i parcheggi a L non esistono e quando si lascia il proprio mezzo le aree per la sosta hanno spazi alquanto ampi. Durante queste peregrinazioni, sovente, mi chiedevo: “E se avessi una vettura così in Italia, a casa mia, cosa potrebbe accadere?”

Nel weekend appena passato, complice il mitico Gruppo Cavauto di Monza, la cui American Division si occupa di auto Made in USA da oltre trent’anni, ho preso in prestito un Dodge Durango R/T nero fiammante. Un SUV di fascia alta, con sette posti comodi, lungo oltre cinque metri. A spingerlo, un V8 Hemi da 5.7 litri con 360 cavalli e 529 Nm di coppia. Troppi? Mai. Se per caso voleste trainare 3200 kg in tutta sicurezza, potreste farlo e lui non batterebbe ciglio. 

Il frontale è imponente. La presa d’aria sul cofano muscoloso lascia intendere le parentela del mezzo con le ben più sportive muscle car Charger e Challenger. I fari e i fendinebbia sono a LED, quelli montati posteriormente sono ben 192. Lanciano occhiate molto grintose e i cerchi in alluminio da 20” fanno altrettanto. L’interno è tutto in pelle nere, i loghi R/T sono cuciti sui sedili anteriori. La plancia è pulita ed elegante, i comandi intuitivi e disposti con razionalità. Il sistema di infotainment vanta uno schermo da 8.4” dotato di Apple CarPlay e Android Auto; l’impianto audio Beats Premium dotato di 9 speakers con amplificatore da 506 watt regala emozioni ed è in grado di farvi sentire in una platea teatrale.

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A livello di sicurezza, siamo equipaggiati con oltre sessanta dotazioni tra cui sette airbag standard che si aggiungono a quelli laterali ed a protezione delle ginocchia, sistemi di controllo della stabilità del traino, avviso di pericolo di collisione anteriore e controllo d’impatto, cruise control adattivo, monitoraggio dell’angolo cieco e di attraversamento posteriore, sistema di lane-control che notifica al conducente quando il veicolo cambia accidentalmente corsia. Copertura ormai essenziale e sempre gradita.

Da Monza mi avvio verso Milano. Quando sono fermo agli stop, se di fianco a me non ho un furgone commerciale o un TIR, praticamente non vedo nessuno. Le altre macchine sono giù, vicine all’asfalto. Io sono quasi un metro sopra il loro orizzonte. Per poter realmente capire cosa significhi utilizzare un veicolo di questo tipo lungo le nostre strade, la città mi sembra quasi scontata e decido di avviarmi verso la Liguria, nota per i suoi percorsi angusti prossimità del mare; percorsi che s’assottigliano ulteriormente se ci si spinge nell’entroterra e si sale verso le montagne.

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Questo Durango si guida con estrema facilità, il comfort di marcia a bordo regna sovrano.

La trasmissione automatica Torqueflite a otto velocità si sposa perfettamente con il motore di grande cubatura, che - dimenticavo - è dotato di un dispositivo risparmio carburante che ottimizza i consumi grazie alla disattivazione di 4 cilindri quando si è a regimi medio.

Non solo: questo modello monta anche un sistema GPL Prima che abbatte ulteriormente i consumi.

La trazione integrale sfrutta la distribuzione dei pesi perfetta (50/50), esaltandone la maneggevolezza e la potenza in ogni condizione.

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L’impianto frenante Brembo è instancabile nonostante le masse. Grazie agli scarichi a doppia via, partendo da fermi in modalità Sport - magari con i finestrini abbassati - il rombo inconfondibile del V8 fa il verso a quello di una vettura NASCAR che esce dai box a Daytona.Nonostante le dimensioni generose quando s’affrontano misti stretti, il SUV americano non si scorda mai dei suoi occupanti, avvolgendoli comodamente in un atmosfera confortevole e rilassante, ideale per qualsiasi tipo di viaggio.

Accarezzando il pedale del gas, come una vettura di questa molte sommessamente chiede, i consumi sono moderati: per terminare un serbatoio di benzina e uno di GPL, bisogna davvero macinare tanti chilometri. Molto probabilmente, vi dimenticherete anche di quanto avevate fatto il pieno la volta precedente.

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