#Talkingwith Stump Valley
Di dove siete?
Alexei è nato in Ucraina e vive a Berlino, Francesco è nato in Italia e vive a Torino.
Come siete arrivati a fare musica? Cosa avete fatto prima di diventare Stump Valley?
Lavoriamo insieme da 13 anni circa e abbiamo iniziato ad avvicinarci al mondo della musica diversi anni prima. Prima di essere Stump Valley siamo stati diverse altre cose, sotto diversi Alias abbiamo portato avanti progetti di produzione musicale e abbiamo fatto anche una lunga gavetta nei club d’Italia.
La vostra musica conquista l’ascoltatore, in un modo fuori dal comune. Qual è il vostro segreto per creare un tale coinvolgimento?
Crediamo che tutto nasca dal fatto che per creare Stump Valley, abbiamo deciso di proiettare noi stessi fuori dal tempo. Oggi viviamo in una società' dove se non appari non esisti e noi abbiamo deciso di non esistere per due anni per ritrovare ciò che negli anni avevamo smarrito in noi stessi per poter tornare a creare musica. C'era un’esigenza di fare nuova musica, divers, di vivere una nuova esperienza professionale e c'era molta voglia di comunicare solo attraverso la musica in maniera credibile.
Dove trovate gli elementi per la vostra musica? E dove nuova ispirazione?
Non è mai facile rinnovarsi, trovare nuove idee e nuovi stimoli. La cosa che ci spinge a cercare nuovi elementi è la continua volontà di evolverci ricercando costantemente nuove ispirazioni, ma rimanendo fedeli alla linea di pensiero da cui è nato questo progetto, ovvero la necessità di tornare a fare musica che rispecchiasse la nostra personalità.
Quando create una canzone, qual è il vostro scopo?
Abbiamo passato tanto tempo a fare qualcosa in cui credevamo solo noi. Il nostro obbiettivo principale è di mantenere la nostra identità, esprimendola attraverso la musica, piuttosto che apparire come musicisti o presunti tali.
3 parole per descrivere il vostro ultimo lavoro?
In questo momento stiamo lavorando al nostro primo album, il nostro ultimo lavoro invece è un EP uscito qualche mese fa su una label Olandese "Dopeness Galore". 3 parole per descriverlo, forse malinconico, zen, ipnotico.
Dove avete suonato per la prima volta insieme?
Come duo abbiamo iniziato a suonare in piccoli club torinesi nel 2005.
Di tutte le vostre canzoni: qual è la vostra preferita?
Francesco: personalmente sono sempre combattuto tra "Caruso" e "Sunshine Hotel". Le reputo due tracce sorelle perché' nate entrambe in maniera magica. Alla fine però credo che Caruso sia la mia preferita.
Alexei: Ho un approccio più legato al dancefloor e preferisco Oceans Refuse No River, che suoniamo spesso nei nostri set e trovo sia la traccia più adatta al suono che proponiamo nei club.
Cos’è lo Stump Valley? Come avete creato questo nome?
Stump Valley è un luogo dove cervi e cinghiali corrono liberi per le strade ed è dove abbiamo prodotto la maggior parte della nostra musica, il nome è la traduzione letterale di quel luogo dove abbiamo vissuto quando è nato il progetto.
Ho letto che collezionate dischi. Cosa, nella vostra collezione, vi rende il più orgogliosi?
Francesco: la collezione di dischi afro, brasil e cosmic e poi i Maurizio, i Roy Ayers, Tullio De Piscopo, Theo Parrish ma l'elenco è infinito.
Alexei: Larry Heard è decisamente il mio artista preferito, è stato una grande ispirazione per la nostra produzione e credo di poter dire che lo sia stato per un intera generazione di produttori. Ultimamente acquisto molto jazz giapponese da Terumasa Hino a Masaru Imada, ma anche io faccio difficoltà a creare un breve elenco perché sono davvero tanti gli artisti degni di menzione.
Cosa troviamo nella vostra playlist personale?
Francesco: Devo essere onesto non ho mai una playlist stabile, passo quasi tutta la giornata ascoltando musica quando mi è possibile e generalmente più che soffermarmi nell'avere una playlist stabile faccio continua ricerca musica che sia per i nostri set o che sia per puro ascolto. In queste ultime settimane però non vado a dormire senza aver ascoltato Napoleon Cherry.
Alexei: facciamo spesso sessioni di ascolto serali con la mia compagna e amici in studio, ma devo dire che non esiste una vera e propria playlist, ieri sera per esempio abbiamo riascoltato i vecchi lavori di Nuyorican Soul, chiudendo con la loro versione di Watching Windows di Roni Size.
Dove vi vedete in futuro?
Francesco: Riferendomi solo al futuro più immediato mi vedo a continuare a lavorare affinché la musica possa continuare ad essere la mia e nostra unica professione. Alexei: Nel prossimo futuro mi vedo a lavorare molto in studio per poter concludere una serie di lavori che bollono in pentola ormai da parecchi mesi.
Avete mai provato altri stili di musica? Ci sono periodi di cui non siete molto orgogliosi? Alcuni aneddoti da raccontare?
Non ci sono periodi di cui non siamo molto orgogliosi, piuttosto periodi di grosse difficoltà di qualunque genere, che ci hanno spinto spesso verso la soluzione più semplice, ovvero quella di abbandonare la musica, ma la costanza e la dedizione, ci hanno permesso di fare un importante percorso di crescita e il fatto di non aver lasciato, ha dato forza a questo progetto. Essendo poi principalmente prima che produttori, deejay, ci siamo spinti su diversi stili e generi ed il risultato che abbiamo oggi è un insieme di stili mescolati tra loro in maniera sensata, ci muoviamo nei territori dell'house e della techno, inserendo le contaminazioni afro, della musica latina e tutto quello che troviamo grazie alla nostra assidua ricerca musicale.
Photographer: Alessia Senatore