Musica

Il Ghettolimpo di Mahmood

Esce oggi il nuovo disco di Mahmood, incontro di miti greci ed eroi moderni che vivono la quotidianità. Lui è Narciso e si specchia in un sé nero petrolio.

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Da piccolo mia mamma mi ha regalato un libro sui miti greci”, è Mahmood a parlare, impaziente di descrivere i contenuti del suo nuovo lavoro, ‘Ghettolimpo’, in uscita oggi, 11 giugno, e preceduto dal singolo ‘Inuyasha’ già disco di platino. Mostra il volume e scoppia a ridere, prima di specificare: “ero in fissa. Ma se a quell’età il Pantheon di divinità erano per me una sorta di supereroi, oggi ho capito che rappresentano il risultato dei peggiori difetti umani, quelli che non moriranno mai”. Una metafora quindi, ma nel suo caso ribaltata, il ghetto è bianco – colore di solito riservato allo spirituale –, viceversa l’Olimpo è nero. Nero come il Narciso nel quale si rispecchia, protagonista della cover e della canzone che dà il nome al disco e a cui “è rimasto il sorriso più brutto/ e giuro che lo cambierò”, citiamo il testo. Perché è come se ad un certo punto non si fosse più riconosciuto.

Come quando, dopo la vittoria a Sanremo, tornato a casa percepiva che gli altri lo vedevano diverso. È in quel momento che ha iniziato a lavorare a testi e musica, subito dopo la vittoria – la prima canzone è stata ‘Baci dalla Tunisia’ –, racconta di quando inizia a confrontarsi con la notorietà e le prime trasferte, ormai due anni e mezzo fa, un viaggio in larga parte introspettivo. “E molto, molto sincero. Il mio primo disco parlava del passato, Ghettolimpo dell’oggi, in un racconto che credo coerente”. Oltre ad alcune sonorità riprese dai videogiochi – come quando si passano i livelli –, tornano anche quelle legate alle sue origini arabe, il papà è egiziano. Ad esempio in ‘Talata’ dove il contare da uno al tre sembra quasi una preghiera. Ma in questo disco c’è un tributo anche alle origini sarde della madre, “a cui ho dedicato ‘T’Amo’”, un hip hop nel quale vi sono incursioni di cornamuse sarde e le voci del gruppo Intrempas, “di cui fa parte anche mia cugina”.  Il testo recita: “Dammi la buonanotte / Anche se non lo sai / Ho bisogno di te / Con me hai visto tutto il peggio prima del cash / Sopra macchine a noleggio finiva il cash / Non è facile da sola crescere / Chi per metà ti ricorda l’uomo che ti ha lasciato / Famiglia significa stare qua / In 2 anche se è difficile / Non ti preoccupare ma’ tanto la / Forza è di chi sa sopravvivere”.

Vi sono poi due featuring, il primo con Elisa in ‘Rubini’ - "Elisa è una delle artiste italiane che più ho nel cuore e per cui nutro una stima immensa e grazie alla quale ho imparato molto. Questa collaborazione ha per me un’importanza gigantesca" - e il secondo con Woodkid in ‘Karma’: "Ho avuto la fortuna di conoscerlo a Parigi grazie a Kris Van Assche (al tempo direttore creativo di Berluti), ne sono nate un’amicizia e una stima reciproca che si sono poi concretizzate in una collaborazione artistica". E poi, la canzone “Zero” colonna sonora dell'omonima serie Netflix, per cui Mahmood ha ricoperto anche il ruolo di music supervisor.

Un’ultima domanda.  È più facile scrivere per gli altri o per te stesso? “Questo di solito me la chiedono solo gli amici. Ma è più facile, molto più facile scrivere per gli altri. Quando lo fai per te stesso vuoi che sia tutto perfetto”. 

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