Erika Cavallini PE17
Manca l’equilibrio. Disequilibrio. Il punto di partenza è fissato, le coordinate sono chiare. Poi, nascono diramazioni, nuovi concetti sorgono e mixano tra loro: romanticismo, asciuttezza, pragmatismo e frivolezza. Il contrasto è accettato, noto, appurato.
La femminilità si costruisce dall’assemblaggio di semplicità. L’eco è vittoriano. Lo spazio tra abito e corpo è ampio. Le vesti sono quasi intime, il viaggio è rendere il privato pubblico. Il volant è segno ricorrente, atto a combattere il rigore della divisa. Tela kaki, ampie tasche di cuoio, sacche con bretelle. Il denim è riconsiderato, più alto, più nobile.
Le calzature: stivaletti pastello, ballerine affilate, sabot camouflage. I materiali: gabardine di cotone, crépe de chine, organza, lana, sangallo. La collezione nuota in una piscina policromatica che di vasca in vasca sfiora toni di kaki, sabbia, blu, oliva, verde militare, blu operaio, poi infine, la pace: il bianco.