Gabriele Colangelo si racconta
Gabriele Colangelo, considerato, a ragione, uno dei designer che porteranno avanti il buon nome della moda italiana, è un maestro nel lavorare i materiali e nel creare abiti dalle linee pulite ma interssanti. Creative director di Giada dal 2015 ha saputo trasmettere al brand la propria sensibilità, innovandola e tenendo sempre ben presente chi è il proprio cliente. Arguto e colto, Gabriele ha dato un'identità al brand e porta in questo Inverno 2017 un minimalismo elaborato in una ricerca a tratti scultorea, altrimenti impalpabile, in cui si alternano forme, pesi e colori. I volumi sono sperimentali su maniche e spalle, che ricostruiscono la cultura dei kimono sui capi che sorprendono di schiena. Cuciture ri-doppiate con micro impunture, ricamano un’invisibile struttura attraverso la collezione di lusso sommesso, sapientemente sovrapposto. Una morbidezza riservata, da scoprire da vicino, come la femminilità. Indagando tra sovrapposizioni di rigore e cedevolezza, ipnotizzati dagli effetti dei plissé, trasformati in apparizioni.
Per capire meglio Gabriele Colangelo abbiamo scelto di farci una intima chiacchierata fra passato e futuro.
L'Officiel: 3 parole per definire la tua visione estetica.
Gabriele Colangelo: Minimale, rigorosa, sensibile
L'Officiel: 3 parole per definire GIADA
G.C.: Essenziale, preziosa, autentica
L'Officiel: A quasi 10 anni dalla tua vittoria al Who’s on next, che cos’è cambiato nella tua percezione del Fashion world?
Gabriele Colangelo: Ho sempre avuto un approccio artistico alla Moda, la percezione che fosse Arte applicata alla vita reale e quotidiana e pertanto necessitasse di tempo, ricerca e sperimentazione.
Qualcosa che va al di là del mero prodotto e che crea emozione duratura in chi indossa e vede.
Una percezione non solo visiva ma anche tattile e sensibile.
Penso che l’attuale sistema sia tuttavia stressato da tempi molto accelerati, a volte in contrasto col fatto bene e ben pensato. Sulla mia collezione omonima e su GIADA, miro a mantenere qualità ed esclusività, nella creazione di materiali inediti e speciali, nella cura attenta del dettaglio, propria del Made in Italy, ovvero tutto quello che richiede tempo e dedizione. Anacronistico? Forse, ma non potrei lavorare diversamente.
L'Officiel: La tua strada dal 2008 ad oggi è stata costellata di successi, qual’è quello che per te è più importante?
G.C.: Sicuramente oltre ad Who’s on next e alla candidatura tra i dieci finalisti del LVMH prize, il riconoscimento conseguito lo scorso anno dell’ IDA( International Design Award) come designer dell’anno, rappresenta un momento importante nella mia carriera, come certamente centrale è oggi la mia collaborazione con GIADA , per l’adesione di una visione di stile comune, per le collaborazioni a livello internazionali di cui il brand si avvale e le esperienze lavorative connesse.
L'Officiel: Oggi tutto va veloce, i social e il web hanno molto cambiato il mondo. Credi in questa rivoluzione digitale anche nel settore moda?
G.C.: La rivoluzione digitale rappresenta anche per la Moda un cambiamento epocale, con risvolti di esito positivo e negativo.I social media rendono più veloce il messaggio di un brand e ne agevolano l’immediata ed amplificata fruizione. D’altra parte alla tridimensionalità dell’abito reale si sostituisce la monodimensione dello schermo.
Per chi crea una Moda di particolari, dall’estetica minimale, le piattaforme digitali non sono forse sempre il mezzo migliore. La consumazione del prodotto è molto veloce e spettacolarizzata e quello che conta è l’immediatezza superficiale dell’immagine, non il valore intrinseco ed autentico del capo.
L'Officiel: Ami la coerenza, credi che ci sia nella moda di oggi?
G.C.:Oggi ci sono diversi approcci. C’è a chi, come a me, piace raccontare una storia in continua evoluzione ma unica e fedele a sè per stilemi e metodo.
Per GIADA ad esempio ho un pensiero coerente e preciso, che si mantiene continuo in tutti gli aspetti, dalla creazione delle collezioni alla realizzazione delle campagne pubblicitarie senza cesure o cambiamenti di rotta improvvisi, pur nella costante ricerca di nuove proposte
D’altro canto oggi ci sono anche collezioni in cui ogni outfit è una storia a sè, trend molto diffuso.
L'Officiel: Sei il direttore creativo di Giada come vedi il futuro del brand?
G.C.: GIADA rappresenta uno stile senza tempo, un guardaroba pensato con attenzione alla altissima qualità ed una visione contemporanea dei volumi e delle linee.
Ha un linguaggio indubbiamente internazionale e pertanto mira a mercati nuovi con previsione di diverse aperture nel mondo. Questo rappresenta una sfida davvero entusiasmante, inediti capitoli da scrivere.
L'Officiel: La moda è… Lo stile è…
G.C.: Come ho detto in precedenza, la Moda è Arte e lo Stile è la cifra personale con cui il designer plasma le sue creazioni.