Quando la moda aiuta il territorio
La Fondazione San Zeno di Sandro Veronesi e la diocesi di Verona premiano le tre proposte vincenti per la riqualificazione dell’ex Seminario di San Massimo a Verona.
Lo sappiamo tutti che tra il dire e il fare di mezzo c’è, come minimo, il mare. Eppure ciò che da qualche mese a questa parte sta accadendo alla diocesi di Verona rilegge in chiave proattiva il senso del vecchio adagio. E la moda c’entra un bel po’.
Nel mesi scorsi la Fondazione San Zeno, nata nel 1999 per volontà di Sandro Veronesi fondatore e presidente del gruppo Oniverse (il nome che ha sostituito il precedente Calzedonia) ha raccolto la sollecitazione del vescovo di Verona Domenico Pompili per trovare insieme una chiave di riqualificazione dell’area dell’ex Seminario di San Massimo di Verona, un imponente complesso degli anni ‘60 a ovest della città.
Lo scorso dicembre era stata lanciata una call for ideas, sfruttando la cassa di risonanza che Veronesi può dare, ma con l’incognita che forse in pochi avrebbero accettato di realizzare un progetto senza avere una committenza di fronte. Certo i 50mila euro totali messi in palio per le tre migliori proposte potevano fare gola, restava comunque la questione di voler dedicare tempo, creatività ed energie a un qualcosa che, nella peggiore delle ipotesi, potrebbe per sempre restare sulla carta.
L’operazione, attivata da Chiesa di Verona e Fondazione San Zeno, non ha per il momento uno sbocco concreto, l’obiettivo iniziale era quello di riportare lo sguardo su di un luogo a lungo teatro di vocazione e ora alla ricerca di una nuova vocazione per se stesso. Il pragmatismo tipico di Veronesi sa però che per arrivare a costruire bisogna darsi prima la possibilità di progettare, per questo ha scelto di sostenere il bando chiuso a fine marzo. In pochi mesi, sono arrivate ben 73 candidature, delle quali 56 rispondenti a tutti i requisiti richiesti e il 18 giugno, nella sede vescovile di Verona sono stati premiati i tre vincitori.
I criteri a cui la giuria si è attenuta si basano su sostenibilità, tutela ambientale, cura del paesaggio, circolarità e reciprocità delle funzioni, attenzione nell’evitare ulteriori sprechi di suolo, accoglienza e solidarietà come modelli relazionali, oltre alla partecipazione attiva della cittadinanza. Criteri rispettati e caricati di ulteriori valenze, a volte inaspettate come la proposta di Astor Engeneering a cui è andata una menzione d’onore per Ri-Uscire, innovativo modello di istituto penitenziario.
«Chi come noi lavora nella moda sa che prima di entrare in un negozio un abito segue una trafila di molteplici passaggi ma tutto parte da un primo schizzo», ha spiegato Sandro Veronesi durante la cerimonia di premiazione. «A inizio stagione si disegna, poi gli schizzi passano al vaglio e subito vengono scartati quelli irrealizzabili, magari perché troppo complessi o costosi, dopo di che si lavora sulla fattibilità. Ora noi ci siamo concentrati sulla cernita degli schizzi e da qui in poi dovremo trovare la strada per trasformare un’idea in realtà». Gli ha fatto eco il Vescovo Pompili che ha spiegato come questa iniziativa promuova una visione di Chiesa aperta al dialogo, inclusiva, attenta alla tutela del territorio e che ha aggiunto: «Avere al nostro fianco Fondazione San Zeno e il dottor Veronesi ha di molto allargato il nostro raggio d’azione. Senza il loro aiuto, questa sarebbe restata un’attività dal respiro locale».
Al termine dell’incontro sono stati annunciati i tre vincitori, al primo posto Pool Landscape con gli architetti Ludovico Centis, Ilaria Forti, Francesco Laserpe e Federico Vascotto per Seminario Extra; Oasi Architects Studio Associato con Almo Collegio Borromeo per Quartiere San Massimo; Bunch Studio di Architettura per SEMIinARIA.
Seminario Extra si propone di destinare l’area ad attività di formazione, accoglienza e informazione legate alla cura e alla coltivazione della terra, tenendo conto delle sfide imposte dal cambiamento climatico. Quartiere San Massimo punta a uno spazio plurale, non definito a monte, ma costruito “a valle”, attraverso processi dinamici e graduali, definiti da una comunità che intenda stabilirisi e contribuisca direttamente al ripensamento del luogo, promuovendo la condivisione dello spazio, la combinazione di ambienti privati e pubblici dalle diverse destinazioni, come in un piccolo centro rurale. SEMIinARIA delinea una riqualificazione progressiva, con una funzione strategica data dalla promozione di un modello di integrazione dei giovani migranti, articolato e condiviso dal territorio.
«Adesso che abbiamo sul tavolo delle ipotesi interessanti e fattibili, dobbiamo fare il passo successivo e dialogare con gli stakeholders per trasformarle in realtà», ha concluso Veronesi. Un processo che, a giudicare dagli altri 3 miliardi di euro fatturati nel 2023 dal gruppo a cui fanno capo Calzedonia, Intimissimi, Intimissimi Uomo, Tezenis, Falconeri, Signorvino, Atelier Emé, Antonio Marras e Cantiere del Pardo, a Veronesi riesce particolarmente bene.